Green economy: Audizione ANCE alla Camera dei Deputati

Si è svolta il 22 novembre scorso l’audizione dell’ANCE presso le Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera dei Deputati, nell’ambito d...

26/11/2013
Si è svolta il 22 novembre scorso l’audizione dell’ANCE presso le Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’Indagine conoscitiva sulla Green Economy.
La delegazione associativa ha evidenziato, in premessa, che oggi il modello di sviluppo basato sulle fonti energetiche di origine fossile e sul consumo di materie prime non rinnovabili è divenuto una via insostenibile alla crescita. Per tale finalità serve un cambio di paradigma al fine di favorire la transizione verso un modello di sviluppo sostenibile, che sia cioè in grado di conciliare la soddisfazione dei bisogni delle presenti generazioni con quelli delle generazioni future. In questa sfida, il settore edile ha un’importante voce in capitolo, dal momento che può significativamente contribuire al risparmio di energia e di risorse naturali.
Ha, quindi, sottolineato che la Green Economy ha bisogno di politiche di sostegno efficaci e di un quadro regolamentare certo e chiaro.

Ha, poi, ricordato la centralità della Green Economy nell’ambito della strategia europea con obiettivi richiedono uno sforzo congiunto di tutti i settori economici, a partire da quelli più energivori, tra cui si colloca il settore edile. Anche per questo, la Commissione Europea ha destinato all’edilizia un ruolo centrale, individuando l’edilizia sostenibile come uno dei sei “lead market” del futuro, cioè i mercati con grandi potenzialità di sviluppo anche in termini di occupazione e nuove figure professionali, insieme alle energie rinnovabili e al riutilizzo dei materiali.

La delegazione dell’Ance ha, poi, illustrato le potenzialità “green” del settore delle costruzioni. Al riguardo, ha precisato che sono tre gli ambiti su cui intervenire specificando per ciascuno mirate proposte.
Il primo ambito di intervento riguarda le nuove costruzioni, in cui da una parte occorre muoversi nella direzione degli “edifici a energia quasi zero”, dall’altra è necessario favorire l’utilizzo di materiali costruttivi il cui impatto sull’ambiente sia sempre più ridotto, anche attraverso la pratica del riciclo dei materiali da costruzione e demolizione.
Al riguardo, ha espresso la necessità di incentivare l’utilizzo di materiali provenienti da recupero di rifiuti da costruzione e demolizione, dare impulso all’implementazione nazionale del Green Public Procurement, favorire la formazione e l’aggiornamento professionale degli operatori del settore edile.
Altro ambito di intervento è costituito dal patrimonio edilizio esistente, cui sono imputabili la gran parte dei consumi di energia, oltre a carenze funzionali come le barriere architettoniche e l'inadeguatezza alla normativa sismica. Si tratta di edifici il cui fabbisogno medio è pari a 180 kWh/mq all’anno, un valore circa quattro volte superiore alla media degli edifici costruiti secondo le vigenti norme.
Al riguardo, ha espresso la necessità di rendere stabile la detrazione fiscale del 65% per le riqualificazioni energetiche, prevedere nuove misure di sostegno alle attività di efficientamento energetico degli edifici esistenti, avviare il terzo ciclo del Fondo rotativo Kyoto, promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione sui benefici derivanti dal miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici.
Il terzo ambito di intervento è rappresentato dalle città in senso lato, perché la sfida della sostenibilità e dell’economia verde deve essere affrontata con una visione d’insieme, mirando ad efficientare non solo le case ma anche i centri urbani nel loro complesso, con una particolare attenzione al recupero delle aree industriali dismesse. Al riguardo, ha espresso la necessità di definire una legge quadro per il governo del territorio, incentivare fiscalmente i processi di riqualificazione urbana, riqualificare il patrimonio scolastico. rimuovere le barriere che ostacolano l’uso di capitali privati, dare certezza e velocizzare i processi di rifunzionalizzazione delle aree industriali dismesse.

Infine la delegazione dell’Ance si è soffermata sull’utilizzo dei fondi strutturali europei e FSC. La programmazione dei fondi europei e nazionali (Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, ex-FAS) del periodo 2014-2020 rappresenta, infatti, una straordinaria occasione per dare impulso alla green economy.
Il rispetto dei vincoli regolamentari europei ci impone di destinare almeno 5,2 miliardi di euro dei circa 39 miliardi del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR) alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio ed in particolare all’efficienza energetica degli edifici.
Più in generale, nella nuova programmazione, le istituzioni europee attribuiscono carattere prioritario al tema delle politiche urbane ed in particolare al tema della rigenerazione urbana ai quali potrebbero essere destinati più di 20 miliardi di euro (3 miliardi l’anno per 7 anni).
Ha, pertanto, espresso l’opportunità di fare della green economy un elemento centrale dell’intervento sulle città, finanziare le misure con le risorse della programmazione unitaria, prevedere la possibilità di finanziare interventi di efficientamento energetico non solo degli edifici pubblici ma anche di quelli privati.

In allegato il documento con le proposte ANCE consegnato agli atti delle Commissioni.

Fonte: Ance
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