Ritardati pagamenti, Architetti: Nessun rispetto per i professionisti
"Il Ministro non ci nomina, ma non possiamo nemmeno immaginare che il Decreto per sbloccare i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione, annunciato...
"Il Ministro non ci nomina, ma non possiamo nemmeno immaginare
che il Decreto per sbloccare i pagamenti dei debiti della pubblica
amministrazione, annunciato dal titolare dell'Economia, Vittorio
Grilli, non includa anche i professionisti italiani e non sia,
quindi, limitato alle sole imprese. Grilli sa bene che le
professioni italiane - così come le aziende - sono
soffocate da questi ritardi che rendono insostenibile una già
precaria situazione aggravata dall'attuale congiuntura
economica". Queste le parole affidate ad una nota del
Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e
Conservatori, all'indomani della dichiarazione del Ministro delle
Finanze, Vittorio Grilli, che tornando sui ritardi o mancati
pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni ha affermato che
il Ministero sta lavorando per sbloccare i debiti della pubblica
amministrazione con i fornitori e che non ci saranno inutili
ostacoli o complicazioni burocratiche. Nessun chiaro
riferimento, dunque, ai professionisti.
"Gli architetti italiani vantano crediti dalla pubblica amministrazione per circa 500 milioni di euro sul totale di circa 2 miliardi che lo Stato deve al comparto della progettazione delle opere pubbliche. Si tratta di una situazione che non può essere ulteriormente sopportata da un comparto, come appunto quello della progettazione, che registra eccezionali ed insopportabili dinamiche di flessione anche per il blocco delle opere pubbliche".
"Più di altre professioni - continua la nota del CNAPPC - stiamo pagando un pesante tributo alla crisi poiché sulla nostra attività si riflette inevitabilmente il trend negativo del settore dell'edilizia che sta provocando una conseguente significativa riduzione dei fatturati e, in molti casi, la chiusura di numerosissimi studi professionali di medie e piccole dimensioni con gravissime conseguenze negative soprattutto per i giovani architetti".
"Consapevoli della complessa situazione economica e sociale che il Paese sta vivendo e per far ripartire la nostra economia - continua il CNAPPC - da tempo abbiamo messo in campo una proposta concreta ed individuato gli strumenti per realizzarla: puntare su un piano di rigenerazione urbana sostenibile, spostando risorse dalle grandi infrastrutture alle città, vero cuore della nazione, perché solo una politica seria di "riuso" può portare a risparmi veri e alla crescita economica, culturale e sociale indispensabile all'Italia".
In definitiva, per il CNAPPC "il tempo dell'attesa è scaduto: ci aspettiamo ed esigiamo risposte ed interventi chiari - e il pagamento del dovuto sarà un primo sia pur tardivo segnale - non discriminando tra imprese e professionisti. Superamento della bulimia burocratica e il taglio drastico ai costi interni alla pubblica amministrazione sono indispensabili per far ripartire il Paese".
"Gli architetti italiani vantano crediti dalla pubblica amministrazione per circa 500 milioni di euro sul totale di circa 2 miliardi che lo Stato deve al comparto della progettazione delle opere pubbliche. Si tratta di una situazione che non può essere ulteriormente sopportata da un comparto, come appunto quello della progettazione, che registra eccezionali ed insopportabili dinamiche di flessione anche per il blocco delle opere pubbliche".
"Più di altre professioni - continua la nota del CNAPPC - stiamo pagando un pesante tributo alla crisi poiché sulla nostra attività si riflette inevitabilmente il trend negativo del settore dell'edilizia che sta provocando una conseguente significativa riduzione dei fatturati e, in molti casi, la chiusura di numerosissimi studi professionali di medie e piccole dimensioni con gravissime conseguenze negative soprattutto per i giovani architetti".
"Consapevoli della complessa situazione economica e sociale che il Paese sta vivendo e per far ripartire la nostra economia - continua il CNAPPC - da tempo abbiamo messo in campo una proposta concreta ed individuato gli strumenti per realizzarla: puntare su un piano di rigenerazione urbana sostenibile, spostando risorse dalle grandi infrastrutture alle città, vero cuore della nazione, perché solo una politica seria di "riuso" può portare a risparmi veri e alla crescita economica, culturale e sociale indispensabile all'Italia".
In definitiva, per il CNAPPC "il tempo dell'attesa è scaduto: ci aspettiamo ed esigiamo risposte ed interventi chiari - e il pagamento del dovuto sarà un primo sia pur tardivo segnale - non discriminando tra imprese e professionisti. Superamento della bulimia burocratica e il taglio drastico ai costi interni alla pubblica amministrazione sono indispensabili per far ripartire il Paese".
A cura di Ilenia
Cicirello
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