Ingegneri a gamba tesa su Albo Unico e Rapporto Censis-Cogepapi
Come prevedibile, continua a tenere banco la proposta di "Albo Unico dei tecnici" avanzata dal Cogepapi (Coordinamento dei Geometri, Periti agrari e Periti i...
Come prevedibile, continua a tenere banco la proposta di "Albo
Unico dei tecnici" avanzata dal Cogepapi (Coordinamento dei
Geometri, Periti agrari e Periti industriali) e al quale il
Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) ha più volte risposto
picche. L'ultimo tassello che si arricchisce alla ormai nota
vicenda è rappresentato dalla Circolare n. 100 del 24 luglio
2012 con la quale il CNI ribadendo la propria posizione in
merito al fatto che la laurea in Ingegneria, di primo e secondo
livello, ha come naturale sbocco l'iscrizione all'Ordine degli
Ingegneri, ha fornito una analisi del Rapporto
Censis-Cogepapi "Verso la professione tecnica di primo livello
nel settore dell'Ingegneria".
La vicenda ha radici che risalgono al 2003, quando il Consiglio Nazionale dei Periti Industriali, dopo aver concorso a far precipitare la sua qualifica nella sezione C dei tecnici italiani, ha avviato, con l'aiuto di Geometri e Periti Agrari, un progetto di accorpamento in un Albo Unico di tecnici con la variante degli ultimi anni di inserire all'interno i laureati in ingegneria di corso triennale.
Dopo uno scambio di corrispondenza (leggi news) conclusosi con una nota inviata da Ingegneri, Architetti, Geologi e Agronomi, ai Presidenti dei Geometri, dei Periti Agrari e dei Periti Industriali in cui si affermava che l'istituzione di un nuovo soggetto intermedio avrebbe complicato il quadro attuale delle professioni, il 28 giugno 2012 al Forum "Verso la professione tecnica di primo livello nel settore dell'ingegneria" organizzato dal Cogepapi veniva presentato l'omonimo rapporto realizzato dalla Fondazione Censis su commissione dei Collegi e Consigli nazionali dei Geometri, dei Periti agrari, dei Periti industriali, e pubblicato dalla Franco Angeli Editore, che avrebbe dovuto fotografare la situazione attuale delle professioni di primo livello.
Il segretario generale del Censis Giuseppe De Rita ha presentato il rapporto puntando il dito contro la moltiplicazione degli studi generici che ha portato allo sviluppo di 3.600 corsi di laurea triennale in cui la componente sociale ha pesato in maniera preponderante. "Tutto è generico e nulla è specifico e professionale. Le famiglie hanno voluto a tutti i costi il figlio laureato, il triennale generico che possono chiamare dottore".
Il Rapporto del Censis è, dunque, nato per supportare il progetto di unificazione dei 3 Collegi e di creazione di un soggetto professionale verso il quale dovrebbero confluire anche gli iscritti alla sezione B degli albi degli ingegneri. Senza mezze misure, il CNI, entrando a gamba tesa sul rapporto, ha ammesso che lo stesso "non tenta di affrontare le questioni da un punto di vista oggettivo ma piuttosto di un documento politico, finalizzato a favorire le condizioni per l'istituzione del nuovo soggetto professionale, finendo per offrire così rappresentazioni distorte di dati di fatto, interpretazioni giuridiche, sentenze, evidenziando proposte che, anche al di là dell'obiettivo specifico, appaiono molto discutibili, come il voler disporre di fatto lo smantellamento dei percorsi tecnici di istruzione secondaria, provocando un vulnus per l'intero paese".
Il CNI ha sostenuto che dietro la necessità apodittica del Censis di innalzare i requisiti formativi necessari all'esercizio di alcune professioni regolamentate (quali, in particolare, quelle di geometra, perito industriale e perito agrario), si nasconde l'istituzione della nuova professione tecnica di primo livello dell'ingegneria che non ha alcuna base giuridica europea.
Basandosi su fatti reali (la normativa europea recepita dall'ordinamento italiano), il CNI ha ricordato l'art. 19 (Livelli di qualifica) del D.Lgs. 9 novembre 2007, n. 206 (che ha recepito la Direttiva 2005/36/CE) secondo il quale sono qualifiche professionali quelle risultanti dal possesso di:
a) un attestato di competenza;
b) un certificato che attesta il compimento di un ciclo di studi secondari;
c) un diploma (che potremmo definire di 10 livello) che attesta un percorso di formazione post secondario diverso da quello di cui alle lett. d) ed e) e, per le professioni regolamentate, un percorso formativo indicato dall'Allegato Il al D.Lgs n. 206/2007;
d) un diploma (che potremmo definire di 20 livello) che attesta un percorso formativo universitario o comunque post-secondario di durata almeno triennale;
e) un diploma (che potrebbe definire di 30 livello) che attesta un percorso formativo universitario di durata almeno quadriennale.
Esistono, dunque, 5 livelli di qualifica professionale dei quali i primi 3 accessibili con titoli di formazione non accademici o comunque inferiori a quelli della laurea di primo livello dell'ordinamento italiano.
Il CNI ha, inoltre, contestato l'affermazione contenuta nel rapporto Censis-Cogepapi secondo la quale solo un nuovo raggruppamento professionale (quello dei "tecnici dell'ingegneria" dove dovrebbero confluire gli attuali iscritti ai Collegi di geometri, periti industriali e periti agrari nonché i professionisti iuniores degli albi di ingegneri e architetti) potrebbe garantire agli attuali iscritti alle sezioni "b" degli albi di ingegneri il riconoscimento di effettive competenze professionali. Secondo il rapporto, infatti, i professionisti iuniores non dispongono "di competenze professionali paragonabili a quelle degli ingegneri e tanto meno a quelle previste per i geometri e periti, che in entrambi i casi prevedono attribuzioni di competenze maggiori".
Il CNI ha, infatti, ricordato la sentenza n. 686 del 9 febbraio 2012 con la quale il Consiglio di Stato ha definitivamente riconosciuto le competenze degli ingegneri iuniores nella progettazione di strutture in zona sismica.
Conclusioni
Come più volte sostenuto anche da Architetti e Geologi, il CNI non si è dimostrato contrario alla costruzione dell'Albo unico ove confluiscano i professionisti attualmente iscritti ai Collegi di geometri e periti, ma ha sostenuto che tale processo di fusione deve avvenire attraverso un percorso coerente e trasparente che:
Inaccettabile è, dunque, per il Consiglio Nazionale degli Ingegneri la tesi sostenuta dal rapporto Censis-Cogepapi.
Segnaliamo, infine, l'U.P.I.A.L. (Unione Partenopea degli Ingegneri e degli Architetti Laureati) che lo scorso 22 luglio ha richiesto il parere ufficiale del CNI in merito alle competenze degli ingegneri iscritti alla sezione B dell'albo rispetto a quelle di geometri, periti agrari e industriali. Facendo riferimento al documento di sintesi del Forum Cogepapi, l'U.P.I.A.L. e il suo presidente dott. Ing. Sez. B Luigi Grimaldi ha, dunque, richiesto la posizione del CNI, che come su descritto non è tardata ad arrivare.
La vicenda ha radici che risalgono al 2003, quando il Consiglio Nazionale dei Periti Industriali, dopo aver concorso a far precipitare la sua qualifica nella sezione C dei tecnici italiani, ha avviato, con l'aiuto di Geometri e Periti Agrari, un progetto di accorpamento in un Albo Unico di tecnici con la variante degli ultimi anni di inserire all'interno i laureati in ingegneria di corso triennale.
Dopo uno scambio di corrispondenza (leggi news) conclusosi con una nota inviata da Ingegneri, Architetti, Geologi e Agronomi, ai Presidenti dei Geometri, dei Periti Agrari e dei Periti Industriali in cui si affermava che l'istituzione di un nuovo soggetto intermedio avrebbe complicato il quadro attuale delle professioni, il 28 giugno 2012 al Forum "Verso la professione tecnica di primo livello nel settore dell'ingegneria" organizzato dal Cogepapi veniva presentato l'omonimo rapporto realizzato dalla Fondazione Censis su commissione dei Collegi e Consigli nazionali dei Geometri, dei Periti agrari, dei Periti industriali, e pubblicato dalla Franco Angeli Editore, che avrebbe dovuto fotografare la situazione attuale delle professioni di primo livello.
Il segretario generale del Censis Giuseppe De Rita ha presentato il rapporto puntando il dito contro la moltiplicazione degli studi generici che ha portato allo sviluppo di 3.600 corsi di laurea triennale in cui la componente sociale ha pesato in maniera preponderante. "Tutto è generico e nulla è specifico e professionale. Le famiglie hanno voluto a tutti i costi il figlio laureato, il triennale generico che possono chiamare dottore".
Il Rapporto del Censis è, dunque, nato per supportare il progetto di unificazione dei 3 Collegi e di creazione di un soggetto professionale verso il quale dovrebbero confluire anche gli iscritti alla sezione B degli albi degli ingegneri. Senza mezze misure, il CNI, entrando a gamba tesa sul rapporto, ha ammesso che lo stesso "non tenta di affrontare le questioni da un punto di vista oggettivo ma piuttosto di un documento politico, finalizzato a favorire le condizioni per l'istituzione del nuovo soggetto professionale, finendo per offrire così rappresentazioni distorte di dati di fatto, interpretazioni giuridiche, sentenze, evidenziando proposte che, anche al di là dell'obiettivo specifico, appaiono molto discutibili, come il voler disporre di fatto lo smantellamento dei percorsi tecnici di istruzione secondaria, provocando un vulnus per l'intero paese".
Il CNI ha sostenuto che dietro la necessità apodittica del Censis di innalzare i requisiti formativi necessari all'esercizio di alcune professioni regolamentate (quali, in particolare, quelle di geometra, perito industriale e perito agrario), si nasconde l'istituzione della nuova professione tecnica di primo livello dell'ingegneria che non ha alcuna base giuridica europea.
Basandosi su fatti reali (la normativa europea recepita dall'ordinamento italiano), il CNI ha ricordato l'art. 19 (Livelli di qualifica) del D.Lgs. 9 novembre 2007, n. 206 (che ha recepito la Direttiva 2005/36/CE) secondo il quale sono qualifiche professionali quelle risultanti dal possesso di:
a) un attestato di competenza;
b) un certificato che attesta il compimento di un ciclo di studi secondari;
c) un diploma (che potremmo definire di 10 livello) che attesta un percorso di formazione post secondario diverso da quello di cui alle lett. d) ed e) e, per le professioni regolamentate, un percorso formativo indicato dall'Allegato Il al D.Lgs n. 206/2007;
d) un diploma (che potremmo definire di 20 livello) che attesta un percorso formativo universitario o comunque post-secondario di durata almeno triennale;
e) un diploma (che potrebbe definire di 30 livello) che attesta un percorso formativo universitario di durata almeno quadriennale.
Esistono, dunque, 5 livelli di qualifica professionale dei quali i primi 3 accessibili con titoli di formazione non accademici o comunque inferiori a quelli della laurea di primo livello dell'ordinamento italiano.
Il CNI ha, inoltre, contestato l'affermazione contenuta nel rapporto Censis-Cogepapi secondo la quale solo un nuovo raggruppamento professionale (quello dei "tecnici dell'ingegneria" dove dovrebbero confluire gli attuali iscritti ai Collegi di geometri, periti industriali e periti agrari nonché i professionisti iuniores degli albi di ingegneri e architetti) potrebbe garantire agli attuali iscritti alle sezioni "b" degli albi di ingegneri il riconoscimento di effettive competenze professionali. Secondo il rapporto, infatti, i professionisti iuniores non dispongono "di competenze professionali paragonabili a quelle degli ingegneri e tanto meno a quelle previste per i geometri e periti, che in entrambi i casi prevedono attribuzioni di competenze maggiori".
Il CNI ha, infatti, ricordato la sentenza n. 686 del 9 febbraio 2012 con la quale il Consiglio di Stato ha definitivamente riconosciuto le competenze degli ingegneri iuniores nella progettazione di strutture in zona sismica.
Conclusioni
Come più volte sostenuto anche da Architetti e Geologi, il CNI non si è dimostrato contrario alla costruzione dell'Albo unico ove confluiscano i professionisti attualmente iscritti ai Collegi di geometri e periti, ma ha sostenuto che tale processo di fusione deve avvenire attraverso un percorso coerente e trasparente che:
- si svolga "su base volontaria" - Non è ammissibile che tale unificazione coinvolga coattamente soggetti diversi dagli attuali iscritti ai collegi di Geometri, Periti industriali e Periti agrari. Inoltre, il titolo professionale attribuito agli iscritti al nuovo raggruppamento non deve ingenerare confusione rispetto al titolo di studio effettivamente posseduto, alle competenze riconosciute e, soprattutto, ai titoli professionali caratterizzanti le altre professioni tecniche. Dunque, secondo il CNI la denominazione proposta nel rapporto Censis-Cogepapi tecnici dell'ingegneria risulta essere del tutto inadatta a rispecchiare fedelmente i percorsi formativi, le conoscenze e le competenze degli appartenenti al nuovo raggruppamento;
- non si fondi su previsioni che dispongano, di fatto, l'equiparazione dei titoli accademici con tipologie ultronee quali certificazioni attestanti l'anzianità di iscrizione all'albo, l'esperienza professionale o la frequenza di corsi di formazione gestiti "in house" all'interno degli organismi professionali (tutti percorsi contemplati e proposti nel rapporto CensisCogepapi);
- sia assolutamente neutro in materia di competenze. Geometri e geometri laureati, periti agrari e periti agrari laureati, periti industriali e periti industriali laureati nel confluire verso il nuovo raggruppamento devono mantenere le attuali competenze senza alcuna modifica, integrazione o aggiunta, anche al fine di evitare confusione (ed ulteriore contenzioso) rispetto alle attribuzioni riconosciute ai professionisti iscritti nelle sezioni iuniores degli altri albi tecnici.
Inaccettabile è, dunque, per il Consiglio Nazionale degli Ingegneri la tesi sostenuta dal rapporto Censis-Cogepapi.
Segnaliamo, infine, l'U.P.I.A.L. (Unione Partenopea degli Ingegneri e degli Architetti Laureati) che lo scorso 22 luglio ha richiesto il parere ufficiale del CNI in merito alle competenze degli ingegneri iscritti alla sezione B dell'albo rispetto a quelle di geometri, periti agrari e industriali. Facendo riferimento al documento di sintesi del Forum Cogepapi, l'U.P.I.A.L. e il suo presidente dott. Ing. Sez. B Luigi Grimaldi ha, dunque, richiesto la posizione del CNI, che come su descritto non è tardata ad arrivare.
A cura di Ilenia
Cicirello
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