Architetti Vs Cocontest: rivoluzione digitale per vere start up innovative e non per creare mercato di schiavi
Non accenna a placarsi il caso Cocontest. Dopo la denuncia all'Antitrust e al Parlamento, il Consiglio Nazionale degli Architetti PPC (CNAPPC) è tornato sull...
Non accenna a placarsi il caso Cocontest. Dopo la denuncia
all'Antitrust e al Parlamento, il Consiglio Nazionale degli
Architetti PPC (CNAPPC) è tornato sulla piattaforma web più
famosa del momento tra i professionisti italiani, parlando di nuovo
mercato degli schiavi generato dalla disperazione della
categoria.
Il CNAPPC ha, infatti, reso pubblici alcuni passi della lettera inviata dal Presidente Leopoldo Freyrie al Ministro della Giustizia Andrea Orlando in cui si desume la rabbia dell'intera categoria riversata su questa start up che sta utilizzando quella che in molti chiamano "rivoluzione digitale" per "fare della professione di architetto un vero e proprio nuovo mercato degli schiavi. Tutto ciò approfittando della disperazione di una categoria i cui redditi medi sono sprofondati sotto la soglia di povertà e dell'inconsapevolezza dei "consumatori" di quanto sia complessa e complicata la prestazione di un architetto nel redigere un progetto".
Volendo delineare i contorni del problema, il Presidente Freyrie si è chiesto "cosa accadrebbe se un sito web, un domani, offrisse gratuitamente di mettere in gara il lavoro di operai specializzati per poi selezionarne uno di questi retribuito low cost con parametri fuori dai contratti nazionali. Immagino uno sciopero generale, l'intervento del Ministro del lavoro, lo scandalo sui giornali, l'intervento delle Procure. Ma se ciò accade, come già accade, ad un giovane architetto con un reddito medio annuale di 8 mila euro non solo tutto tace, ma chi protesta è tacciato di essere espressione di una lobby conservatrice".
Il Presidente Freyrie ha fatto chiaramente riferimento all'intervista all'on. Serena Pellegrino, prima firmataria dell'interrogazione parlamentare al Ministero dello Sviluppo economico, in cui si è parlato di lobby parlamentari che proteggerebbero la categoria degli Architetti. Nonostante alcune battute a vuoto dell'on. Pellegrino, sarebbe il caso che chi fa certe affermazioni si confronti con una realtà (ben diversa) in cui i professionisti non solo sono vessati su più fronti ma addirittura hanno visto eliminate le loro pochie armi di tutela.
"Quella degli architetti - ha ribadito il Presidente Freyrie - non è assolutamente una battaglia di retroguardia: la rivoluzione digitale è connaturata alla professione, non vogliamo tornare indietro, anzi chiediamo maggiori riforme e l'accesso anche per noi alle start up innovative e alle reti d'impresa, da cui il Ministero dello sviluppo economico ci esclude nonostante le Direttive comunitarie".
"Sono, però, sempre più diffusi - afferma Freyrie - fenomeni quali quelli della realizzazione, mediante il web, di una vera e propria mediazione delle prestazioni professionali in cui la società mediatrice offre gratuitamente, o a prezzi infimi, prestazioni professionali proprie degli iscritti ai nostri Albi, sfruttando quegli architetti che, nella disperazione della disoccupazione e della mancanza di lavoro, si illudono di poterlo trovare così".
"Il danno che si fa - ribadisce il Presidente degli Architetti italiani - è non solo ai professionisti e al deprezzamento e disistima per la complessità della professione, ma anche e soprattutto ai "consumatori" che credono che con pochi click in un internet gratuito o a basso prezzo, si possa avere un progetto edilizio realizzabile: se è così che si investe nell'economia della conoscenza e nella qualità dell'habitat, l'Italia - patria della bellezza - sarà presto definitivamente saccheggiata. Se è così che si garantiscono progetti seri per fare sì che gli italiani vivano in case sicure e sane, sarà il disastro".
La nota del CNAPPC termina con l'auspicio del CNAPPC che il Ministro Orlando "intervenga per regolare il mercato anche nelle sue forme digitali che dovrebbero assicurare la selezione sul merito dei migliori, senza lucro per intermediari interessati, con la garanzia per i cittadini che la sicurezza, la legalità e la qualità dei loro luoghi di vita e di lavoro sono in mano ad architetti abilitati, competenti e che rispondono del loro operato".
Il CNAPPC ha, infatti, reso pubblici alcuni passi della lettera inviata dal Presidente Leopoldo Freyrie al Ministro della Giustizia Andrea Orlando in cui si desume la rabbia dell'intera categoria riversata su questa start up che sta utilizzando quella che in molti chiamano "rivoluzione digitale" per "fare della professione di architetto un vero e proprio nuovo mercato degli schiavi. Tutto ciò approfittando della disperazione di una categoria i cui redditi medi sono sprofondati sotto la soglia di povertà e dell'inconsapevolezza dei "consumatori" di quanto sia complessa e complicata la prestazione di un architetto nel redigere un progetto".
Volendo delineare i contorni del problema, il Presidente Freyrie si è chiesto "cosa accadrebbe se un sito web, un domani, offrisse gratuitamente di mettere in gara il lavoro di operai specializzati per poi selezionarne uno di questi retribuito low cost con parametri fuori dai contratti nazionali. Immagino uno sciopero generale, l'intervento del Ministro del lavoro, lo scandalo sui giornali, l'intervento delle Procure. Ma se ciò accade, come già accade, ad un giovane architetto con un reddito medio annuale di 8 mila euro non solo tutto tace, ma chi protesta è tacciato di essere espressione di una lobby conservatrice".
Il Presidente Freyrie ha fatto chiaramente riferimento all'intervista all'on. Serena Pellegrino, prima firmataria dell'interrogazione parlamentare al Ministero dello Sviluppo economico, in cui si è parlato di lobby parlamentari che proteggerebbero la categoria degli Architetti. Nonostante alcune battute a vuoto dell'on. Pellegrino, sarebbe il caso che chi fa certe affermazioni si confronti con una realtà (ben diversa) in cui i professionisti non solo sono vessati su più fronti ma addirittura hanno visto eliminate le loro pochie armi di tutela.
"Quella degli architetti - ha ribadito il Presidente Freyrie - non è assolutamente una battaglia di retroguardia: la rivoluzione digitale è connaturata alla professione, non vogliamo tornare indietro, anzi chiediamo maggiori riforme e l'accesso anche per noi alle start up innovative e alle reti d'impresa, da cui il Ministero dello sviluppo economico ci esclude nonostante le Direttive comunitarie".
"Sono, però, sempre più diffusi - afferma Freyrie - fenomeni quali quelli della realizzazione, mediante il web, di una vera e propria mediazione delle prestazioni professionali in cui la società mediatrice offre gratuitamente, o a prezzi infimi, prestazioni professionali proprie degli iscritti ai nostri Albi, sfruttando quegli architetti che, nella disperazione della disoccupazione e della mancanza di lavoro, si illudono di poterlo trovare così".
"Il danno che si fa - ribadisce il Presidente degli Architetti italiani - è non solo ai professionisti e al deprezzamento e disistima per la complessità della professione, ma anche e soprattutto ai "consumatori" che credono che con pochi click in un internet gratuito o a basso prezzo, si possa avere un progetto edilizio realizzabile: se è così che si investe nell'economia della conoscenza e nella qualità dell'habitat, l'Italia - patria della bellezza - sarà presto definitivamente saccheggiata. Se è così che si garantiscono progetti seri per fare sì che gli italiani vivano in case sicure e sane, sarà il disastro".
La nota del CNAPPC termina con l'auspicio del CNAPPC che il Ministro Orlando "intervenga per regolare il mercato anche nelle sue forme digitali che dovrebbero assicurare la selezione sul merito dei migliori, senza lucro per intermediari interessati, con la garanzia per i cittadini che la sicurezza, la legalità e la qualità dei loro luoghi di vita e di lavoro sono in mano ad architetti abilitati, competenti e che rispondono del loro operato".
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