Servizi di architettura e ingegneria e Decreto Parametri bis: duro attacco del PAT
Quella del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici non aveva sortito alcun effetto, ma la bocciatura dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di...
Quella del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici non aveva
sortito alcun effetto, ma la bocciatura dell'Autorità per la
vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture al
Decreto Parametri bis ha subito scatenato l'ira delle
principali professioni tecniche. Dopo lo stupore del Presidente dei
Geologi Italiani Gian Vito Graziano (leggi news), è arrivata la secca ed
inequivocabile presa di posizione del Presidente del Consiglio
Nazionale degli Ingegneri Armando Zambrano nonché
coordinatore del PAT (Professioni Area Tecnica) che include 9
professioni: biologi, chimici, dottori agronomi e dottori
forestali, geologi, geometri, ingegneri, periti agrari, periti
industriali e tecnologi alimentari.
Secondo quanto sostenuto dall'Ing. Zambrano, i ritardi all'emanazione del Decreto Parametri stanno seriamente mettendo a rischio la trasparenza delle gare pubbliche. Ancora più pensante l'affermazione del Coordinato del PAT circa la possibilità che il Decreto Parametri sia boicottato da gruppi di potere che stanno cercando di affossarne l'approvazione.
Riportiamo di seguito il comunicato del Consiglio Nazionale degli Ingegneri e non nascondiamo la nostra soddisfazione e certamente quella di centinaia di migliaia di professionisti che finalmente possono assistere ad una presa di posizione che non abbia connotati "politici" ma che pensi solamente al bene della categoria.
"E' inconcepibile che siano proprio quegli organi deputati alla tutela della correttezza e della legalità a frapporre ostacoli assolutamente ingiustificati. Le professioni tecniche si predispongono perciò a rendere noti questi comportamenti, ingiustificabili appunto, nel nome dell'interesse pubblico". Interviene senza mezzi termini Armando Zambrano, Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri e coordinatore del PAT (organizzazione che raggruppa le professioni di area tecnica, agronomi, geologi, periti agrari, periti industriali, geometri, chimici e tecnologici alimentari) puntando chiaramente il dito contro il parere pronunciato, che di fatto complica l'iter verso l'approvazione, dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici in merito al cosiddetto "Dm parametri bis". Un decreto molto atteso dai professionisti perché disciplina, in un campo dominato da comportamenti spesso illecitamente discrezionali, i compensi da porre a base delle gare di progettazione dopo l'abolizione dei vecchi minimi.
Il recente provvedimento dilatorio dell'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici è inspiegabile per il PAT; esso si va ad aggiungere ad un analogo parere espresso in precedenza dal Consiglio dei Lavori Pubblici, anch'esso teso sostanzialmente, con censure opinabili, a ritardare l'emanazione di un provvedimento assolutamente urgente ed indifferibile.
Secondo le professioni di area tecnica - che pur contestando le considerazioni dei pareri hanno già apportato le necessarie modifiche ai contenuti di tale provvedimento, secondo quanto richiesto dal Ministero della Giustizia, per evitarne il rallentamento o, peggio, l'affossamento - così si rischia di dare continuità ad alcune gravi distorsioni del sistema di affidamento degli incarichi di progettazione ed esecuzione delle opere pubbliche. Sistema che, ad oggi, come sottolinea lo stesso Zambrano "è rimesso alla discrezionalità dei Responsabili Unici del Procedimento (RUP) che possono stabilire in maniera arbitraria l'entità dei compensi delle prestazioni tecniche necessarie." Un modus operandi che facilita anche situazioni di corruzione - denunciano i professionisti - non essendo determinabile la responsabilità dei RUP.
"Quello che più ci preoccupa - sostiene Zambrano - è non solo che sia stata messa in dubbio la necessità del Decreto stesso quando esiste una norma primaria di riferimento che, invece, lo legittima e che stigmatizza l'obbligatorieta della sua adozione, ma anche che sia contestata la sua correttezza, nell'interpretazione data in alcuni articoli della stampa". Non sussiste, in definitiva, per i professionisti, nessuna problematica legata all'introduzione dei parametri che rischierebbe, in alcuni casi, - questo è quanto stato paventato - di comportare un aumento dei compensi rispetto alle tariffe stabilite dal Dm 4 Aprile 2001, ipotesi preclusa dal Dl liberalizzazioni (Dl 1/2012), al quale si rifà il decreto sui compensi professionali.
"In realtà, come accade spesso nel nostro Paese - conclude Zambrano - è possibile che gruppi di potere più o meno organizzati, in particolare grandi stazioni appaltanti pubbliche, con forte capacità di "influenza", possano tentare di contrastare l'iter del provvedimento che impedirebbe la discrezionalità, oggi esistente, nella definizione dei compensi e che consente, senza, in pratica, assumersi responsabilità, turbative dei sistemi di affidamento. Siamo però fiduciosi che il Ministero della Giustizia, supremo garante della legalità e competente all'adozione, acquisito il concerto urgente del Ministero delle Infrastrutture, procederà alla sollecita emanazione del provvedimento".
Secondo quanto sostenuto dall'Ing. Zambrano, i ritardi all'emanazione del Decreto Parametri stanno seriamente mettendo a rischio la trasparenza delle gare pubbliche. Ancora più pensante l'affermazione del Coordinato del PAT circa la possibilità che il Decreto Parametri sia boicottato da gruppi di potere che stanno cercando di affossarne l'approvazione.
Riportiamo di seguito il comunicato del Consiglio Nazionale degli Ingegneri e non nascondiamo la nostra soddisfazione e certamente quella di centinaia di migliaia di professionisti che finalmente possono assistere ad una presa di posizione che non abbia connotati "politici" ma che pensi solamente al bene della categoria.
"E' inconcepibile che siano proprio quegli organi deputati alla tutela della correttezza e della legalità a frapporre ostacoli assolutamente ingiustificati. Le professioni tecniche si predispongono perciò a rendere noti questi comportamenti, ingiustificabili appunto, nel nome dell'interesse pubblico". Interviene senza mezzi termini Armando Zambrano, Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri e coordinatore del PAT (organizzazione che raggruppa le professioni di area tecnica, agronomi, geologi, periti agrari, periti industriali, geometri, chimici e tecnologici alimentari) puntando chiaramente il dito contro il parere pronunciato, che di fatto complica l'iter verso l'approvazione, dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici in merito al cosiddetto "Dm parametri bis". Un decreto molto atteso dai professionisti perché disciplina, in un campo dominato da comportamenti spesso illecitamente discrezionali, i compensi da porre a base delle gare di progettazione dopo l'abolizione dei vecchi minimi.
Il recente provvedimento dilatorio dell'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici è inspiegabile per il PAT; esso si va ad aggiungere ad un analogo parere espresso in precedenza dal Consiglio dei Lavori Pubblici, anch'esso teso sostanzialmente, con censure opinabili, a ritardare l'emanazione di un provvedimento assolutamente urgente ed indifferibile.
Secondo le professioni di area tecnica - che pur contestando le considerazioni dei pareri hanno già apportato le necessarie modifiche ai contenuti di tale provvedimento, secondo quanto richiesto dal Ministero della Giustizia, per evitarne il rallentamento o, peggio, l'affossamento - così si rischia di dare continuità ad alcune gravi distorsioni del sistema di affidamento degli incarichi di progettazione ed esecuzione delle opere pubbliche. Sistema che, ad oggi, come sottolinea lo stesso Zambrano "è rimesso alla discrezionalità dei Responsabili Unici del Procedimento (RUP) che possono stabilire in maniera arbitraria l'entità dei compensi delle prestazioni tecniche necessarie." Un modus operandi che facilita anche situazioni di corruzione - denunciano i professionisti - non essendo determinabile la responsabilità dei RUP.
"Quello che più ci preoccupa - sostiene Zambrano - è non solo che sia stata messa in dubbio la necessità del Decreto stesso quando esiste una norma primaria di riferimento che, invece, lo legittima e che stigmatizza l'obbligatorieta della sua adozione, ma anche che sia contestata la sua correttezza, nell'interpretazione data in alcuni articoli della stampa". Non sussiste, in definitiva, per i professionisti, nessuna problematica legata all'introduzione dei parametri che rischierebbe, in alcuni casi, - questo è quanto stato paventato - di comportare un aumento dei compensi rispetto alle tariffe stabilite dal Dm 4 Aprile 2001, ipotesi preclusa dal Dl liberalizzazioni (Dl 1/2012), al quale si rifà il decreto sui compensi professionali.
"In realtà, come accade spesso nel nostro Paese - conclude Zambrano - è possibile che gruppi di potere più o meno organizzati, in particolare grandi stazioni appaltanti pubbliche, con forte capacità di "influenza", possano tentare di contrastare l'iter del provvedimento che impedirebbe la discrezionalità, oggi esistente, nella definizione dei compensi e che consente, senza, in pratica, assumersi responsabilità, turbative dei sistemi di affidamento. Siamo però fiduciosi che il Ministero della Giustizia, supremo garante della legalità e competente all'adozione, acquisito il concerto urgente del Ministero delle Infrastrutture, procederà alla sollecita emanazione del provvedimento".
A cura di Ilenia
Cicirello
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