Istat: Indici prezzi al consumo novembre 2015
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Novembre 2015; l'indice dei prezzi al consumo per le f...
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento
dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Novembre 2015;
l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed
impiegati si è, dunque, attestato per il mese di novembre
2015 con la nuova base 2010 sul valore di 107,0 con una
sensibile variazione negativa rispetto a quello del mese
precedente.
La variazione mensile è stata del - 0,2 % e quella annua del
0,0%. Ai fini della determinazione del trattamento di
fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Novembre
2015 ed il 14 Dicembre 2015, occorre rivalutare la quota
accantonata al 31 Dicembre 2014 del + 1,390187%.
Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2011, la base di
riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per
l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al
consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2010 (la
precedente era il 1995).
Il coefficiente di raccordo dalla base 1995 alla base 2010
dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di
Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,373.
Il rallentamento dell’inflazione è dovuto principalmente alla
riduzione dell’ampiezza della crescita tendenziale dei Servizi
ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,6% da +1,4%
di ottobre), causata soprattutto dai Servizi ricettivi e di
ristorazione (+0,9% da +2,1% del mese precedente), cui si aggiunge
la decelerazione della dinamica dei prezzi degli Alimentari non
lavorati (+3,2%, da +4,1% di ottobre). Questi andamenti sono in
parte bilanciati dal rallentamento della flessione dei prezzi degli
Energetici non regolamentati (-11,2%, da -12,7% di ottobre).
Al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici,
l’“inflazione di fondo” scende a +0,7% dal +0,8% di ottobre; al
netto dei soli beni energetici si attesta a +0,8% (da +1,0% del
mese precedente).
Il ribasso congiunturale dell’indice generale è da ascrivere
principalmente alla diminuzione dei prezzi dei Servizi ricreativi,
culturali e della cura della persona (-1,6%), dovuta soprattutto ai
Servizi ricettivi e di ristorazione (-2,2%) e al calo dei prezzi
dei Servizi relativi ai trasporti (-1,2%); queste diminuzioni sono
in parte mitigate dai rialzi congiunturali dei prezzi degli
Alimentari non lavorati (+0,7%).
Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto
al 75%, si è attestato allo -0,000% e l'indice biennale
al +0,150%.
L'Istat spiega che, nel mese di novembre 2015, per quanto
concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività,
gli incrementi congiunturali più significativi si sono
verificati nei capitoli Comunicazioni (+0,5%), Prodotti slimentari
e bevande analcoliche (+0,3%), Bevande alcoliche e tabacchi,
Abitazione, acqua elettricità e combustibili, Mobili, articoli e
servizi per la casa (+0,1% per tutti e tre).
Variazioni nulle si sono registrate nei due capitoli,
Abbigliamento e calzature, Istruzione.
Variazioni congiunturali negative si sono verificate nei
capitoli Servizi ricettivi e di ristorazione (-,2,2%), Trasporti
(-0,9%), Ricreazione, spettacoli e cultura (-0,2%), Servizi
sanitari e spese per la salute (-0,1%).
Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati
nei capitoli Bevande alcoliche e tabacchi (+2,9%), Istruzione
(+1,3%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+0,9%) e
Abbigliamento e calzature (+0,5%).
Quelli più contenuti si sono registrati nei capitoli Mobili
articoli e servizi per la casa e Servizi sanitari e spese per la
salute (+ 0,4% per entrambi), Altri beni e servizi (+ 0,2 %) e
Ricreazione, spettacoli e cultura, (+0,1%),
Incrementi tendenziali nulli non si sono registrati in
nessun capitolo.
Gli incrementi tendenziali negativi si sono registrati nei
capitoli Trasporti (-2.8%), Comunicazioni (-0,5%) e Abitazione,
acqua elettricità e combustibili (-0,4%) e.
Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti
tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati soltanto
nelle città di Bolzano e Genova (+0,5% per entrambe), Napoli e
L’Aquila (+0,4% per entrambe), Trento e Torino (+0,3% per
entrambe), Trieste e Milano (+0,2% per entrambe), Catanzaro, Roma e
Firenze (+0,1% per tutte e tre), Potenza, e Ancona (+0,0% per tutte
e due), mentre nelle altre città sono tutti negativi e a Bologna
(-0,7%), Palermo (-0,3%), Perugia, Cagliari e Bari (-0,2% per tutte
e tre), Venezia ed Aosta (-0,1% per tutte e due).
I prossimi indici saranno pubblicati il 14 Gennaio 2016.