L'impegno degli architetti con l'Antitrust: no tariffe professionali, sì preventivi
Si conclude dopo neanche 6 mesi il procedimento aperto dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato contro alcuni Ordini degli Architetti, colpevoli...
Si conclude dopo neanche 6 mesi il procedimento aperto
dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato contro
alcuni Ordini degli Architetti, colpevoli di aver inserito
all'interno dei loro siti alcuni sistemi di calcolo del compenso
professionale.
La vicenda comincia lo scorso 9 giugno quanto l'Antitrust ha aperto un procedimento contro gli Ordini degli Architetti di Roma, Firenze e Torino per aver inserito all'interno dei loro portali web dei servizi di calcolo dei compensi professionali (clicca qui). A nulla era valsa la difesa degli Ordini i quali avevano fatto presente che nelle relative pagine per il calcolo del compenso vi era riportato che i risultati avevano solo un valore orientativo e che il metodo di calcolo riportato costituiva solo uno dei possibili parametri per calcolare il compenso professionale da pattuire comunque in fase contrattuale col cliente-committente.
L'AGCM ha fatto presente che, attraverso l'adozione e diffusione sui propri siti web di sistemi di calcolo utilizzabili dagli iscritti per il computo dei compensi, i tre organismi avevano introdotto "una surrettizia applicazione delle tariffe professionali definitivamente abrogate" nel 2012, in violazione delle norme comunitarie e nazionali sulla libera concorrenza.
Nonostante il Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C. avesse promesso ferro e fuoco contro la decisione dell'Antitrust, ammettendo tra le altre cose che avrebbero suggerito al garante della concorrenza di "trascorrere un paio di giornate in uno Studio di architettura di un qualunque luogo italiano per essere meglio a conoscenza della realtà del mercato e della concorrenza, prima di prendere decisioni incongrue", il procedimento ha fatto il suo corso, con l'impegno dai parte dei tre Ordini colpevoli di rimuovere il servizio per il calcolo dei compensi, dandone opportuna informazione a tutti gli iscritti, e informando loro dell'obbligo di sottoporre al cliente un "dettagliato preventivo", in modo da stipulare poi un "accordo scritto" da perfezionare prima di avviare la prestazione.
Gli impegni presentati dagli Ordini di Roma, Firenze e Torino sono apparse idonee a rimuovere i profili anticoncorrenziali oggetto del procedimento istruttorio dell'Antitrust che ne ha deliberato la chiusura.
La vicenda comincia lo scorso 9 giugno quanto l'Antitrust ha aperto un procedimento contro gli Ordini degli Architetti di Roma, Firenze e Torino per aver inserito all'interno dei loro portali web dei servizi di calcolo dei compensi professionali (clicca qui). A nulla era valsa la difesa degli Ordini i quali avevano fatto presente che nelle relative pagine per il calcolo del compenso vi era riportato che i risultati avevano solo un valore orientativo e che il metodo di calcolo riportato costituiva solo uno dei possibili parametri per calcolare il compenso professionale da pattuire comunque in fase contrattuale col cliente-committente.
L'AGCM ha fatto presente che, attraverso l'adozione e diffusione sui propri siti web di sistemi di calcolo utilizzabili dagli iscritti per il computo dei compensi, i tre organismi avevano introdotto "una surrettizia applicazione delle tariffe professionali definitivamente abrogate" nel 2012, in violazione delle norme comunitarie e nazionali sulla libera concorrenza.
Nonostante il Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C. avesse promesso ferro e fuoco contro la decisione dell'Antitrust, ammettendo tra le altre cose che avrebbero suggerito al garante della concorrenza di "trascorrere un paio di giornate in uno Studio di architettura di un qualunque luogo italiano per essere meglio a conoscenza della realtà del mercato e della concorrenza, prima di prendere decisioni incongrue", il procedimento ha fatto il suo corso, con l'impegno dai parte dei tre Ordini colpevoli di rimuovere il servizio per il calcolo dei compensi, dandone opportuna informazione a tutti gli iscritti, e informando loro dell'obbligo di sottoporre al cliente un "dettagliato preventivo", in modo da stipulare poi un "accordo scritto" da perfezionare prima di avviare la prestazione.
Gli impegni presentati dagli Ordini di Roma, Firenze e Torino sono apparse idonee a rimuovere i profili anticoncorrenziali oggetto del procedimento istruttorio dell'Antitrust che ne ha deliberato la chiusura.
A cura di Ilenia
Cicirello
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