Fondi Europei, 20 miliardi da spendere entro il 31 dicembre 2015
La partita da giocare è determinante ed avvincente per le sorti di un Paese "alla deriva", di una Nazione che si lacera. Di un Italia sempre più divisa tra n...
La partita da giocare è determinante ed avvincente per le sorti di
un Paese "alla deriva", di una Nazione che si lacera. Di un Italia
sempre più divisa tra nord e sud, da poveri sempre più poveri, a
ricchi sempre più ricchi, in un brodo di complessità amministrativo
e burocratico, dove la semplificazione diventa complicazione.
Ora sul piatto della bilancia ci sono circa 20 miliardi di euro (15 miliardi per il Nostro Sud) di Fondi Europei 2007-2013 corrispondenti al 40% da spendere entro il 31 dicembre 2015. Ma occorrono progetti cantierabili per spendere in un anno quello che è stato speso in 5 anni.
Ovviamente parliamo di progetti inclusivi, trasversali, attrattivi, connessi ed integrati che devono fungere da "ponte" con la nuova programmazione dei fondi strutturali 2014-2020. In quanto è ovvio che non potranno essere spesi entro la fine del prossimo anno.
Pertanto salviamo il salvabile! Per inserirli nella nuova programmazione occorrono però progetti nuovi, non i soliti che non si realizzano mai ovvero si duplicano (ne abbiamo tanti esempi locali, regionali e nazionali), che assorbono tanti finanziamenti pubblici ma non vedono la luce da secoli.
Occorre una rivoluzione culturale nel concepire l'intero processo progettuale, amministrativo, esecutivo e gestionale delle opere pubbliche, dove l'attività progettuale è asse portante, centrale e non più ai margini. Solo così siamo veramente capaci di fare progetti inclusivi, trasversali, attrattivi, connessi ed integrati, come richiesti dall'Europa.
Ci inventiamo tutto dall'Agenzia Per la Coesione <nazionale> per monitorare e promuovere , alle Task Force <regionali> per non perdere finanziamenti europei, ai vari uffici <comunali> per catturarli.
Sembrerebbe che si fa tutto per raggiungere l'obbiettivo ultimo "fare" sviluppo, "fare " coesione e solidarietà sociale, "fare" opere pubbliche per rimuovere gli squilibri economici e sociali del paese, come previsto dall'art.119 della Carta Costituzionale. Di fatto i risultati non ci sono, non arrivano.
E' un vero colabrodo. Non si riescono a tappare tanti buchi se non si cambia il contenitore e soprattutto se non evitiamo questa emorragia dei giovani laureati che scappano via dall'Italia. Dobbiamo tenerceli stretti, dobbiamo gratificarli, dobbiamo pagarli.
Basterebbe non perdere tanti miliardi di finanziamenti europei per ripagarli e dare sviluppo a un paese grande come l'Italia che ha investito, ha scommesso sui giovani. Grande in tutto: cultura, arti, industria, scienza. In una sola parola grande nella bellezza.
Allora perché scappare via se abbiamo tutto questo?
Io dico che occorre un nuovo contenitore, chiamamolo pure, Ufficio Tecnico Nazionale, dove vanno impiegate tutte le risorse migliori del nostro paese, giovani e meno giovani laureati, giovani e meno giovani ricercatori, giovani e meno giovani professionisti e non i soliti manager super pagati delle aziende pubbliche.
Raccogliere tutte le energie dal basso per colpire al centro.
Io dico che dobbiamo provarci, tutti insieme in un clima di leale collaborazione tra le parti istituzionali, nell'obbligo civico di chiedere conto dell'operato per fare meglio, per non continuare a sbagliare e far pagare tutti gli errori di una programmazione inconcludente, di una cattiva esecuzione di opere incompiute. Sono soldi pubblici, pertanto devono dar conto ai cittadini e se le cose sono tali da determinare danni erariali devono dar conto alla Corte dei Conti. Perché è giusto che chi ha sbagliato deve pagare. Chi fa bene deve essere premiato.
La pagella ai politici e agli amministratori della cosa pubblica và data tutti i giorni, con il controllo, la partecipazione, con i suggerimenti ma anche con le denunce di mal governo. Non limitiamoci a mandarli a casa solo alle votazioni se hanno fatto male il loro dovere. Altrimenti perdiamo e non riusciamo neanche a recuperare quello che diamo all'Europa. Le prime manovre sono iniziate.
Il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (delibera 21/2014) ha di recente decurtato 306,8 milioni di euro (10%) per tutti gli interventi che non sono arrivati nei termini fissati. E questi milioni sono definitivamente persi. Poi, ha sottratto 1.345,75 milioni di euro alle regioni della vecchia programmazione per poter riassegnare 1.143,86 milioni di euro alle medesime con una decurtazione del 15% nell'ambito della nuova programmazione 2014-2020 a condizione che entro dicembre 2014 devono trasmettere un dettagliato elenco di progetti cantierabili per i quali gli Obblighi Giuridicamente Vincolanti (OGV) devono essere assunti entro dicembre 2015. E ne abbiamo persi altri 201,86 milioni di euro, con il rischio di perderli tutti se non arrivano gli OGV entro 31 dicembre 2015.
Possiamo immaginare di non fare il solito elenco di progetti e dare concreta opportunità alle "brave amministrazioni", che investono nella nuova progettazione e che hanno realmente progetti cantierabili. Oppure continuare ad assegnare, elencare, lottizzare interventi mangia soldi.
In poche parole per non perdere tutto e superare la criticità degli interventi, occorre investire adeguatamente pochi euro nella progettazione inclusiva, trasversale, attrattiva, connessa ed integrata di programmi europei per avere una montagna di euro promuovendo lo sviluppo economico del paese.
Ora sul piatto della bilancia ci sono circa 20 miliardi di euro (15 miliardi per il Nostro Sud) di Fondi Europei 2007-2013 corrispondenti al 40% da spendere entro il 31 dicembre 2015. Ma occorrono progetti cantierabili per spendere in un anno quello che è stato speso in 5 anni.
Ovviamente parliamo di progetti inclusivi, trasversali, attrattivi, connessi ed integrati che devono fungere da "ponte" con la nuova programmazione dei fondi strutturali 2014-2020. In quanto è ovvio che non potranno essere spesi entro la fine del prossimo anno.
Pertanto salviamo il salvabile! Per inserirli nella nuova programmazione occorrono però progetti nuovi, non i soliti che non si realizzano mai ovvero si duplicano (ne abbiamo tanti esempi locali, regionali e nazionali), che assorbono tanti finanziamenti pubblici ma non vedono la luce da secoli.
Occorre una rivoluzione culturale nel concepire l'intero processo progettuale, amministrativo, esecutivo e gestionale delle opere pubbliche, dove l'attività progettuale è asse portante, centrale e non più ai margini. Solo così siamo veramente capaci di fare progetti inclusivi, trasversali, attrattivi, connessi ed integrati, come richiesti dall'Europa.
Ci inventiamo tutto dall'Agenzia Per la Coesione <nazionale> per monitorare e promuovere , alle Task Force <regionali> per non perdere finanziamenti europei, ai vari uffici <comunali> per catturarli.
Sembrerebbe che si fa tutto per raggiungere l'obbiettivo ultimo "fare" sviluppo, "fare " coesione e solidarietà sociale, "fare" opere pubbliche per rimuovere gli squilibri economici e sociali del paese, come previsto dall'art.119 della Carta Costituzionale. Di fatto i risultati non ci sono, non arrivano.
E' un vero colabrodo. Non si riescono a tappare tanti buchi se non si cambia il contenitore e soprattutto se non evitiamo questa emorragia dei giovani laureati che scappano via dall'Italia. Dobbiamo tenerceli stretti, dobbiamo gratificarli, dobbiamo pagarli.
Basterebbe non perdere tanti miliardi di finanziamenti europei per ripagarli e dare sviluppo a un paese grande come l'Italia che ha investito, ha scommesso sui giovani. Grande in tutto: cultura, arti, industria, scienza. In una sola parola grande nella bellezza.
Allora perché scappare via se abbiamo tutto questo?
Io dico che occorre un nuovo contenitore, chiamamolo pure, Ufficio Tecnico Nazionale, dove vanno impiegate tutte le risorse migliori del nostro paese, giovani e meno giovani laureati, giovani e meno giovani ricercatori, giovani e meno giovani professionisti e non i soliti manager super pagati delle aziende pubbliche.
Raccogliere tutte le energie dal basso per colpire al centro.
Io dico che dobbiamo provarci, tutti insieme in un clima di leale collaborazione tra le parti istituzionali, nell'obbligo civico di chiedere conto dell'operato per fare meglio, per non continuare a sbagliare e far pagare tutti gli errori di una programmazione inconcludente, di una cattiva esecuzione di opere incompiute. Sono soldi pubblici, pertanto devono dar conto ai cittadini e se le cose sono tali da determinare danni erariali devono dar conto alla Corte dei Conti. Perché è giusto che chi ha sbagliato deve pagare. Chi fa bene deve essere premiato.
La pagella ai politici e agli amministratori della cosa pubblica và data tutti i giorni, con il controllo, la partecipazione, con i suggerimenti ma anche con le denunce di mal governo. Non limitiamoci a mandarli a casa solo alle votazioni se hanno fatto male il loro dovere. Altrimenti perdiamo e non riusciamo neanche a recuperare quello che diamo all'Europa. Le prime manovre sono iniziate.
Il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (delibera 21/2014) ha di recente decurtato 306,8 milioni di euro (10%) per tutti gli interventi che non sono arrivati nei termini fissati. E questi milioni sono definitivamente persi. Poi, ha sottratto 1.345,75 milioni di euro alle regioni della vecchia programmazione per poter riassegnare 1.143,86 milioni di euro alle medesime con una decurtazione del 15% nell'ambito della nuova programmazione 2014-2020 a condizione che entro dicembre 2014 devono trasmettere un dettagliato elenco di progetti cantierabili per i quali gli Obblighi Giuridicamente Vincolanti (OGV) devono essere assunti entro dicembre 2015. E ne abbiamo persi altri 201,86 milioni di euro, con il rischio di perderli tutti se non arrivano gli OGV entro 31 dicembre 2015.
Possiamo immaginare di non fare il solito elenco di progetti e dare concreta opportunità alle "brave amministrazioni", che investono nella nuova progettazione e che hanno realmente progetti cantierabili. Oppure continuare ad assegnare, elencare, lottizzare interventi mangia soldi.
In poche parole per non perdere tutto e superare la criticità degli interventi, occorre investire adeguatamente pochi euro nella progettazione inclusiva, trasversale, attrattiva, connessa ed integrata di programmi europei per avere una montagna di euro promuovendo lo sviluppo economico del paese.
A cura di Ing. Francesco
Pagliara
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