I lavoratori autonomi e l'annuncite del Governo Renzi
Un Governo malato di annuncite, conosciuta ormai anche col termine renzite, non poteva che giustificare il taglio al regime dei minimi con un nuovo annuncio ...
Un Governo malato di annuncite, conosciuta ormai anche col
termine renzite, non poteva che giustificare il taglio al
regime dei minimi con un nuovo annuncio sensazionale "Per le
giovani partite Iva è sacrosanto un intervento correttivo e mi
assumo la responsabilità di fare un provvedimento ad hoc nei
prossimi mesi". Queste le parole del premier Matteo
Renzi affidate ad un'intervista a Rtl 102.5.
L'annuncio arriva a poche ore dall'approvazione definitiva alla Camera delle Legge di Stabilità per il 2015 che, avendo di stabile solo il nome, determinerà il terremoto di molte possibili future partite IVA le quali, non più agevolate da un sistema fiscale di favore e in una condizione economico-finanziaria drammatica per il Paese, difficilmente prenderanno in considerazione la possibilità di intraprendere un lavoro da autonomo.
Continuano, dunque, le contraddizioni tra il pensare e l'agire di un Governo che pur avendo avuto nella Legge di Stabilità lo strumento principale per migliorare le condizioni dei lavoratori autonomi vessati da tasse, contributi previdenziali al limite della follia, orpelli di varia naturale, niente ferie, tredicesima, tfr, sussidi alla disoccupazione o vero diritto ad ammalarsi, non solo ha preferito rimandare, ma ha addirittura deciso di penalizzare i giovani senza un lavoro da dipendente con quella che costituiva la loro unica vera agevolazione: un regime dei minimi veramente incentivante (leggi l'articolo Regime dei Minimi: scacco matto alle professioni autonome).
Entrato a Palazzo Chigi con l'etichetta di giovane rottamatore, il Premier Renzi ha dimostrato in realtà di essere ancorato alle vecchie logiche politiche che lo rendono un under 40 senza la benché minima idea di cosa significhi vivere l'età della ricerca. Un età compresa tra i 20 e i 40 anni, in cui si forma la personalità lavorativa dell'essere umano. Un giovane rottamatore che non conoscendo le problematiche dei lavoratori autonomi ha pensato di liquidare la pratica con l'annuncio sensazionale di fine anno.
Il giovane Premier forse non sa che oggi un professionista vive la propria condizione lavorativa sul filo del rasoio senza sussidi alla disoccupazione (se non guadagna non mangia), senza TFR (decide di chiudere?a letto senza cena!), senza stipendio certo, con poche possibilità di accedere al credito, senza i famigerati 80 euro, in un mercato barbaro e senza regole in cui vige la regola del prezzo più basso, un fisco pronto ad utilizzare i carri armati quando deve ricevere e molto allegro nel dare, contributi previdenziali volti alla sostenibilità della Cassa a 50 anni ma che difficilmente gli consentiranno di avere una pensione dignitosa. Negli anni si è aggiunta l'assicurazione obbligatoria, la formazione obbligatoria, il POS obbligatorio che hanno reso schiavo il libero professionista a cui di libero è rimasto solo il nome e la scelta di chiudere l'attività (e neanche considerati tutti i costi connessi).
Recentemente, leggendo una vecchia poesia di William Ernest Henley mi sono domandato se i professionisti in Italia siano ancora padroni del loro destino. Se non fosse per l'amore incondizionato che li lega all'architettura o all'ingegneria, quale folle in Italia penserebbe ancora di intraprendere l'attività professionale?molti, per fortuna, ancora si!
Nell'attesa della pubblicazione in Gazzetta della Legge di Stabilità, riporto di seguito la poesia intitolata Invictus che dedico a chi ha ancora la forza di andare avanti, a testa bassa e contro ogni avversità. Auguro a tutti voi un sincero augurio di Buon Natale e felice anno nuovo.
"Dal profondo della notte che mi avvolge,
Buia come un pozzo che va da un polo all'altro,
Ringrazio qualunque dio esista
Per l'indomabile anima mia.
Nella feroce stretta delle circostanze
Non mi sono tirato indietro né ho gridato.
Sotto i colpi d'ascia della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma indomito.
Oltre questo luogo d'ira e di lacrime
Si profila il solo Orrore delle ombre,
E ancora la minaccia degli anni
Mi trova e mi troverà senza paura.
Non importa quanto stretto sia il passaggio,
Quanto piena di castighi la vita,
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima".
L'annuncio arriva a poche ore dall'approvazione definitiva alla Camera delle Legge di Stabilità per il 2015 che, avendo di stabile solo il nome, determinerà il terremoto di molte possibili future partite IVA le quali, non più agevolate da un sistema fiscale di favore e in una condizione economico-finanziaria drammatica per il Paese, difficilmente prenderanno in considerazione la possibilità di intraprendere un lavoro da autonomo.
Continuano, dunque, le contraddizioni tra il pensare e l'agire di un Governo che pur avendo avuto nella Legge di Stabilità lo strumento principale per migliorare le condizioni dei lavoratori autonomi vessati da tasse, contributi previdenziali al limite della follia, orpelli di varia naturale, niente ferie, tredicesima, tfr, sussidi alla disoccupazione o vero diritto ad ammalarsi, non solo ha preferito rimandare, ma ha addirittura deciso di penalizzare i giovani senza un lavoro da dipendente con quella che costituiva la loro unica vera agevolazione: un regime dei minimi veramente incentivante (leggi l'articolo Regime dei Minimi: scacco matto alle professioni autonome).
Entrato a Palazzo Chigi con l'etichetta di giovane rottamatore, il Premier Renzi ha dimostrato in realtà di essere ancorato alle vecchie logiche politiche che lo rendono un under 40 senza la benché minima idea di cosa significhi vivere l'età della ricerca. Un età compresa tra i 20 e i 40 anni, in cui si forma la personalità lavorativa dell'essere umano. Un giovane rottamatore che non conoscendo le problematiche dei lavoratori autonomi ha pensato di liquidare la pratica con l'annuncio sensazionale di fine anno.
Il giovane Premier forse non sa che oggi un professionista vive la propria condizione lavorativa sul filo del rasoio senza sussidi alla disoccupazione (se non guadagna non mangia), senza TFR (decide di chiudere?a letto senza cena!), senza stipendio certo, con poche possibilità di accedere al credito, senza i famigerati 80 euro, in un mercato barbaro e senza regole in cui vige la regola del prezzo più basso, un fisco pronto ad utilizzare i carri armati quando deve ricevere e molto allegro nel dare, contributi previdenziali volti alla sostenibilità della Cassa a 50 anni ma che difficilmente gli consentiranno di avere una pensione dignitosa. Negli anni si è aggiunta l'assicurazione obbligatoria, la formazione obbligatoria, il POS obbligatorio che hanno reso schiavo il libero professionista a cui di libero è rimasto solo il nome e la scelta di chiudere l'attività (e neanche considerati tutti i costi connessi).
Recentemente, leggendo una vecchia poesia di William Ernest Henley mi sono domandato se i professionisti in Italia siano ancora padroni del loro destino. Se non fosse per l'amore incondizionato che li lega all'architettura o all'ingegneria, quale folle in Italia penserebbe ancora di intraprendere l'attività professionale?molti, per fortuna, ancora si!
Nell'attesa della pubblicazione in Gazzetta della Legge di Stabilità, riporto di seguito la poesia intitolata Invictus che dedico a chi ha ancora la forza di andare avanti, a testa bassa e contro ogni avversità. Auguro a tutti voi un sincero augurio di Buon Natale e felice anno nuovo.
"Dal profondo della notte che mi avvolge,
Buia come un pozzo che va da un polo all'altro,
Ringrazio qualunque dio esista
Per l'indomabile anima mia.
Nella feroce stretta delle circostanze
Non mi sono tirato indietro né ho gridato.
Sotto i colpi d'ascia della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma indomito.
Oltre questo luogo d'ira e di lacrime
Si profila il solo Orrore delle ombre,
E ancora la minaccia degli anni
Mi trova e mi troverà senza paura.
Non importa quanto stretto sia il passaggio,
Quanto piena di castighi la vita,
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima".
A cura di Gianluca
Oreto - @lucaoreto
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