Riforma Professioni, Architetti contro il ricorso presentato dagli Agrotecnici
Pochi giorni fa, il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati ha annunciato di aver depositato presso il Tribunale Amministrativo Reg...
Pochi giorni fa, il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli
Agrotecnici laureati ha annunciato di aver depositato presso il
Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio il ricorso contro
il DPR n. 137/2012 di riforma delle professioni emanato dal Governo
il 14 agosto 2012 (leggi
news).
In particolare, gli Agrotecnici subito dopo la pubblicazione della Riforma avevano già sollecitato il Governo affinché fossero modificate alcune criticità come ad esempio l'attribuzione al Ministero di Giustizia del potere di dettare pareri vincolanti ai Consigli Nazionali nella definizione dei Regolamenti sulla formazione (leggi news).
Ma, come già sostenuto in precedenza, non tutte le categorie professionali sono d'accordo con la strategia degli Agrotecnici e con il loro ricorso al TAR. In particolare, il Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C. ha pubblicato una nota in cui, contestando l'operato degli Agrotecnici, si dichiarano a fianco del governo. In una lettera inviata al Ministro della Giustizia Paola Severino il presidente Leopoldo Freyrie ha sottolineato che "avendo notizia dell'impugnativa del DPR 137/2012 che è stata proposta dal Consiglio Nazionale degli Agrotecnici con ricorso depositato al TAR Lazio nella giornata del 13 novembre, La informo della nostra volontà di ricorrere ad adiuvandum, nel merito ma anche avverso l'istanza cautelare presentata dagli Agrotecnici".
"Gli architetti italiani, infatti - continua la nota del Presidente degli Architetti Italianim - considerano l'iniziativa sbagliata nella sostanza e nel metodo: nella sostanza perché il DPR di Riforma delle Professioni è un testo equilibrato ed utile, che ha tenuto conto delle realtà professionali italiane, lasciando il giusto spazio di autoregolamentazione ai Consigli Nazionali, innovando le regole delle professioni, ma mantenendo saldi i principi di salvaguardia costituzionale; nella forma, perché l'Italia ha bisogno di riforme profonde sempre impedite, nell'ultimo ventennio, dalla logica del "nimby" e dell'interesse particolare che vince sul generale".
In definitiva, il CNAPPC, avendo atteso per anni la riforma, ha contestato l'iniziativa degli Agrotecnici e si è reso disponibile per sensibilizzare gli altri Consigli Nazionali "per difendere un lavoro lungo e difficile che ha portato buoni risultati, anche grazie alla capacità di ascolto, di giudizio e di decisione del Ministro Severino".
In particolare, gli Agrotecnici subito dopo la pubblicazione della Riforma avevano già sollecitato il Governo affinché fossero modificate alcune criticità come ad esempio l'attribuzione al Ministero di Giustizia del potere di dettare pareri vincolanti ai Consigli Nazionali nella definizione dei Regolamenti sulla formazione (leggi news).
Ma, come già sostenuto in precedenza, non tutte le categorie professionali sono d'accordo con la strategia degli Agrotecnici e con il loro ricorso al TAR. In particolare, il Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C. ha pubblicato una nota in cui, contestando l'operato degli Agrotecnici, si dichiarano a fianco del governo. In una lettera inviata al Ministro della Giustizia Paola Severino il presidente Leopoldo Freyrie ha sottolineato che "avendo notizia dell'impugnativa del DPR 137/2012 che è stata proposta dal Consiglio Nazionale degli Agrotecnici con ricorso depositato al TAR Lazio nella giornata del 13 novembre, La informo della nostra volontà di ricorrere ad adiuvandum, nel merito ma anche avverso l'istanza cautelare presentata dagli Agrotecnici".
"Gli architetti italiani, infatti - continua la nota del Presidente degli Architetti Italianim - considerano l'iniziativa sbagliata nella sostanza e nel metodo: nella sostanza perché il DPR di Riforma delle Professioni è un testo equilibrato ed utile, che ha tenuto conto delle realtà professionali italiane, lasciando il giusto spazio di autoregolamentazione ai Consigli Nazionali, innovando le regole delle professioni, ma mantenendo saldi i principi di salvaguardia costituzionale; nella forma, perché l'Italia ha bisogno di riforme profonde sempre impedite, nell'ultimo ventennio, dalla logica del "nimby" e dell'interesse particolare che vince sul generale".
In definitiva, il CNAPPC, avendo atteso per anni la riforma, ha contestato l'iniziativa degli Agrotecnici e si è reso disponibile per sensibilizzare gli altri Consigli Nazionali "per difendere un lavoro lungo e difficile che ha portato buoni risultati, anche grazie alla capacità di ascolto, di giudizio e di decisione del Ministro Severino".
A cura di Ilenia
Cicirello
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