Contabilizzazione del calore: obbligo, opportunità o business?
Professionisti dell'area tecnica, amministratori di condominio ma anche normali condomini dovrebbero ormai sapere che la Direttiva 2012/27/UE del 25 ottobre ...
Professionisti dell'area tecnica, amministratori di condominio ma
anche normali condomini dovrebbero ormai sapere che la
Direttiva 2012/27/UE del 25 ottobre 2012 ha
imposto a tutti gli Stati membri dell'UE l'adozione di
contatori individuali per misurare il consumo di calore e
di acqua calda per ciascuna unità immobiliare facente parte di un
condominio. Entro il 31 dicembre 2016, quindi, tutti i
condomini con impianto centralizzato dovranno essere dotati di
contabilizzatori del calore.
I criteri per la ripartizione della spesa totale di riscaldamento e acqua calda sanitaria, da applicare agli edifici di tipo condominiale dotati di impianti termici centralizzati, sono stati definiti dalla norma UNI 10200 recante "Impianti termici centralizzati di climatizzazione invernale e produzione di acqua calda sanitaria - Criteri di ripartizione delle spese di climatizzazione invernale ed acqua calda sanitaria".
Questo obbligo apre due nuove prospettive professionali per ingegneri, termotecnici...e non solo:
Per entrambi lavori sono già fiorite sul mercato società che presentano al mercato ed, in particolare, agli amministratori di condominio colorate analisi energetiche basate soprattutto su termografie ad alto impatto emotivo (e forzato appiglio con il problema in analisi), corredate da valutazioni dei tempi di ritorno di investimenti per il risparmio energetico basate ovviamente su modellazioni teoriche.
Propongono al condominio impegnativi addons rispetto al mero obbligo di legge di installare contabilizzatori e ripartitori: rifacimento di centrale, cappotto, serramenti, finanziamento, gestione... e relativo incentivo per l'amministratore.
Mi chiedo: chi tutelerà il cittadino da false illusioni sulle reali necessità e i reali tempi di ritorno di questi "investimenti" condominiali per il risparmio energetico? da società che nascono e muoiono per sfruttare il business del momento? Ma, soprattutto, e chi tutelerà i professionisti dalla concorrenza di queste società?
I criteri per la ripartizione della spesa totale di riscaldamento e acqua calda sanitaria, da applicare agli edifici di tipo condominiale dotati di impianti termici centralizzati, sono stati definiti dalla norma UNI 10200 recante "Impianti termici centralizzati di climatizzazione invernale e produzione di acqua calda sanitaria - Criteri di ripartizione delle spese di climatizzazione invernale ed acqua calda sanitaria".
Questo obbligo apre due nuove prospettive professionali per ingegneri, termotecnici...e non solo:
- la progettazione di termoregolazione e contabilizzazione;
- la gestione della ripartizione delle spese per il riscaldamento condominiale.
Per entrambi lavori sono già fiorite sul mercato società che presentano al mercato ed, in particolare, agli amministratori di condominio colorate analisi energetiche basate soprattutto su termografie ad alto impatto emotivo (e forzato appiglio con il problema in analisi), corredate da valutazioni dei tempi di ritorno di investimenti per il risparmio energetico basate ovviamente su modellazioni teoriche.
Propongono al condominio impegnativi addons rispetto al mero obbligo di legge di installare contabilizzatori e ripartitori: rifacimento di centrale, cappotto, serramenti, finanziamento, gestione... e relativo incentivo per l'amministratore.
Mi chiedo: chi tutelerà il cittadino da false illusioni sulle reali necessità e i reali tempi di ritorno di questi "investimenti" condominiali per il risparmio energetico? da società che nascono e muoiono per sfruttare il business del momento? Ma, soprattutto, e chi tutelerà i professionisti dalla concorrenza di queste società?
A cura di Marinella Peraino | - | Segui @xamarine | - |
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