Strategia per l'adattamento ai cambiamenti climatici: entro il 30 giugno 2015 approvati nuovi strumenti
L'VIII Commissione della Camera dei deputati ha approvato una risoluzione che impegna il Governo entro il 30 giugno 2015 a dare piena attuazione alla strateg...
L'VIII Commissione della Camera dei deputati ha approvato una
risoluzione che impegna il Governo entro il 30 giugno 2015 a dare
piena attuazione alla strategia per l'adattamento ai cambiamenti
climatici valutando anche l'opportunità di istituire una cabina
di regia che coordini i dicasteri competenti affinché a partire
dal 2016 siano messe in campo tutte le misure previste dal
redigendo Piano nazionale per l'adattamento ai cambiamenti
climatici.
Considerate, infatti, le conseguente del cambiamento climatico, gli effetti dell'aumento della temperatura atmosferica e del mare sugli ecosistemi e sulle società, la modificazione del regime di precipitazioni, spesso copiosissime e in brevissimo tempo, l'innalzamento del livello medio marino assieme ad una spesso non corretta gestione del territorio, il Ministero dell'Ambiente ha concluso nel corso del 2014 il lavoro di redazione della strategia per l'adattamento ai cambiamenti climatici, che ha già ottenuto il parere favorevole della Conferenza unificata nella seduta del 30 ottobre 2014. Il lavoro si allinea alla strategia europea di adattamento ai cambiamenti climatici, fornendo una visione d'insieme su come aumentare la capacità di adattamento e di resilienza dei sistemi naturali, sociali ed economici del nostro Paese agli impatti dei cambiamenti climatici nei prossimi anni.
La Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici si pone come il punto di partenza e il quadro di riferimento per una uniforme pianificazione climatica nel nostro Paese, impegnando il Governo a dare piena attuazione, con i previsti strumenti normativi ed entro il 30 giugno 2015, alla strategia di adattamento ai cambiamenti climatici valutando anche l'opportunità di istituire una cabina di regia che coordini i dicasteri competenti affinché a partire dal 2016 siano messe in campo tutte le misure previste dal redigendo Piano nazionale per l'adattamento ai cambiamenti climatici, che dovrà:
Considerate, infatti, le conseguente del cambiamento climatico, gli effetti dell'aumento della temperatura atmosferica e del mare sugli ecosistemi e sulle società, la modificazione del regime di precipitazioni, spesso copiosissime e in brevissimo tempo, l'innalzamento del livello medio marino assieme ad una spesso non corretta gestione del territorio, il Ministero dell'Ambiente ha concluso nel corso del 2014 il lavoro di redazione della strategia per l'adattamento ai cambiamenti climatici, che ha già ottenuto il parere favorevole della Conferenza unificata nella seduta del 30 ottobre 2014. Il lavoro si allinea alla strategia europea di adattamento ai cambiamenti climatici, fornendo una visione d'insieme su come aumentare la capacità di adattamento e di resilienza dei sistemi naturali, sociali ed economici del nostro Paese agli impatti dei cambiamenti climatici nei prossimi anni.
La Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici si pone come il punto di partenza e il quadro di riferimento per una uniforme pianificazione climatica nel nostro Paese, impegnando il Governo a dare piena attuazione, con i previsti strumenti normativi ed entro il 30 giugno 2015, alla strategia di adattamento ai cambiamenti climatici valutando anche l'opportunità di istituire una cabina di regia che coordini i dicasteri competenti affinché a partire dal 2016 siano messe in campo tutte le misure previste dal redigendo Piano nazionale per l'adattamento ai cambiamenti climatici, che dovrà:
- a) implementare un quadro di azione comune all'interno del quale possano armonizzarsi le singole strategie regionali e locali;
- b) individuare, nell'ambito dei 13 settori e degli 11 microsettori della strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, alcuni settori d'azione prioritari;
- c) definire un percorso per l'attuazione di interventi a breve (entro il 2020) e a lungo termine mediante l'utilizzo di «adaptation pathway» (già usati con successo in altri Paesi europei) per i settori di azione prioritari, privilegiando gli interventi di tipo ecosistemico o «verde» e di governance o «soft» (come suggerito nella strategia europea di adattamento) sulla pianificazione e programmazione multisettoriale in Italia;
- d) finanziare le azioni previste dal piano attraverso un'allocazione mirata dei Fondi strutturali europei del 2016 con lo scopo anche di sostenere il rilancio dell'economia e il rafforzamento strutturale della competitività delle imprese e dei territori nel nostro Paese, previa verifica della coerenza delle azioni con gli obiettivi di programmazione europea;
- e) monitorare e valutare l'efficacia delle azioni intraprese anche mediante l'uso di indicatori al fine di evitare sprechi di risorse umane e finanziarie e coordinare una futura revisione tecnica della strategia nazionale di adattamento.
A cura di Gabriele
Bivona
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