Si discute a Roma il futuro dell'Ingegnere
Si è conclusa venerdì 5 ottobre a Roma l'Assemblea Generale della "Federation Européenne des Associations Nationales des Ingénieurs in cui si sono riuniti gl...
Si è conclusa venerdì 5 ottobre a Roma l'Assemblea Generale della
"Federation Européenne des Associations Nationales des
Ingénieurs in cui si sono riuniti gli ingegneri provenienti da
tutta Europa per confrontarsi sul futuro della professione in
chiave europea riflettendo sui vari modelli formativi.
L'Assemblea è stata un'occasione per analizzare il futuro di una delle figure professionali più importanti perché ormai trasversale ad ogni ambito di lavoro, strategica ad ogni attività industriale ed imprenditoriale, e su cui si vogliono gettare le basi per una nuova professione che dovrà necessariamente possedere competenze in ogni ambito e che sarà costretta a muoversi da un Paese all'altro per far fronte alle esigenze industriali. La crisi non durerà per sempre (si spera) e gli investimenti in Europa aumenteranno la richiesta di una figura "multitasking" che abbia forti competenze trasversali.
Tra le domande su cui si è ragionato nel corso dell'Assemblea:
"Riflettere sulle prospettive che riguarderanno i nostri ingegneri nel prossimo futuro a partire dalle associazioni degli ingegneri europei - ha spiegato Fabio Bonfà, Vicepresidente del CNI - ci sembra doveroso per costruire insieme uno scenario condiviso in cui poter operare. Solo attraverso il confronto costante ed una continuità di intenti potremmo cogliere la sfida che abbiamo davanti". Numerosi i delegati del mondo ingegneristico che da ogni parte d'Europa, dal Belgio alla Slovenia, dall'Austria all'Irlanda, dalla Finlandia alla Grecia, hanno aderito all'iniziativa.
E se l'apertura dei mercati o la nuova legislazione all'esame del Parlamento offrono grandi opportunità come ha ricordato Pitella con un video messaggio è anche vero che la stessa percezione della figura dell'ingegnere sta cambiando come emerge proprio dalla ricerca. "L'ingegnere dell'informazione - riferisce Nicola Monda, consigliere delegato del CNI all'internazionalizzazione - è ormai riconosciuto alla stessa stregua dell'ingegnere civile ed industriale. Anche questo un segnale a conferma dei cambiamenti in atto nella nostra categoria. Categoria peraltro protagonista della nuova proposta che intende liberalizzare la Direttiva 2005/36 della Comunità Europea in tema di diritto di stabilimento e di prestazione dei servizi per tutte le professioni regolamentate". Guardando infine al domani social network, paesi emergenti e libera professione sono i punti cardine del futuro ambito lavorativo degli ingegneri. I nuovi media infatti contribuiranno alla loro mobilità con maggiori chanche nelle nazioni in via di espansione e soprattutto per coloro che coglieranno la sfida dell' "intraprenditorialità". Il settore delle infrastrutture come quello industriale, informatico ed elettronico offriranno poi le opportunità più consistenti.
L'Assemblea è stata un'occasione per analizzare il futuro di una delle figure professionali più importanti perché ormai trasversale ad ogni ambito di lavoro, strategica ad ogni attività industriale ed imprenditoriale, e su cui si vogliono gettare le basi per una nuova professione che dovrà necessariamente possedere competenze in ogni ambito e che sarà costretta a muoversi da un Paese all'altro per far fronte alle esigenze industriali. La crisi non durerà per sempre (si spera) e gli investimenti in Europa aumenteranno la richiesta di una figura "multitasking" che abbia forti competenze trasversali.
Tra le domande su cui si è ragionato nel corso dell'Assemblea:
- E' meglio puntare sulla formazione accademica, per intenderci sui collaudati e tradizionali percorsi di studio universitari, o affidarsi al "training on the job", alla formazione professionale sul campo?
- E ancora se non esiste un'omogeneità in termini di riconoscimento di requisiti di categoria come si può garantire la mobilità transnazionale dell'ingegnere?
"Riflettere sulle prospettive che riguarderanno i nostri ingegneri nel prossimo futuro a partire dalle associazioni degli ingegneri europei - ha spiegato Fabio Bonfà, Vicepresidente del CNI - ci sembra doveroso per costruire insieme uno scenario condiviso in cui poter operare. Solo attraverso il confronto costante ed una continuità di intenti potremmo cogliere la sfida che abbiamo davanti". Numerosi i delegati del mondo ingegneristico che da ogni parte d'Europa, dal Belgio alla Slovenia, dall'Austria all'Irlanda, dalla Finlandia alla Grecia, hanno aderito all'iniziativa.
E se l'apertura dei mercati o la nuova legislazione all'esame del Parlamento offrono grandi opportunità come ha ricordato Pitella con un video messaggio è anche vero che la stessa percezione della figura dell'ingegnere sta cambiando come emerge proprio dalla ricerca. "L'ingegnere dell'informazione - riferisce Nicola Monda, consigliere delegato del CNI all'internazionalizzazione - è ormai riconosciuto alla stessa stregua dell'ingegnere civile ed industriale. Anche questo un segnale a conferma dei cambiamenti in atto nella nostra categoria. Categoria peraltro protagonista della nuova proposta che intende liberalizzare la Direttiva 2005/36 della Comunità Europea in tema di diritto di stabilimento e di prestazione dei servizi per tutte le professioni regolamentate". Guardando infine al domani social network, paesi emergenti e libera professione sono i punti cardine del futuro ambito lavorativo degli ingegneri. I nuovi media infatti contribuiranno alla loro mobilità con maggiori chanche nelle nazioni in via di espansione e soprattutto per coloro che coglieranno la sfida dell' "intraprenditorialità". Il settore delle infrastrutture come quello industriale, informatico ed elettronico offriranno poi le opportunità più consistenti.
A cura di Ilenia
Cicirello
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