Ddl Concorrenza: i liberi professionisti sono un ostacolo alla concorrenza
I liberi professionisti continuano a essere un ostacolo alla concorrenza e il Consiglio dei Ministri, venerdì scorso, ha approvato un disegno di legge che, c...
I liberi professionisti continuano a essere un ostacolo
alla concorrenza e il Consiglio dei Ministri, venerdì scorso,
ha approvato un disegno di legge che, così come espresso con enfasi
in un comunicato del Governo, dà attuazione, per la prima volta, al
provvedimento annuale sulla concorrenza previsto dalla legge con
l'obiettivo di stimolare la crescita economica frenata dalla scarsa
concorrenza nel settore dei servizi.
Nel disegno di legge, all'articolo rubricato "Interpretazione autentica in materia di abrogazione del divieto di svolgimento in forma associata di attività professionali" è precisato che "In applicazione dell'articolo 24, comma 1, della legge 7 agosto 1997, n. 266, sono validi ad ogni effetto i rapporti contrattuali, intercorsi a decorrere dalla data di entrata in vigore della medesima, tra soggetti privati e società di ingegneria, costituite in forma di società di capitali di cui ai capi V, VI e VII del titolo V del libro quinto del codice civile, ovvero in forma di società cooperative di cui al capo I del titolo VI del libro quinto del codice civile".
Sia chiaro, nessuna novità. Già ad ottobre 2014, l'VIII Commissione della Camera aveva bocciato per inammissibilità l'emendamento 17.196 presentato dal Governo al Decreto Sblocca Italia che puntava ad aprire alle società di ingegneria anche il mercato dei lavori privati (leggi articolo). Su questo tema, la Rete delle Professioni Tecniche aveva sottolineato la gravità dell'operato del Governo che avrebbe sponsorizzato una norma che avrebbe annullato gli effetti di una sentenza che ha ribadito l'impossibilità di operare nel campo privato delle società di ingegneria. Lo stesso Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C. Leopoldo Freyrie aveva accolto il passo indietro dell'VIII Commissione, affermando "Accogliamo con grande soddisfazione il voto dell'VIII Commissione che ha riconosciuto come inammissibile l'emendamento presso la VIII Commissione della Camera. La sua eventuale approvazione avrebbe comportato un grave danno per i professionisti italiani".
Diverso il commento dell'OICE che replicando al Presidente Freyrie aveva affermato che nulla sarebbe cambiato per le Società di Ingegneria con l'inammissibilità di un emendamento che avrebbe solo chiarito e per ribadito un concetto già chiaro ovvero che "da 16 anni i contratti privati delle società di ingegneria e delle cooperative sono legittimi" (leggi articolo).
Ma si sa, le leggi sono scritte in funzione di logiche aderenti a rapporti che spesso nulla hanno a che fare con la logica. Il Governo, dunque, ci riprova e con l'articolo contenuto nel ddl concorrenza le società di ingegneria sia di capitali che cooperative potranno assumere commesse da privati superando una disciplina, così come dice il Governo "oscura e anacronistica risalente agli anni '40".
In realtà, del ddl concorrenza apre a scenari diversi. E' prevista, infatti, una sanatoria di tutti i rapporti eventualmente intercorsi tra le società di ingegneria ed i privati a partire dalla data di entrata in vigore della legge 7 agosto 1997, n. 266.
Il Governo ha motivato questa scelta, precisando che "Le liberalizzazioni fanno crescere del 3,3% il Pil in 5 anni secondo le stime del Fondo monetario internazionale, migliorano la credibilità del Paese ed il suo rating e costituiscono un elemento importante nel giudizio della Commissione europea sulle riforme italiane".
A questo punto prevedo un nuovo balletto fatto di comunicati contrapposti tra chi ritiene sia un diritto per le società di ingegneria e di professionisti riconosciute dalla Legge Merloni prima, e dal Codice dei contratti pubblici poi, operare nel settore privato dal 1997 (Oice, ANCPL-Legacoop), e chi ritiene, invece, che questa sia una tesi falsa smentita anche da sentenze della Cassazione e del Consiglio di Stato (Consigli Nazionali e Rete delle Professioni Tecniche).
Prevedo nuove battaglie fatte a colpi di comunicati stampa. Alla fine, però, capiremo chi ha più peso nelle scelte del Governo.
Nel disegno di legge, all'articolo rubricato "Interpretazione autentica in materia di abrogazione del divieto di svolgimento in forma associata di attività professionali" è precisato che "In applicazione dell'articolo 24, comma 1, della legge 7 agosto 1997, n. 266, sono validi ad ogni effetto i rapporti contrattuali, intercorsi a decorrere dalla data di entrata in vigore della medesima, tra soggetti privati e società di ingegneria, costituite in forma di società di capitali di cui ai capi V, VI e VII del titolo V del libro quinto del codice civile, ovvero in forma di società cooperative di cui al capo I del titolo VI del libro quinto del codice civile".
Sia chiaro, nessuna novità. Già ad ottobre 2014, l'VIII Commissione della Camera aveva bocciato per inammissibilità l'emendamento 17.196 presentato dal Governo al Decreto Sblocca Italia che puntava ad aprire alle società di ingegneria anche il mercato dei lavori privati (leggi articolo). Su questo tema, la Rete delle Professioni Tecniche aveva sottolineato la gravità dell'operato del Governo che avrebbe sponsorizzato una norma che avrebbe annullato gli effetti di una sentenza che ha ribadito l'impossibilità di operare nel campo privato delle società di ingegneria. Lo stesso Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C. Leopoldo Freyrie aveva accolto il passo indietro dell'VIII Commissione, affermando "Accogliamo con grande soddisfazione il voto dell'VIII Commissione che ha riconosciuto come inammissibile l'emendamento presso la VIII Commissione della Camera. La sua eventuale approvazione avrebbe comportato un grave danno per i professionisti italiani".
Diverso il commento dell'OICE che replicando al Presidente Freyrie aveva affermato che nulla sarebbe cambiato per le Società di Ingegneria con l'inammissibilità di un emendamento che avrebbe solo chiarito e per ribadito un concetto già chiaro ovvero che "da 16 anni i contratti privati delle società di ingegneria e delle cooperative sono legittimi" (leggi articolo).
Ma si sa, le leggi sono scritte in funzione di logiche aderenti a rapporti che spesso nulla hanno a che fare con la logica. Il Governo, dunque, ci riprova e con l'articolo contenuto nel ddl concorrenza le società di ingegneria sia di capitali che cooperative potranno assumere commesse da privati superando una disciplina, così come dice il Governo "oscura e anacronistica risalente agli anni '40".
In realtà, del ddl concorrenza apre a scenari diversi. E' prevista, infatti, una sanatoria di tutti i rapporti eventualmente intercorsi tra le società di ingegneria ed i privati a partire dalla data di entrata in vigore della legge 7 agosto 1997, n. 266.
Il Governo ha motivato questa scelta, precisando che "Le liberalizzazioni fanno crescere del 3,3% il Pil in 5 anni secondo le stime del Fondo monetario internazionale, migliorano la credibilità del Paese ed il suo rating e costituiscono un elemento importante nel giudizio della Commissione europea sulle riforme italiane".
A questo punto prevedo un nuovo balletto fatto di comunicati contrapposti tra chi ritiene sia un diritto per le società di ingegneria e di professionisti riconosciute dalla Legge Merloni prima, e dal Codice dei contratti pubblici poi, operare nel settore privato dal 1997 (Oice, ANCPL-Legacoop), e chi ritiene, invece, che questa sia una tesi falsa smentita anche da sentenze della Cassazione e del Consiglio di Stato (Consigli Nazionali e Rete delle Professioni Tecniche).
Prevedo nuove battaglie fatte a colpi di comunicati stampa. Alla fine, però, capiremo chi ha più peso nelle scelte del Governo.
A cura di Gianluca Oreto | - | Segui @lucaoreto |
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