Istat: Indici prezzi al consumo febbraio 2015
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Febbraio 2015; l'indice dei prezzi al consumo per le f...
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento
dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Febbraio 2015;
l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed
impiegati si è, dunque, attestato per il mese di febbraio
2015 con la nuova base 2010 sul valore di 106,80 con una
sensibile variazione positiva rispetto a quello del mese
precedente.
La variazione mensile è stata del + 0,3 % e quella annua del - 0,4 %. Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Febbraio 2015 ed il 14 marzo 2015, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2014 del + 0,109813 %.
Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2011, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2010 (la precedente era il 1995).
Il coefficiente di raccordo dalla base 1995 alla base 2010 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,373.
L'attenuazione della flessione su base annua dell'indice generale è dovuta in primo luogo alla decisa ripresa dei prezzi dei Vegetali freschi (+10,8 %, da -1,7 % di gennaio); contribuiscono poi l'accelerazione della crescita tendenziale dei prezzi dei Servizi relativi ai Trasporti (+1,4 %, da +0,3 % di gennaio), l'inversione di tendenza di quelli dei Tabacchi (+3,7 %, da -0,4 % di gennaio) e il parziale ridimensionamento della flessione annua dei prezzi degli Energetici non regolamentati (-12,8 %, da -14,0 % di gennaio).
Al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, l'"inflazione di fondo" sale a +0,6 % (da +0,3 % di gennaio); al netto dei soli beni energetici si porta a +0,7 % (era +0,3 % il mese precedente).
Il rialzo mensile dell'indice generale è dovuto soprattutto all'aumento dei prezzi dei Vegetali freschi (+7,8 %) - influenzato da fattori stagionali - e di quelli dei Tabacchi (+4,1 %); un contributo viene inoltre dal rialzo dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+0,8 %).
Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al -0,300 % e l'indice biennale al + 0,075 %.
L'Istat spiega che, nel mese di febbraio 2015, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nei capitoli Bevande alcoliche e tabacchi (+ 2,8 %), Trasporti (+ 0,7 %), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+ 0,6 %), Ricreazione, spettacoli e cultura (+ 0,4 %), Abitazione, acqua, elettricità e combustibili, Servizi santitari e spese per la salute, Servizi ricettivi e di ristorazione (+ 0,1 % per tutti e tre).
Variazioni nulle si sono registrate nei cinque capitoli Abbigliamento e calzature, Mobili, articoli e servizi per la casa, Comunicazioni, Istruzione, Altri beni e servizi.
Variazioni congiunturali negative non si sono verificate in nessun capitolo.
Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrate nei capitoli Bevande alcoliche e tabacchi (+ 2,7 %), Istruzione (+ 1,8 %), Prodotti alimentari e bevande analcoliche, Servizi ricettivi e di ristorazione (+ 1,0 % per entrambi), Servizi sanitari e spese per la salute (+ 0,4 %).
Quelli più contenuti si sono registrati nei capitoli Abbigliamento e calzature (+ 0,2 %), Mobili, articoli e servizi per la casa (+ 0,3 %), Servizi sanitari e spese per la salute (+ 0,4 % per entrambi).
Incrementi tendenziali nulli si sono registrati nel capitolo Altri beni e servizi.
Gli incrementi tendenziali negativi si sono registrati nei capitoli Trasporti (- 3,1 %), Abitazione, acqua elettricità e combustibili (- 1,4 %), Comunicazioni (- 1,9 %), Ricreazione, spettacoli e cultura (- 0,2 %).
Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati soltanto nelle città di Bolzano (+ 0,6 %), Potenza (+ 0,3 %) e Roma (+ 0,1 %) mentre nelle città di Napoli, Genova e Venezia gli aumenti tendenziali sono risultati nulli e nelle altre città sono tuti negativi e precisamente a Torino (- 0,2 %), a L’Aquila, Firenze, Trieste, Trento e Milano (- 0,3 per tutte e cinque), a Bari e Perugia (- 0,4 % per tutte e due), a Caglia, Palermo e Ancona (- 0,5 % per tutte e tre), a Bologna (- 0,6 %), a Catanzaro (- 0,8 %).
I prossimi indici saranno pubblicati il 14 aprile 2015.
La variazione mensile è stata del + 0,3 % e quella annua del - 0,4 %. Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Febbraio 2015 ed il 14 marzo 2015, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2014 del + 0,109813 %.
Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2011, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2010 (la precedente era il 1995).
Il coefficiente di raccordo dalla base 1995 alla base 2010 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,373.
L'attenuazione della flessione su base annua dell'indice generale è dovuta in primo luogo alla decisa ripresa dei prezzi dei Vegetali freschi (+10,8 %, da -1,7 % di gennaio); contribuiscono poi l'accelerazione della crescita tendenziale dei prezzi dei Servizi relativi ai Trasporti (+1,4 %, da +0,3 % di gennaio), l'inversione di tendenza di quelli dei Tabacchi (+3,7 %, da -0,4 % di gennaio) e il parziale ridimensionamento della flessione annua dei prezzi degli Energetici non regolamentati (-12,8 %, da -14,0 % di gennaio).
Al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, l'"inflazione di fondo" sale a +0,6 % (da +0,3 % di gennaio); al netto dei soli beni energetici si porta a +0,7 % (era +0,3 % il mese precedente).
Il rialzo mensile dell'indice generale è dovuto soprattutto all'aumento dei prezzi dei Vegetali freschi (+7,8 %) - influenzato da fattori stagionali - e di quelli dei Tabacchi (+4,1 %); un contributo viene inoltre dal rialzo dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+0,8 %).
Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al -0,300 % e l'indice biennale al + 0,075 %.
L'Istat spiega che, nel mese di febbraio 2015, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nei capitoli Bevande alcoliche e tabacchi (+ 2,8 %), Trasporti (+ 0,7 %), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+ 0,6 %), Ricreazione, spettacoli e cultura (+ 0,4 %), Abitazione, acqua, elettricità e combustibili, Servizi santitari e spese per la salute, Servizi ricettivi e di ristorazione (+ 0,1 % per tutti e tre).
Variazioni nulle si sono registrate nei cinque capitoli Abbigliamento e calzature, Mobili, articoli e servizi per la casa, Comunicazioni, Istruzione, Altri beni e servizi.
Variazioni congiunturali negative non si sono verificate in nessun capitolo.
Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrate nei capitoli Bevande alcoliche e tabacchi (+ 2,7 %), Istruzione (+ 1,8 %), Prodotti alimentari e bevande analcoliche, Servizi ricettivi e di ristorazione (+ 1,0 % per entrambi), Servizi sanitari e spese per la salute (+ 0,4 %).
Quelli più contenuti si sono registrati nei capitoli Abbigliamento e calzature (+ 0,2 %), Mobili, articoli e servizi per la casa (+ 0,3 %), Servizi sanitari e spese per la salute (+ 0,4 % per entrambi).
Incrementi tendenziali nulli si sono registrati nel capitolo Altri beni e servizi.
Gli incrementi tendenziali negativi si sono registrati nei capitoli Trasporti (- 3,1 %), Abitazione, acqua elettricità e combustibili (- 1,4 %), Comunicazioni (- 1,9 %), Ricreazione, spettacoli e cultura (- 0,2 %).
Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati soltanto nelle città di Bolzano (+ 0,6 %), Potenza (+ 0,3 %) e Roma (+ 0,1 %) mentre nelle città di Napoli, Genova e Venezia gli aumenti tendenziali sono risultati nulli e nelle altre città sono tuti negativi e precisamente a Torino (- 0,2 %), a L’Aquila, Firenze, Trieste, Trento e Milano (- 0,3 per tutte e cinque), a Bari e Perugia (- 0,4 % per tutte e due), a Caglia, Palermo e Ancona (- 0,5 % per tutte e tre), a Bologna (- 0,6 %), a Catanzaro (- 0,8 %).
I prossimi indici saranno pubblicati il 14 aprile 2015.
© Riproduzione riservata