Brasile, una società all'ultimo Stadio
E' passata già una settimana dal calcio di inizio di Brasile 2014 e le partite di qualificazione agli ottavi puntano ogni giorno le luci su tre diversi sta...
E' passata già una settimana dal calcio di inizio di Brasile 2014 e
le partite di qualificazione agli ottavi puntano ogni giorno le
luci su tre diversi stadi, per un totale di dodici
strutture modernissime e frutto della progettazione di studi noti a
livello internazionale. Da Manaus nel cuore
dell'Amazzonia, alla costa est con Rio de Janeiro, fino al sud con
Porto Alegre, la costruzione o ristrutturazione degli impianti è
stata decisamente onerosa in termini economici, di tempistica e
purtroppo a volte anche di vite umane.
La prima partita dell'Italia si è svolta a Manaus, presso
l'Arena da Amazônia di Manaus. Lo stadio è stato
uno dei primi al mondo a ottenere la certificazione LEED, è
rivestito da pannelli di tessuto in fibra di vetro traslucidi e ha
un'ampia copertura studiata per il deflusso delle abbondanti piogge
locali. Recife sarà il teatro di Italia-Costa Rica, all'interno del
nuovo stadio di calcio costruito a São Lourenço da
Mata. L'impianto adotta soluzioni tecnologiche
all'avanguardia nel campo della sostenibilità, come il
riscaldamento dell'acqua ottenuto attraverso l'uso di pannelli
solari ad alta efficienza e la centrale solare interna che può
produrre fino a 1 MW di energia pulita. Infine, l'Arena das
Dunas a Natal dovrebbe ospitare (salvo il perdurare di
avverse condizioni meteorologiche) Italia-Uruguay. L'edificio - la
cui sagoma si ispira alle dune di sabbia che costituiscono una
delle più importanti attrazioni naturali locali - è il più
apprezzato fra i 12 impianti dei Mondiali di Calcio 2014 ed è stato
realizzato in soli tre anni.
Purtroppo non è tutto oro quel che luccica: alcune tra queste
strutture sono destinate a diventare delle cattedrali nel
deserto, sottoutilizzate, se non addirittura abbandonate.
E tra queste, proprio gli stadi di Manaus e Natal, città fuori dai
circuiti classici dei viaggi in Brasile e dove le squadre di calcio
locali ospitano normalmente migliaia di tifosi in meno rispetto
alla capienza di questi impianti. Già da ora si parla di
stadi semivuoti o comunque non strapieni per come era stato
previsto. Del resto, un biglietto può costare anche 200
euro, una cifra di tutto rispetto tenendo conto dei salari medi del
Paese.
In ogni caso, la progettazione degli impianti è stata un
vero e proprio sperpero di denaro pubblico, considerando
le grandi carenze del Brasile in ambiti fondamentali,
dall'istruzione alla sanità. Si sono investiti miliardi per portare
le partite dei Mondiali 2014 in città dove le squadre locali più
importanti giocano in serie B, C o addirittura D. Pensiamo a
Brasilia, con il Brasiliense Futebol Club, squadra di serie C, e il
Gama, addirittura in serie D e che dopo i Mondiali si ritroveranno
a poter giocare in uno stadio da 70mila posti. E in serie D
militano anche il Nacional Futebol Club e il São Raimundo, le due
squadre principali di Manaus. Secondo il Ministero dello Sport, gli
stadi dei Mondiali 2014 che corrono il rischio di diventare degli
elefanti bianchi potranno ricevere le partite di squadre di altre
città, oppure organizzare eventi musicali o di altra natura.
Nonostante le rassicurazioni, tutto ciò comunque non può che
sottolineare l'occasione perduta di un'economia in
espansione per diminuire quell'enorme gap tra ricchi e
poveri tipico di molti paesi del Terzo Mondo. Con buona
pace della Fifa e del buonismo profuso nelle cerimonie dedicate
alla competizione calcistica più seguita al mondo.
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