Il Presidente dei Geologi Italiani scrive al Presidente Napolitano
Illustrissimo On. Segretario, vorremo portare alla Sua attenzione la particolare contingenza in cui si trova la geologia italiana, pur all'indomani dell'enne...
Illustrissimo On. Segretario, vorremo portare alla Sua attenzione
la particolare contingenza in cui si trova la geologia italiana,
pur all'indomani dell'ennesima catastrofe che ha colpito l'Emilia
Romagna, che ha portato all'attenzione, questa volta in modo più
evidente che in altre occasioni, quanto importante e strategica sia
la conoscenza geologica del nostro territorio.
Proprio all'indomani di questo terremoto, infatti, il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, perdendo l'ennesima occasione di attuare azioni virtuose nella direzione della tanto auspicata politica di prevenzione, nell'ambito di un processo di revisione del DPR 380/2001 avviato in sede di Conferenza stato Regioni, ha proposto una modifica sostanziale ad alcuni articoli dello stesso, tra cui l'art. 93, nella direzione opposta a quella della conoscenza, omettendo di inserire nell'elenco dei documenti progettuali per gli interventi in zona sismica quell'elaborato fondamentale che è la relazione geologica, e con essa tutto quel bagaglio di conoscenze che quel documento porta con se, consentendo di operare scelte compatibili con l'assetto del territorio.
Non siamo contrari alle semplificazioni, tutt'altro, ma siamo contrari, questo sì, a qualunque deroga ai concetti di sicurezza e di benessere dei cittadini. Si può costruire un edificio "semplice" o "modesto" in un'area in frana o in un'area di possibile esondazione di un fiume o in un'area di possibile liquefazione dei terreni o in tanti altri scenari di rischio. Non per questo possiamo permettere che esso crolli e arrechi danni a persone e a cose. Non possiamo permettercelo perché già troppe volte questo è accaduto.
Non Le scriviamo per un mero interesse di categoria, motivazione che, abbiamo avuto modo di dimostrare tante volte, non ci appartiene, ma per la radicata convinzione che in questo Paese non si può continuare a piangere morti, a fare il conteggio dei danni, a proclamare nuove iniziative ed importanti disegni di legge nella direzione di una cultura della prevenzione, e poi continuare nel solito e perseverante ostracismo nei confronti della geologia e nei confronti di chi può contribuire a far sì che questa cultura si diffonda e si espliciti.
Abbiamo la consapevolezza, forse anche la presunzione, di affermare che la geologia ed i geologi possano contribuire allo sviluppo di questo Paese. Abbiamo le competenze necessarie per poter mitigare i rischi dei nostri territori, contribuendo a creare scenari di maggiore sicurezza per le nostre città e per le nostre campagne. E non è poco.
Sembra paradossale che mentre i cittadini chiedono più sicurezza, si debba essere costretti ad evidenziarLe invece l'ostracismo che la geologia continua a subire in Italia, a discapito di una più ampia e multidisciplinare cultura tecnica e scientifica della quale si sente tanto il bisogno.
Non possiamo sottacere ad esempio che ad oltre 18 mesi dall'insediamento dell'attuale Consiglio Nazionale dei Geologi, siamo ancora in attesa della nomina del nostro rappresentante nell'Assemblea Generale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Per non parlare poi degli evidenti sbarramenti che ci vengono posti sempre in quella sede nel previsto percorso di monitoraggio delle Norme Tecniche sulle Costruzioni.
Comprendiamo che in un momento così difficile per il nostro Paese, che Lo porta ad essere impegnato ininterrottamente su diversi fronti politici, non sia facile che abbia l'opportunità persino di leggere la nota del Presidente di una categoria professionale, quella dei geologi italiani.
Tuttavia, proprio per il momento che stiamo attraversando, confidiamo nel Suo forte impegno nei confronti della risoluzione dei grandi problemi, non soltanto economici, di questa nazione. Per questa ragione, a nome della comunità geologica italiana, Le chiediamo di intervenire per fermare la deriva anti geologica e dunque anti prevenzione che si sta affermando in Italia.
Ci permettiamo di allegare a questa nota una nostra proposta di emendamento all'art. 93 del D.P.R. 380/2001 (raffrontandola, per comodità di lettura, con quella elaborata dalle Regioni e successivamente emendata dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici), non certo per una mera rivendicazione di competenze o di ruoli, ma soltanto nello spirito di sussidiarietà incarnato dalla comunità geologica, nella direzione dell'interesse primario dei cittadini italiani ed a tutela del loro benessere e della loro sicurezza.
Non ci è dato sapere quando ed in quale forma tali importanti modifiche normative saranno sottoposte all'esame del Parlamento ma in ogni caso speriamo tanto che Le possa condividere e, se lo ritiene, siamo disponibili sin d'ora a qualunque approfondimento Lei ed il Suo partito riterrete necessari.
Ad ogni modo siamo certi che non mancherà la Sua attenzione e per questo attendiamo con ansia un cortese cenno di riscontro.
Voglia gradire distinti saluti.
IL PRESIDENTE
Gian Vito Graziano
Proprio all'indomani di questo terremoto, infatti, il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, perdendo l'ennesima occasione di attuare azioni virtuose nella direzione della tanto auspicata politica di prevenzione, nell'ambito di un processo di revisione del DPR 380/2001 avviato in sede di Conferenza stato Regioni, ha proposto una modifica sostanziale ad alcuni articoli dello stesso, tra cui l'art. 93, nella direzione opposta a quella della conoscenza, omettendo di inserire nell'elenco dei documenti progettuali per gli interventi in zona sismica quell'elaborato fondamentale che è la relazione geologica, e con essa tutto quel bagaglio di conoscenze che quel documento porta con se, consentendo di operare scelte compatibili con l'assetto del territorio.
Non siamo contrari alle semplificazioni, tutt'altro, ma siamo contrari, questo sì, a qualunque deroga ai concetti di sicurezza e di benessere dei cittadini. Si può costruire un edificio "semplice" o "modesto" in un'area in frana o in un'area di possibile esondazione di un fiume o in un'area di possibile liquefazione dei terreni o in tanti altri scenari di rischio. Non per questo possiamo permettere che esso crolli e arrechi danni a persone e a cose. Non possiamo permettercelo perché già troppe volte questo è accaduto.
Non Le scriviamo per un mero interesse di categoria, motivazione che, abbiamo avuto modo di dimostrare tante volte, non ci appartiene, ma per la radicata convinzione che in questo Paese non si può continuare a piangere morti, a fare il conteggio dei danni, a proclamare nuove iniziative ed importanti disegni di legge nella direzione di una cultura della prevenzione, e poi continuare nel solito e perseverante ostracismo nei confronti della geologia e nei confronti di chi può contribuire a far sì che questa cultura si diffonda e si espliciti.
Abbiamo la consapevolezza, forse anche la presunzione, di affermare che la geologia ed i geologi possano contribuire allo sviluppo di questo Paese. Abbiamo le competenze necessarie per poter mitigare i rischi dei nostri territori, contribuendo a creare scenari di maggiore sicurezza per le nostre città e per le nostre campagne. E non è poco.
Sembra paradossale che mentre i cittadini chiedono più sicurezza, si debba essere costretti ad evidenziarLe invece l'ostracismo che la geologia continua a subire in Italia, a discapito di una più ampia e multidisciplinare cultura tecnica e scientifica della quale si sente tanto il bisogno.
Non possiamo sottacere ad esempio che ad oltre 18 mesi dall'insediamento dell'attuale Consiglio Nazionale dei Geologi, siamo ancora in attesa della nomina del nostro rappresentante nell'Assemblea Generale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Per non parlare poi degli evidenti sbarramenti che ci vengono posti sempre in quella sede nel previsto percorso di monitoraggio delle Norme Tecniche sulle Costruzioni.
Comprendiamo che in un momento così difficile per il nostro Paese, che Lo porta ad essere impegnato ininterrottamente su diversi fronti politici, non sia facile che abbia l'opportunità persino di leggere la nota del Presidente di una categoria professionale, quella dei geologi italiani.
Tuttavia, proprio per il momento che stiamo attraversando, confidiamo nel Suo forte impegno nei confronti della risoluzione dei grandi problemi, non soltanto economici, di questa nazione. Per questa ragione, a nome della comunità geologica italiana, Le chiediamo di intervenire per fermare la deriva anti geologica e dunque anti prevenzione che si sta affermando in Italia.
Ci permettiamo di allegare a questa nota una nostra proposta di emendamento all'art. 93 del D.P.R. 380/2001 (raffrontandola, per comodità di lettura, con quella elaborata dalle Regioni e successivamente emendata dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici), non certo per una mera rivendicazione di competenze o di ruoli, ma soltanto nello spirito di sussidiarietà incarnato dalla comunità geologica, nella direzione dell'interesse primario dei cittadini italiani ed a tutela del loro benessere e della loro sicurezza.
Non ci è dato sapere quando ed in quale forma tali importanti modifiche normative saranno sottoposte all'esame del Parlamento ma in ogni caso speriamo tanto che Le possa condividere e, se lo ritiene, siamo disponibili sin d'ora a qualunque approfondimento Lei ed il Suo partito riterrete necessari.
Ad ogni modo siamo certi che non mancherà la Sua attenzione e per questo attendiamo con ansia un cortese cenno di riscontro.
Voglia gradire distinti saluti.
IL PRESIDENTE
Gian Vito Graziano
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