Partite IVA: Regime dei minimi fino a 15.000 euro e aliquota al 15 per cento
Partite IVA sempre meno considerate. Nonostante le richieste partite da tutto il mondo professionale, il 30 novembre 2014 la Camera concluso i propri lavori ...
Partite IVA sempre meno considerate. Nonostante le richieste
partite da tutto il mondo professionale, il 30 novembre 2014 la
Camera concluso i propri lavori sul disegno di legge di stabilità,
che è ora all'esame del Senato (A.S.1698), bocciando l'emendamento
che era stato presentato dal sottosegretario all'Economia Enrico
Zanetti.
Ricordiamo che in riferimento al regime fiscale agevolato, la Rete delle Professioni Tecniche era stata sentita dal sottosegretario Zanetti con la precisa richiesta di innalzare a 30mila euro (contro i 15mila attuali) la soglia di reddito entro la quale applicare il regime forfetario dei minimi previsto per i professionisti. Nonostante fosse stato presente che l'abbassamento a 15mila euro annui avrebbe escluso un numero consistente di professionisti dal regime agevolato, la Camera dei Deputati ha deciso di ridisegnarne i margini prevedendo che dal 2015 potrà accedervi solo chi fattura meno di 15mila euro l'anno, mentre l'imposta sostitutiva salirà al 15%.
Se non vogliamo definirla batosta, allora non so proprio quale termine utilizzare. Il regime dei minimi attualmente in vigore prevede infatti una soglia di 30mila euro per 5 anni o fino ai 35 anni di età, e un'imposta sostitutiva al 5%. Con l'emendamento presentato dal sottosegretario all'economia, si sarebbe confermata la soglia agli attuali 30mila euro, imponendo una aliquota forfettaria dell'8%.
Partite IVA e professionisti sempre più giù nelle priorità di chi governa il Paese, che negli anni ha badato molto più a spremere quanto più possibile, mortificando chi avesse voluto intraprendere l'attività autonoma. Pochi giorni fa ho pubblicato un articolo sulla pubblicazione del Decreto Ministero dell'Economia e delle Finanze 17 ottobre 2014, n. 176 (clicca qui) che prevede la possibilità di ottenere un finanziamento fino a 35.000 euro per provvedere al pagamento di corsi di formazione volti ad elevare la qualità professionale e le capacità tecniche e gestionali del lavoratore autonomo (alias formazione continua). In questo articolo facevo riferimento a come ormai i professionisti, ma molto più in generale i lavoratori autonomi con partita IVA, siano diventati per lo Stato solo un limone da spremere. Analizzando gli ultimi 10 anni, credo non ci sia neanche un provvedimento normativo a favore dei lavoratori autonomi. Solo nuove tasse e oneri, a fronte di un mercato sempre più povero.
Chi non ha mai avuto la sensazione di essere trattato solo come un limone da spremere?Gli ultimi provvedimenti legislativi ne sono la prova e guardando i nuovi scandali romani (ma tutto il mondo è Paese, sia chiaro!) possiamo avere la dimostrazione scientifica di un sistema marcio creato solo per favorire i poteri forti, che vede nei contribuenti solo una fonte per arricchirsi. Per questo motivo ho lanciato l'hashtag #ionosonounlimone. Se la pensi come me, condividilo sul tuo profilo Facebook e Twitter.
Tornando al regime dei minimi, registriamo anche il commento del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, duro ma che, purtroppo, lascia il tempo che trova. Personalmente sono ormai troppo assuefatto ai comunicati stampa più o meno di fuoco dei nostri Consigli Nazionali e un po' meno a vedere risultati concreti che possano servire alle libere professioni che ormai vivono delle briciole di una classe politica grassa e ingorda che fagocita ogni cosa buona e meno buona di questo Paese.
"Modificare il regime de minimi - ha affermato Armando Zambrano, Presidente del CNI - è un segno del totale distacco tra classe politica e mondo del lavoro. Nel momento in cui il sistema delle professioni registra un drammatico calo dei ricavi, soprattutto tra i professionisti più giovani e meglio formati, si tagliano alcune agevolazioni fiscali proprio a chi è in difficoltà".
"Come sempre - prosegue Zambrano - la classe politica si dimostra incapace di guardare al mercato del lavoro nella sua interezza. Ingegneri e professionisti vedono ridursi drasticamente un'agevolazione fiscale che ha un'incidenza minima sul bilancio dello Stato. Al tempo stesso, il Governo stanzia risorse per rifinanziare il bonus degli 80 euro per i dipendenti pubblici, prevede un taglio dell'Irap alle imprese, oltre alle agevolazioni per il contributo dei minimi per artigiani e commercianti".
Il CNI - conclude Zambrano - esprime tutto il proprio dissenso rispetto a questo provvedimento, ora in esame al Senato. Ancora una volta cercheremo di fare sentire la nostra voce. Il lavoro professionale è una parte importante dell'economia di questo Paese e deve essere incentivato, non mortificato".
Ricordiamo che in riferimento al regime fiscale agevolato, la Rete delle Professioni Tecniche era stata sentita dal sottosegretario Zanetti con la precisa richiesta di innalzare a 30mila euro (contro i 15mila attuali) la soglia di reddito entro la quale applicare il regime forfetario dei minimi previsto per i professionisti. Nonostante fosse stato presente che l'abbassamento a 15mila euro annui avrebbe escluso un numero consistente di professionisti dal regime agevolato, la Camera dei Deputati ha deciso di ridisegnarne i margini prevedendo che dal 2015 potrà accedervi solo chi fattura meno di 15mila euro l'anno, mentre l'imposta sostitutiva salirà al 15%.
Se non vogliamo definirla batosta, allora non so proprio quale termine utilizzare. Il regime dei minimi attualmente in vigore prevede infatti una soglia di 30mila euro per 5 anni o fino ai 35 anni di età, e un'imposta sostitutiva al 5%. Con l'emendamento presentato dal sottosegretario all'economia, si sarebbe confermata la soglia agli attuali 30mila euro, imponendo una aliquota forfettaria dell'8%.
Partite IVA e professionisti sempre più giù nelle priorità di chi governa il Paese, che negli anni ha badato molto più a spremere quanto più possibile, mortificando chi avesse voluto intraprendere l'attività autonoma. Pochi giorni fa ho pubblicato un articolo sulla pubblicazione del Decreto Ministero dell'Economia e delle Finanze 17 ottobre 2014, n. 176 (clicca qui) che prevede la possibilità di ottenere un finanziamento fino a 35.000 euro per provvedere al pagamento di corsi di formazione volti ad elevare la qualità professionale e le capacità tecniche e gestionali del lavoratore autonomo (alias formazione continua). In questo articolo facevo riferimento a come ormai i professionisti, ma molto più in generale i lavoratori autonomi con partita IVA, siano diventati per lo Stato solo un limone da spremere. Analizzando gli ultimi 10 anni, credo non ci sia neanche un provvedimento normativo a favore dei lavoratori autonomi. Solo nuove tasse e oneri, a fronte di un mercato sempre più povero.
Chi non ha mai avuto la sensazione di essere trattato solo come un limone da spremere?Gli ultimi provvedimenti legislativi ne sono la prova e guardando i nuovi scandali romani (ma tutto il mondo è Paese, sia chiaro!) possiamo avere la dimostrazione scientifica di un sistema marcio creato solo per favorire i poteri forti, che vede nei contribuenti solo una fonte per arricchirsi. Per questo motivo ho lanciato l'hashtag #ionosonounlimone. Se la pensi come me, condividilo sul tuo profilo Facebook e Twitter.
Tornando al regime dei minimi, registriamo anche il commento del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, duro ma che, purtroppo, lascia il tempo che trova. Personalmente sono ormai troppo assuefatto ai comunicati stampa più o meno di fuoco dei nostri Consigli Nazionali e un po' meno a vedere risultati concreti che possano servire alle libere professioni che ormai vivono delle briciole di una classe politica grassa e ingorda che fagocita ogni cosa buona e meno buona di questo Paese.
"Modificare il regime de minimi - ha affermato Armando Zambrano, Presidente del CNI - è un segno del totale distacco tra classe politica e mondo del lavoro. Nel momento in cui il sistema delle professioni registra un drammatico calo dei ricavi, soprattutto tra i professionisti più giovani e meglio formati, si tagliano alcune agevolazioni fiscali proprio a chi è in difficoltà".
"Come sempre - prosegue Zambrano - la classe politica si dimostra incapace di guardare al mercato del lavoro nella sua interezza. Ingegneri e professionisti vedono ridursi drasticamente un'agevolazione fiscale che ha un'incidenza minima sul bilancio dello Stato. Al tempo stesso, il Governo stanzia risorse per rifinanziare il bonus degli 80 euro per i dipendenti pubblici, prevede un taglio dell'Irap alle imprese, oltre alle agevolazioni per il contributo dei minimi per artigiani e commercianti".
Il CNI - conclude Zambrano - esprime tutto il proprio dissenso rispetto a questo provvedimento, ora in esame al Senato. Ancora una volta cercheremo di fare sentire la nostra voce. Il lavoro professionale è una parte importante dell'economia di questo Paese e deve essere incentivato, non mortificato".
A cura di Gianluca
Oreto - @lucaoreto
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