Riforma Professioni: gli Agrotecnici impugnano al TAR il DPR n. 137/2012
Lo avevano anticipato poco più di un mese fa e dalle parole ai fatti è trascorso poco: il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati f...
Lo avevano anticipato poco più di un mese fa e dalle parole ai
fatti è trascorso poco: il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e
degli Agrotecnici laureati fa sul serio è ha depositato ieri al
Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio il ricorso contro
il DPR n. 137/2012 di riforma delle professioni emanato dal Governo
il 14 agosto 2012.
In particolare, gli Agrotecnici subito dopo la pubblicazione della Riforma avevano già sollecitato il Governo affinché fossero modificate alcune criticità come ad esempio l'attribuzione al Ministero di Giustizia del potere di dettare pareri vincolanti ai Consigli Nazionali nella definizione dei Regolamenti sulla formazione (leggi news).
Volendo ripercorrere la vicenda, gli Agrotecnici hanno ricordato che già nella fase di acquisizione del parere del Consiglio di Stato erano state segnalate diverse criticità nello schema di decreto predisposto dal Governo. Le stesse erano state segnalate anche dalle Commissioni Giustizia di Camera e Senato, le quali condizionavano i propri pareri alla modifica dello schema di Decreto. Nello specifico, la Commissione Giustizia del Senato, nel suo parere del 27 luglio 2012, subordinava il parere positivo sul provvedimento all'adozione di 39 richieste di modifica (in pratica la riscrittura del Decreto, peraltro composto dal soli 14 articoli).
Nonostante le critiche del CdS e delle Commissioni di Camera e Senato, il Governo, pur modificando in parte l'articolato della riforma, non eliminava tutte le criticità ma, come evidenziato dagli Agrotecnici, le mascherava "con sotterfugi levantini". Il tanto dolente riguarda il "Regolamento per la formazione continua obbligatoria", che la legge n. 148/2011 attribuisce alla potestà esclusiva dai Consigli Nazionali mentre il DPR n. 137/2012 stabilisce che gli stessi siano predisposti dai Consigli Nazionali ma subordinandoli al parere favorevole del Ministero vigilante e quindi, di fatto, aggirando il parere del Consiglio di Stato che aveva invitato il Governo a rimuovere l'illegittimità.
Gli Agrotecnici, nel loro ricorso, hanno rilevato come questa tecnica di aggiramento sia stata utilizzata anche per altre criticità, cosicché tutta l'attività degli Ordini e Collegi professionali risulti subordinata a "pareri vincolanti" ovvero a "pareri favorevoli" (non previsti dalla legge autorizzante) che il Ministro vigilante si riserva di esprimere, a pena dell'invalidità ed improcedibilità delle decisioni assunte.
Per tutti questi ed altri motivi gli Agrotecnici, esaurita ogni altra possibilità, sono stati infine costretti a chiedere al TAR l'annullamento del DPR, previa sospensiva. Il Presidente del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati, Roberto Orlandi, ha così commentato la vicenda: "Noi non avremmo mai voluto ricorrere contro questo provvedimento, posto che condividiamo la maggior parte del principi contenuti nelle leggi di riforma dalle quali trova alimento il DPR; ciò che contestiamo, dunque, non è il processo di liberalizzazione delle professioni, che ci vede alfieri, ma il modo con cui il Governo lo ha attuato, secondo un principio di totale accentramento di funzioni, privando i Consigli Nazionali professionali dell'autonomia decisionale prevista per legge e, sul tirocinio professionale, ottenendo un risultato opposto a quello richiesto dalla legge n. 148/2011. Sotto il profilo del tirocinio si può affermare che il DPR n. 137/2012 tradisce nella sostanza la delega di legge, peraltro ingessando, allungando e rendendo più gravoso lo svolgimento del tirocinio professionale. Cioè l'esatto contrario di quello che la legge n. 148/2011 si proponeva di fare".
"Sempre in materia di tirocini - ha proseguito il leader degli Agrotecnici - il DPR n. 137/2012, incredibilmente, non si coordina neppure con le disposizioni precedenti, ed in particolare con il DR n. 328/2001 (che contiene, quanto ai tirocini, regole più favorevoli), sicché allo stato non si capisce se le norme precedenti siano ancora in vigore oppure no. La questione è, per l'Albo degli Agrotecnici, rilevantissima. Infatti in questi anni, abbiamo siglato Convenzioni per lo svolgimento del tirocinio professionale con ben 133 Corsi di laurea distribuiti su 33 ex-Facoltà universitarie; frequentano questi corsi migliaia di giovani, una parte dei quali fra pochi mesi si laureerà: essi hanno diritto di sapere se il tirocinio convenzionale svolto gli consente l'accesso all'Albo oppure no".
In particolare, gli Agrotecnici subito dopo la pubblicazione della Riforma avevano già sollecitato il Governo affinché fossero modificate alcune criticità come ad esempio l'attribuzione al Ministero di Giustizia del potere di dettare pareri vincolanti ai Consigli Nazionali nella definizione dei Regolamenti sulla formazione (leggi news).
Volendo ripercorrere la vicenda, gli Agrotecnici hanno ricordato che già nella fase di acquisizione del parere del Consiglio di Stato erano state segnalate diverse criticità nello schema di decreto predisposto dal Governo. Le stesse erano state segnalate anche dalle Commissioni Giustizia di Camera e Senato, le quali condizionavano i propri pareri alla modifica dello schema di Decreto. Nello specifico, la Commissione Giustizia del Senato, nel suo parere del 27 luglio 2012, subordinava il parere positivo sul provvedimento all'adozione di 39 richieste di modifica (in pratica la riscrittura del Decreto, peraltro composto dal soli 14 articoli).
Nonostante le critiche del CdS e delle Commissioni di Camera e Senato, il Governo, pur modificando in parte l'articolato della riforma, non eliminava tutte le criticità ma, come evidenziato dagli Agrotecnici, le mascherava "con sotterfugi levantini". Il tanto dolente riguarda il "Regolamento per la formazione continua obbligatoria", che la legge n. 148/2011 attribuisce alla potestà esclusiva dai Consigli Nazionali mentre il DPR n. 137/2012 stabilisce che gli stessi siano predisposti dai Consigli Nazionali ma subordinandoli al parere favorevole del Ministero vigilante e quindi, di fatto, aggirando il parere del Consiglio di Stato che aveva invitato il Governo a rimuovere l'illegittimità.
Gli Agrotecnici, nel loro ricorso, hanno rilevato come questa tecnica di aggiramento sia stata utilizzata anche per altre criticità, cosicché tutta l'attività degli Ordini e Collegi professionali risulti subordinata a "pareri vincolanti" ovvero a "pareri favorevoli" (non previsti dalla legge autorizzante) che il Ministro vigilante si riserva di esprimere, a pena dell'invalidità ed improcedibilità delle decisioni assunte.
Per tutti questi ed altri motivi gli Agrotecnici, esaurita ogni altra possibilità, sono stati infine costretti a chiedere al TAR l'annullamento del DPR, previa sospensiva. Il Presidente del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati, Roberto Orlandi, ha così commentato la vicenda: "Noi non avremmo mai voluto ricorrere contro questo provvedimento, posto che condividiamo la maggior parte del principi contenuti nelle leggi di riforma dalle quali trova alimento il DPR; ciò che contestiamo, dunque, non è il processo di liberalizzazione delle professioni, che ci vede alfieri, ma il modo con cui il Governo lo ha attuato, secondo un principio di totale accentramento di funzioni, privando i Consigli Nazionali professionali dell'autonomia decisionale prevista per legge e, sul tirocinio professionale, ottenendo un risultato opposto a quello richiesto dalla legge n. 148/2011. Sotto il profilo del tirocinio si può affermare che il DPR n. 137/2012 tradisce nella sostanza la delega di legge, peraltro ingessando, allungando e rendendo più gravoso lo svolgimento del tirocinio professionale. Cioè l'esatto contrario di quello che la legge n. 148/2011 si proponeva di fare".
"Sempre in materia di tirocini - ha proseguito il leader degli Agrotecnici - il DPR n. 137/2012, incredibilmente, non si coordina neppure con le disposizioni precedenti, ed in particolare con il DR n. 328/2001 (che contiene, quanto ai tirocini, regole più favorevoli), sicché allo stato non si capisce se le norme precedenti siano ancora in vigore oppure no. La questione è, per l'Albo degli Agrotecnici, rilevantissima. Infatti in questi anni, abbiamo siglato Convenzioni per lo svolgimento del tirocinio professionale con ben 133 Corsi di laurea distribuiti su 33 ex-Facoltà universitarie; frequentano questi corsi migliaia di giovani, una parte dei quali fra pochi mesi si laureerà: essi hanno diritto di sapere se il tirocinio convenzionale svolto gli consente l'accesso all'Albo oppure no".
A cura di Ilenia
Cicirello
© Riproduzione riservata