Dissesto idrogeologico: dal CIPE 700 milioni di euro per la prevenzione del rischio
Per la prima volta nella storia della Repubblica, lo Stato ha investito in prevenzione da frane e alluvioni. Sono stati, infatti, stanziati 700 milioni di eu...
Per la prima volta nella storia della Repubblica, lo Stato ha
investito in prevenzione da frane e alluvioni. Sono stati, infatti,
stanziati 700 milioni di euro per progetti immediatamente
cantierabili di prevenzione del rischio idrogeologico.
Con una delibera del 20 febbraio 2015, il CIPE ha approvato il "Piano stralcio di interventi prioritari, tempestivamente cantierabili, per le aree urbane" che prevede 600 milioni per 156 interventi in 14 città metropolitane e 100 milioni per il fondo progettazioni. "Una svolta, molto concreta, con soldi veri - ha affermato Erasmo D'Angelis, Coordinatore della Struttura di missione di Palazzo Chigi #italiasicura contro il dissesto idrogeologico - la prima nella lunga storia del dissesto in Italia che ci permette di poter e finalmente iniziare l'opera di prevenzione da frane e alluvioni. Per il contrasto al dissesto idrogeologico, il Governo ha stanziato 700 milioni di euro immediatamente disponibili e spendibili. Da Genova a Milano, da Firenze a Roma, da Cagliari a Messina, partiranno tutti i progetti oggi immediatamente cantierabili. A fine marzo con l'approvazione del collegato ambientale saranno disponibili altri 400 milioni per un'altra serie di opere attese da decenni, alcune anche da 48 anni".
I primi 700 milioni di euro stanziati oggi dal CIPE sono parte di un piano stralcio del valore di 1,1 miliardi di euro per la riduzione del rischio idrogeologico nelle aree urbane e si inserisce, a sua volta, nel più ampio piano nazionale 2015-2020, composto da un lungo elenco di circa 7 mila opere per un fabbisogno stimato per 20.5 miliardi, il 90% delle quali ancora da progettare o con progetti ancora molto lontani dal cantiere, che verrà finanziato con i fondi Coesione e sviluppo del ciclo 2014-20, fondi regionali ed europei. Interventi strutturali come canali scolmatori o casse di espansione accanto a opere di rinaturalizzazione come quelle dei "contratti di fiume" di lungo periodo.
L'avanzamento delle opere, inoltre, sarà sottoposto a un rigido monitoraggio da parte del Governo e la Struttura di missione ha già avviato un accordo con l'Autorità anticorruzione, guidata dal dottor Raffaele Cantone. La novità assoluta europea è il controllo popolare: ogni cittadino potrà verificare lo stato di avanzamento di ogni cantiere dal sito italiasicura.governo.it. I finanziamenti verranno affidati ai Presidenti delle Regioni, nella loro veste di Commissari di Governo che dovranno rispettare il cronoprogramma presentato.
"Finalmente - ha concluso il coordinatore D'Angelis - c'è un percorso chiaro, ci sono le regole condivise, i criteri e soprattutto le risorse economiche. Nessuno ha la bacchetta magica ma il risultato raggiunto oggi è la risposta migliore al dolore di tanti italiani che hanno subito danni e tutta la pubblica amministrazione da oggi si infila gli stivali di gomma per toglierseli al collaudo delle opere".
Con una delibera del 20 febbraio 2015, il CIPE ha approvato il "Piano stralcio di interventi prioritari, tempestivamente cantierabili, per le aree urbane" che prevede 600 milioni per 156 interventi in 14 città metropolitane e 100 milioni per il fondo progettazioni. "Una svolta, molto concreta, con soldi veri - ha affermato Erasmo D'Angelis, Coordinatore della Struttura di missione di Palazzo Chigi #italiasicura contro il dissesto idrogeologico - la prima nella lunga storia del dissesto in Italia che ci permette di poter e finalmente iniziare l'opera di prevenzione da frane e alluvioni. Per il contrasto al dissesto idrogeologico, il Governo ha stanziato 700 milioni di euro immediatamente disponibili e spendibili. Da Genova a Milano, da Firenze a Roma, da Cagliari a Messina, partiranno tutti i progetti oggi immediatamente cantierabili. A fine marzo con l'approvazione del collegato ambientale saranno disponibili altri 400 milioni per un'altra serie di opere attese da decenni, alcune anche da 48 anni".
I primi 700 milioni di euro stanziati oggi dal CIPE sono parte di un piano stralcio del valore di 1,1 miliardi di euro per la riduzione del rischio idrogeologico nelle aree urbane e si inserisce, a sua volta, nel più ampio piano nazionale 2015-2020, composto da un lungo elenco di circa 7 mila opere per un fabbisogno stimato per 20.5 miliardi, il 90% delle quali ancora da progettare o con progetti ancora molto lontani dal cantiere, che verrà finanziato con i fondi Coesione e sviluppo del ciclo 2014-20, fondi regionali ed europei. Interventi strutturali come canali scolmatori o casse di espansione accanto a opere di rinaturalizzazione come quelle dei "contratti di fiume" di lungo periodo.
L'avanzamento delle opere, inoltre, sarà sottoposto a un rigido monitoraggio da parte del Governo e la Struttura di missione ha già avviato un accordo con l'Autorità anticorruzione, guidata dal dottor Raffaele Cantone. La novità assoluta europea è il controllo popolare: ogni cittadino potrà verificare lo stato di avanzamento di ogni cantiere dal sito italiasicura.governo.it. I finanziamenti verranno affidati ai Presidenti delle Regioni, nella loro veste di Commissari di Governo che dovranno rispettare il cronoprogramma presentato.
"Finalmente - ha concluso il coordinatore D'Angelis - c'è un percorso chiaro, ci sono le regole condivise, i criteri e soprattutto le risorse economiche. Nessuno ha la bacchetta magica ma il risultato raggiunto oggi è la risposta migliore al dolore di tanti italiani che hanno subito danni e tutta la pubblica amministrazione da oggi si infila gli stivali di gomma per toglierseli al collaudo delle opere".
A cura di Ilenia
Cicirello
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