Stop al consumo del suolo, il Consiglio dei Ministri approva il disegno di legge
Via libera al disegno di legge per il contenimento del consumo del suolo. Il Consiglio dei Ministri n. 40 del 13 dicembre 2013 ha approvato, su proposta dei ...
Via libera al disegno di legge per il contenimento del consumo del
suolo. Il Consiglio dei Ministri n. 40 del 13 dicembre 2013 ha
approvato, su proposta dei Ministri delle Politiche Agricole
Alimentari e Forestali, Nunzia De Girolamo, per i Beni e le
Attività Culturali e Turismo, Massimo Bray, dell'Ambiente e
della Tutela del Territorio e del Mare, Andrea Orlando, e
delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, un
disegno di legge finalizzato al contenimento del consumo del suolo,
alla valorizzazione del suolo non edificato, alla promozione
dell'attività agricola che sullo stesso si svolge o potrebbe
svolgersi, nonché alla valorizzazione del suolo come risorsa da
tutelare anche ai fini di mitigazione prevenzione del rischio
idrogeologico.
"Siamo di fronte ad una svolta per l'uso del suolo nel nostro paese: si potrà costruire solo se si riutilizza e questo in un paese in cui si è costruito a prescindere delle esigenze è un paletto importantissimo". Queste le parole del ministro dell'Ambiente Orlando commentando il ddl sul consumo del suolo approvato. "Si tratta - continua Orlando - di sviluppare un ragionamento incentivando il riutilizzo del patrimonio edilizio civile e industriale.
Il ddl sul consumo del suolo "rappresenta una separazione netta tra il futuro e il passato. In passato c'è stata la devastazione dei territori, attraverso, purtroppo, una cementificazione sproporzionata e non ordinata, e un futuro nel quale il terreno viene utilizzato per lo sviluppo, rispettato e, diventa un nostro patrimonio, attraverso il quale dare anche una possibilità alle future generazioni". Questo il commento del ministro delle Politiche agricole De Girolamo che, nella conferenza stampa di fine Cdm ha affermato "Abbiamo voluto dare un segnale, con una collaborazione ancora una volta fortissima, fra il ministro dell'Ambiente e quello dell'Agricoltura tanto che diventiamo quasi una coppia di fatto di questo governo nonostante le nostre grandi divergenze politiche, ma oggi insieme nell'interesse dell'Italia".
Il ministro De Girolamo ha spiegato come nel provvedimento ci sia l'aspetto innovativo inerente "il riuso edilizio e quindi la riqualificazione. Questo consentirà una modo sano di fare impresa edilizia e lo diamo come segnale anche a chi è preoccupato da questo provvedimento, che va incontro alle esigenze delle generazioni future e dei giovani imprenditori". Il ministro ha definito il provvedimento una "grande opportunità" per quelli che si specializzeranno nel risanamento delle aree e per i giovani imprenditori agricoli e un "grande segnale" per le giovani generazioni che "vorranno fare impresa agricola e impresa edilizia in maniera diversa, tutelando la terra che è l'unico grande patrimonio che noi lasciamo ai nostri figli".
Lo scopo del ddl è, dunque, quello di impedire che il suolo venga eccessivamente eroso e consumato dall'urbanizzazione e al contempo promuovere e sostenere il riuso e la rigenerazione di aree già interessate da processi di edificazione.
Ricordiamo che il ddl aveva già incassato il parere favorevole della Conferenza Unificata che il 7 novembre 2013 si era espressa sullo schema di ddl in materia di contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato condizionato, condizionandone l'approvazione per la sola parte regionale all'accoglimento delle proposte contenute nel documento di cui all'Allegato al parere (vedi allegato).
"Siamo di fronte ad una svolta per l'uso del suolo nel nostro paese: si potrà costruire solo se si riutilizza e questo in un paese in cui si è costruito a prescindere delle esigenze è un paletto importantissimo". Queste le parole del ministro dell'Ambiente Orlando commentando il ddl sul consumo del suolo approvato. "Si tratta - continua Orlando - di sviluppare un ragionamento incentivando il riutilizzo del patrimonio edilizio civile e industriale.
Il ddl sul consumo del suolo "rappresenta una separazione netta tra il futuro e il passato. In passato c'è stata la devastazione dei territori, attraverso, purtroppo, una cementificazione sproporzionata e non ordinata, e un futuro nel quale il terreno viene utilizzato per lo sviluppo, rispettato e, diventa un nostro patrimonio, attraverso il quale dare anche una possibilità alle future generazioni". Questo il commento del ministro delle Politiche agricole De Girolamo che, nella conferenza stampa di fine Cdm ha affermato "Abbiamo voluto dare un segnale, con una collaborazione ancora una volta fortissima, fra il ministro dell'Ambiente e quello dell'Agricoltura tanto che diventiamo quasi una coppia di fatto di questo governo nonostante le nostre grandi divergenze politiche, ma oggi insieme nell'interesse dell'Italia".
Il ministro De Girolamo ha spiegato come nel provvedimento ci sia l'aspetto innovativo inerente "il riuso edilizio e quindi la riqualificazione. Questo consentirà una modo sano di fare impresa edilizia e lo diamo come segnale anche a chi è preoccupato da questo provvedimento, che va incontro alle esigenze delle generazioni future e dei giovani imprenditori". Il ministro ha definito il provvedimento una "grande opportunità" per quelli che si specializzeranno nel risanamento delle aree e per i giovani imprenditori agricoli e un "grande segnale" per le giovani generazioni che "vorranno fare impresa agricola e impresa edilizia in maniera diversa, tutelando la terra che è l'unico grande patrimonio che noi lasciamo ai nostri figli".
Lo scopo del ddl è, dunque, quello di impedire che il suolo venga eccessivamente eroso e consumato dall'urbanizzazione e al contempo promuovere e sostenere il riuso e la rigenerazione di aree già interessate da processi di edificazione.
Ricordiamo che il ddl aveva già incassato il parere favorevole della Conferenza Unificata che il 7 novembre 2013 si era espressa sullo schema di ddl in materia di contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato condizionato, condizionandone l'approvazione per la sola parte regionale all'accoglimento delle proposte contenute nel documento di cui all'Allegato al parere (vedi allegato).
A cura di Gabriele
Bivona
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