Liberi professionisti e Partite IVA: l'unione fa la forza
Se c'è un concetto di cui sono assoluto promotore, è quello dell'unione tra le professioni intellettuali. Una delle principali problematiche che ha reso le l...
Se c'è un concetto di cui sono assoluto promotore, è quello
dell'unione tra le professioni intellettuali. Una
delle principali problematiche che ha reso le libere professioni e
più in generale le partite IVA deboli agli occhi della politica è,
infatti, l'assoluta mancanza di integrazione e
quindi di un organismo unitario di tutela pronto a far sentire il
"peso" dei propri" iscritti.
Inutile girarci attorno, se c'è una voce che la politica ha sempre ascoltato, è quella dei voti. Un più o meno nutrito pacchetto di voti porta il politico di turno ad avere un orecchio più o meno sensibile. Tanti piccoli pacchetti di voti riescono solo ad ottenere promesse su promesse.
Se le mie parole ti hanno fatto pensare che sto per sponsorizzare l'ennesima sigla sindacale/ente/organismo di tutela, ti anticipo subito che sei fuori strada. Se c'è un altro concetto che ho cercato ripetutamente di far passare è l'eccessiva creazione di sindacati, federazioni, comitati,... che, purtroppo, nonostante gli apprezzabilissimi programmi e tentativi di tutela, hanno solo ulteriormente frammentato le categorie confermando che noi italiani siamo inconsapevolmente ammalati di una forma innata di individualismo e spesso di presidenzialismo. Siamo molto più propensi a occupare la carica di "Presidente" di un piccolo ente, piuttosto che entrare a far parte di una più grossa comunità mettendo semplicemente a disposizione il proprio bagaglio culturale per una causa comune.
E proprio per questo motivo, oggi sarebbe più utile effettuare un'analisi degli Enti più o meno rappresentativi unificandoli sotto un'unica voce (presidenzialismo permettendo).
Un tentativo (ma sarà da verificare nelle prossime settimane) di risolvere unitariamente problemi comuni lo sta portando avanti il Comitato delle Professioni Tecniche che ha recentemente aderito all'idea di un gruppo di avvocati nato sui social network e che oggi conta oltre 15.000 iscritti: M.G.A - Mobilitazione Generale degli Avvocati. Nonostante personalmente ritenga che unirsi alla protesta di una singola categoria sia un modo un pò limitante per far partire un'iniziativa dai contorni più estesi, l'idea di un accordo tra le professioni intellettuali non è certamente da sottovalutare.
"L'alleanza politica dei professionisti è l'unica via che ci potrebbe consentire di affrontare di risolvere i problemi comuni a tutte le categorie professionali, e tra questi vi è innanzitutto l'eccessiva ed iniqua pressione fiscale e previdenziale. È per questo che anche noi professionisti dell'area tecnica vogliamo e dobbiamo unire le nostre forze a quelle degli avvocati di MGA e dei farmacisti". Queste le parole dell'ing. Michele Privitera, Presidente del Comitato Professioni Tecniche.
Ma, come dicevo, ciò che dovrebbe essere più interessante è la ricerca di unione tra i diversi sindacati/associazioni/federazioni. E per questo motivo apprezzabilissimo è l'intento dell'Ing. Privitera di contattare anche le altre libere associazioni di categoria. "Il Comitato - ha affermato il presidente Privitera - impiegherà le prossime settimane a prendere contatto con le altre libere associazioni di categoria dei professionisti dell'area tecnica. Creeremo una rete tra i vertici delle associazioni e ci riuniremo con MGA e le altre associazioni per dare un'unica voce ai professionisti Italiani".
"Finalmente inizia a concretizzarsi la coalizione tra le professioni intellettuali, ordinistiche e non ordinistiche - ha affermato Cosimo D. Matteucci, presidente dell'associazione nazionale M.G.A. (Mobilitazione Generale degli Avvocati) - coalizione da estendere a tutti i lavoratori autonomi e a tutte le partite iva - dichiara. Ai problemi comuni dobbiamo trovare delle soluzioni comuni considerando che né la politica, né i sindacati riescono a farsi portatori delle nostre istanze".
Le proposte
Tra le proposta portate avanti dall'associazione nazionale M.G.A. segnalo:
Concludo riportando un comunicato dell'associazione nazionale M.G.A., i cui concetti ritengo possano interessare tutte le professioni intellettuali.
Molte cose sono accadute nell'avvocatura negli ultimi anni.
Possono essere interpretate in modi anche molto differenti, ma un dato è a nostro giudizio incontrovertibile.
Dall'approvazione della legge professionale, alle battaglie sulla rappresentanza politica della categoria, all'esplosione della bomba previdenziale fino ad oggi, l'elemento radicalmente nuovo è uno: l'avvocatura si è completamente trasformata nella sua composizione sociale, reddituale e generazionale, oltre che nelle sue dimensioni.
La stessa nascita di MGA è in fondo uno dei prodotti di questa trasformazione: e non è un caso neppure che siamo nati attraverso la rete, dentro le nuove forme della comunicazione e dell'organizzazione politica.
Tutto quello che sta accadendo attorno alla questione previdenziale racconta appunto questa trasformazione.
Cosa è, in fondo, in gioco in questi giorni?
Non certo, o non solo, questioni tecniche.
Sta emergendo un fatto fondamentale: l'avvocatura è oggi in gran parte composta di persone che sono, e sanno di essere, soggetti non garantiti, così come qualsiasi altro lavoratore autonomo, così come qualsiasi altra partita iva, e che non possono contare, spesso, nemmeno su reti di protezione familiare, anch'esse erose dalla crisi.
Il vero conflitto in atto non è generazionale: la vera divisione dell'avvocatura sta nei redditi e nelle garanzie.
La questione previdenziale diventa drammatica proprio per questo: le vecchie gerarchie non hanno più nulla a che fare con la nuova realtà sociale dell'avvocatura.
È necessario imparare ad ascoltare. I selfies, tutti gli ?#?iononmicancello, sono le espressioni di una dignità nuova, quella di chi è arrivato all'avvocatura senza nessun canale privilegiato, e vive la sua vita quotidiana di lavoratore autonomo senza poter contare su nessuna tutela, su nessuna rete consolidata.
La risposta a questa trasformazione è stata durissima: bisogna selezionare, sbarrare, innalzare dighe.
Questo l'intento della 247/12, per ora apparentemente avviato verso la riuscita.
E hanno scelto proprio il peggiore degli sbarramenti: quello censitario.
Non ce la fate? Non raggiungete un certo reddito, segno della vostra capacità di stare sul mercato? Allora cancellatevi, sgomberate, andate via, non siete buoni.
Ma la selezione non andava fatta sul merito, sulla competenza, sulla professionalità?
E invece no. La nuova scoperta è che la distinzione fra chi può e non può "essere" avvocato sta nella più antica delle unità di misura: il censo.
La diffusione virale dei nostri selfies non è un caso.
E non è un caso l'attenzione ricevuta - caso rarissimo per battaglie nate autonome e "dal basso" - della grande stampa.
Semplicemente, è apparso immediatamente evidente che dietro la questione Cassa si nasconde un problema generale: la contrapposizione tra chi sta in basso che cerca tutela, equita e garanzie e chi sta in alto, che ha invece tutto e che brandisce la falce del censo, difesa estrema del tempo che fu.
E neppure è un caso che intorno a questa battaglia apparentemente "interna" all'avvocatura si stia concentrando l'attenzione di altri mondi professionali, dalle altre professioni ordiniste sino alle partite IVA, al mondo dei consulenti e dei freelance, perche abbiamo problemi comuni, come l'eccessiva pressione fiscale e l'iniquità previdenziale, e a problemi comuni si possono e si devono trovare soluzioni comuni: dobbiamo incrociare le lotte.
Il vero punto politico nella questione "Cassa", nella dignità espressa nel rifiuto a cancellarsi, è il conflitto in atto, è la ricerca di un nuovo modello che spezzi la struttura "chiusa" del sistema e che garantisca a tutti gli avvocati, a tutte i professionisti e a tutti, la possibilità di vivere delle proprie capacità e delle proprie conoscenze.
Si chiede la tutela contrattuale collettiva (C.C.N.L.) per i professionisti dipendenti degli studi professionali, perche lo sfruttamento delle partite iva, che sono diventate il nuovo strumento della precarizzazione, deve essere contrastato.
Si chiedono ammortizzatori sociali per i professionisti, si chiede sostegno dei redditi professionali bassi e medio bassi, si chiede un sistema previdenziale equo, solidaristico e proporzionato alle capacità reddituali, si chiede la censura e l'abbattimento dei privilegi previdenziali e si chiede l'equità fiscale, perché il miglioramento delle condizioni economiche non passa solo dall'aumento delle fonti di reddito, ma anche dalla riduzione dei costi di esercizio della professione.
Vogliamo un sistema fiscale e previdenziale che sia compatibile con la vita, perche quello attuale non lo è, è questa la sintesi della linea politica di MGA, è questa la sintesi politica di tutto ciò che oggi si sta muovendo, #iononmicancello significa questo, io non mi cancello come professionista, io non mi cancello come persona, questo significa quell'hashtag.
Io non mi cancello ma resisto e rivendico il diritto a poter iniziare e proseguire il mio lavoro senza essere immediatamente soffocato, io non mi cancello, resisto e mi tolgo dal collo il cappio censitario, perche voglio e devo respirare, perche non sono io il problema, perche il problema è quel cappio, e chi lo ha fatto.
MGA andrà avanti su questa strada e con queste idee, con una nuova energia però.
Questa volta infatti non conteremo solo sulle nostre forze: capiamo di avere con noi tutti coloro che sono fuori dal castello dei privilegi, per rivendicare il diritto a vivere di un mestiere che abbiamo dimostrato già non solo di volere e sapere fare, ma anche di aver innovato completamente nelle conoscenze, nelle capacità, nello stile, nel linguaggio e nella politica.
NON SIAMO IL PROBLEMA, NOI SIAMO LA SOLUZIONE!"
Inutile girarci attorno, se c'è una voce che la politica ha sempre ascoltato, è quella dei voti. Un più o meno nutrito pacchetto di voti porta il politico di turno ad avere un orecchio più o meno sensibile. Tanti piccoli pacchetti di voti riescono solo ad ottenere promesse su promesse.
Se le mie parole ti hanno fatto pensare che sto per sponsorizzare l'ennesima sigla sindacale/ente/organismo di tutela, ti anticipo subito che sei fuori strada. Se c'è un altro concetto che ho cercato ripetutamente di far passare è l'eccessiva creazione di sindacati, federazioni, comitati,... che, purtroppo, nonostante gli apprezzabilissimi programmi e tentativi di tutela, hanno solo ulteriormente frammentato le categorie confermando che noi italiani siamo inconsapevolmente ammalati di una forma innata di individualismo e spesso di presidenzialismo. Siamo molto più propensi a occupare la carica di "Presidente" di un piccolo ente, piuttosto che entrare a far parte di una più grossa comunità mettendo semplicemente a disposizione il proprio bagaglio culturale per una causa comune.
E proprio per questo motivo, oggi sarebbe più utile effettuare un'analisi degli Enti più o meno rappresentativi unificandoli sotto un'unica voce (presidenzialismo permettendo).
Un tentativo (ma sarà da verificare nelle prossime settimane) di risolvere unitariamente problemi comuni lo sta portando avanti il Comitato delle Professioni Tecniche che ha recentemente aderito all'idea di un gruppo di avvocati nato sui social network e che oggi conta oltre 15.000 iscritti: M.G.A - Mobilitazione Generale degli Avvocati. Nonostante personalmente ritenga che unirsi alla protesta di una singola categoria sia un modo un pò limitante per far partire un'iniziativa dai contorni più estesi, l'idea di un accordo tra le professioni intellettuali non è certamente da sottovalutare.
"L'alleanza politica dei professionisti è l'unica via che ci potrebbe consentire di affrontare di risolvere i problemi comuni a tutte le categorie professionali, e tra questi vi è innanzitutto l'eccessiva ed iniqua pressione fiscale e previdenziale. È per questo che anche noi professionisti dell'area tecnica vogliamo e dobbiamo unire le nostre forze a quelle degli avvocati di MGA e dei farmacisti". Queste le parole dell'ing. Michele Privitera, Presidente del Comitato Professioni Tecniche.
Ma, come dicevo, ciò che dovrebbe essere più interessante è la ricerca di unione tra i diversi sindacati/associazioni/federazioni. E per questo motivo apprezzabilissimo è l'intento dell'Ing. Privitera di contattare anche le altre libere associazioni di categoria. "Il Comitato - ha affermato il presidente Privitera - impiegherà le prossime settimane a prendere contatto con le altre libere associazioni di categoria dei professionisti dell'area tecnica. Creeremo una rete tra i vertici delle associazioni e ci riuniremo con MGA e le altre associazioni per dare un'unica voce ai professionisti Italiani".
"Finalmente inizia a concretizzarsi la coalizione tra le professioni intellettuali, ordinistiche e non ordinistiche - ha affermato Cosimo D. Matteucci, presidente dell'associazione nazionale M.G.A. (Mobilitazione Generale degli Avvocati) - coalizione da estendere a tutti i lavoratori autonomi e a tutte le partite iva - dichiara. Ai problemi comuni dobbiamo trovare delle soluzioni comuni considerando che né la politica, né i sindacati riescono a farsi portatori delle nostre istanze".
Le proposte
Tra le proposta portate avanti dall'associazione nazionale M.G.A. segnalo:
- la creazione di ammortizzatori sociali per i professionisti;
- un sistema previdenziale equo, solidaristico e proporzionato alle capacità reddituali;
- la censura e l'abbattimento dei privilegi previdenziali
- l'equità fiscale attraverso la riduzione dei costi di esercizio della professione.
Concludo riportando un comunicato dell'associazione nazionale M.G.A., i cui concetti ritengo possano interessare tutte le professioni intellettuali.
Molte cose sono accadute nell'avvocatura negli ultimi anni.
Possono essere interpretate in modi anche molto differenti, ma un dato è a nostro giudizio incontrovertibile.
Dall'approvazione della legge professionale, alle battaglie sulla rappresentanza politica della categoria, all'esplosione della bomba previdenziale fino ad oggi, l'elemento radicalmente nuovo è uno: l'avvocatura si è completamente trasformata nella sua composizione sociale, reddituale e generazionale, oltre che nelle sue dimensioni.
La stessa nascita di MGA è in fondo uno dei prodotti di questa trasformazione: e non è un caso neppure che siamo nati attraverso la rete, dentro le nuove forme della comunicazione e dell'organizzazione politica.
Tutto quello che sta accadendo attorno alla questione previdenziale racconta appunto questa trasformazione.
Cosa è, in fondo, in gioco in questi giorni?
Non certo, o non solo, questioni tecniche.
Sta emergendo un fatto fondamentale: l'avvocatura è oggi in gran parte composta di persone che sono, e sanno di essere, soggetti non garantiti, così come qualsiasi altro lavoratore autonomo, così come qualsiasi altra partita iva, e che non possono contare, spesso, nemmeno su reti di protezione familiare, anch'esse erose dalla crisi.
Il vero conflitto in atto non è generazionale: la vera divisione dell'avvocatura sta nei redditi e nelle garanzie.
La questione previdenziale diventa drammatica proprio per questo: le vecchie gerarchie non hanno più nulla a che fare con la nuova realtà sociale dell'avvocatura.
È necessario imparare ad ascoltare. I selfies, tutti gli ?#?iononmicancello, sono le espressioni di una dignità nuova, quella di chi è arrivato all'avvocatura senza nessun canale privilegiato, e vive la sua vita quotidiana di lavoratore autonomo senza poter contare su nessuna tutela, su nessuna rete consolidata.
La risposta a questa trasformazione è stata durissima: bisogna selezionare, sbarrare, innalzare dighe.
Questo l'intento della 247/12, per ora apparentemente avviato verso la riuscita.
E hanno scelto proprio il peggiore degli sbarramenti: quello censitario.
Non ce la fate? Non raggiungete un certo reddito, segno della vostra capacità di stare sul mercato? Allora cancellatevi, sgomberate, andate via, non siete buoni.
Ma la selezione non andava fatta sul merito, sulla competenza, sulla professionalità?
E invece no. La nuova scoperta è che la distinzione fra chi può e non può "essere" avvocato sta nella più antica delle unità di misura: il censo.
La diffusione virale dei nostri selfies non è un caso.
E non è un caso l'attenzione ricevuta - caso rarissimo per battaglie nate autonome e "dal basso" - della grande stampa.
Semplicemente, è apparso immediatamente evidente che dietro la questione Cassa si nasconde un problema generale: la contrapposizione tra chi sta in basso che cerca tutela, equita e garanzie e chi sta in alto, che ha invece tutto e che brandisce la falce del censo, difesa estrema del tempo che fu.
E neppure è un caso che intorno a questa battaglia apparentemente "interna" all'avvocatura si stia concentrando l'attenzione di altri mondi professionali, dalle altre professioni ordiniste sino alle partite IVA, al mondo dei consulenti e dei freelance, perche abbiamo problemi comuni, come l'eccessiva pressione fiscale e l'iniquità previdenziale, e a problemi comuni si possono e si devono trovare soluzioni comuni: dobbiamo incrociare le lotte.
Il vero punto politico nella questione "Cassa", nella dignità espressa nel rifiuto a cancellarsi, è il conflitto in atto, è la ricerca di un nuovo modello che spezzi la struttura "chiusa" del sistema e che garantisca a tutti gli avvocati, a tutte i professionisti e a tutti, la possibilità di vivere delle proprie capacità e delle proprie conoscenze.
Si chiede la tutela contrattuale collettiva (C.C.N.L.) per i professionisti dipendenti degli studi professionali, perche lo sfruttamento delle partite iva, che sono diventate il nuovo strumento della precarizzazione, deve essere contrastato.
Si chiedono ammortizzatori sociali per i professionisti, si chiede sostegno dei redditi professionali bassi e medio bassi, si chiede un sistema previdenziale equo, solidaristico e proporzionato alle capacità reddituali, si chiede la censura e l'abbattimento dei privilegi previdenziali e si chiede l'equità fiscale, perché il miglioramento delle condizioni economiche non passa solo dall'aumento delle fonti di reddito, ma anche dalla riduzione dei costi di esercizio della professione.
Vogliamo un sistema fiscale e previdenziale che sia compatibile con la vita, perche quello attuale non lo è, è questa la sintesi della linea politica di MGA, è questa la sintesi politica di tutto ciò che oggi si sta muovendo, #iononmicancello significa questo, io non mi cancello come professionista, io non mi cancello come persona, questo significa quell'hashtag.
Io non mi cancello ma resisto e rivendico il diritto a poter iniziare e proseguire il mio lavoro senza essere immediatamente soffocato, io non mi cancello, resisto e mi tolgo dal collo il cappio censitario, perche voglio e devo respirare, perche non sono io il problema, perche il problema è quel cappio, e chi lo ha fatto.
MGA andrà avanti su questa strada e con queste idee, con una nuova energia però.
Questa volta infatti non conteremo solo sulle nostre forze: capiamo di avere con noi tutti coloro che sono fuori dal castello dei privilegi, per rivendicare il diritto a vivere di un mestiere che abbiamo dimostrato già non solo di volere e sapere fare, ma anche di aver innovato completamente nelle conoscenze, nelle capacità, nello stile, nel linguaggio e nella politica.
NON SIAMO IL PROBLEMA, NOI SIAMO LA SOLUZIONE!"
A cura di Gianluca
Oreto - @lucaoreto
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