Codice Appalti e Direttive Europee: Professioni e Associazioni escluse dalla stesura del nuovo Codice
Si è svolta ieri presso il Dipartimento per gli affari giuridici e Legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri (DAGL) una riunione, convocata d'u...
Si è svolta ieri presso il Dipartimento per gli affari giuridici e Legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri (DAGL) una riunione, convocata d'urgenza dal direttore, avv. Antonella Manzione, per approfondire i contenuti delle proposte per la definizione del decreto di riordino che sostituirà l'attuale Codice.
Non risulta che le associazioni abbiano preventivamente avuto un testo ufficiale da studiare e le uniche posizioni che rintracciamo sul web sono quelle dell’ANIEM (Associazione Nazionale Imprese Edili e Manifatturiere) il cui Vice Presidente, Marco Razzetti ha dichiarato “In particolare, durante l’audizione di oggi, abbiamo sottolineato gli elementi strategici per aiutare il mercato ad andare in questa direzione: valorizzazione del ruolo della progettazione, maggiore trasparenza nelle procedure di gara, qualificazione incentrata sulla verifica dei reali requisiti delle aziende attraverso la selezione degli operatori con il merito e la storia dell’impresa al centro della valutazione”.
L’OICE, presente con il vice presidente Lupoi e il direttore generale Mascolini, ha sottolineato l'esigenza di applicare il criterio di valorizzazione dell'attività progettuale con particolare riferimento alla limitazione dell'appalto integrato, alla esaustiva indicazione dei soggetti che possono progettare, alla introduzione graduale e non immediata del BIM, alla necessità di recuperare nel testo i principi fondamentali degli articoli 90 e 91 del Codice vigente e, infine, alla necessità di prestare particolare attenzione alla disciplina transitoria per evitare ogni rischio di blocco per il settore.
Non abbiamo alcuna notizia sulla posizione della Rete delle Professioni Tecniche. Ma, come è semplice osservare, quelle divulgate sono posizioni del tutto generali che non hanno nulla a che vedere nello specifico con il testo del Decreto Legislativo che dovrebbe andare, per l’approvazione preliminare, al Consiglio dei Ministri di Lunedì 22 febbraio 2016. Sembrerebbe, infatti, che nessuna associazione e nessun rappresentante delle Professioni Tecniche siano stati messi nelle condizione di analizzare con sufficiente tempo il testo della bozza di un decreto che negli ultimi giorni ha subito continue modifiche. Con la conseguenza che il testo definitivo che verrà approvato non conterrà nessuna delle richieste degli stakeholders principali che applicheranno queste norme.
In verità sulla stampa specializzata si inseguono già da alcuni giorni titoli roboanti che danno la sensazione che ci sarà una rivoluzione copernicana nel mondo degli appalti:
- “Nuovo codice appalti: favorite le imprese e le amministrazioni pubbliche virtuose”;
- “Più potere alle stazioni appaltanti per escludere le imprese scorrette”
- “Arriva il bollino di Cantone sugli enti appaltanti”
- “All'Anac tutti i poteri regolatori, addio al massimo ribasso”.
In verità se dovessi esprimere un giudizio sull’unico testo che ho letto e che è quello datato 27 gennaio 2016, lo esprimerei del tutto negativo ma capisco che si tratta di un testo, ormai, abbastanza superato perché credo che in questi ultimi giorni la Commissione guidata da Antonella Manzione lo abbia abbondantemente modificato e (spero) migliorato.
Resto in attesa di poter leggere il testo definitivo per esprimere un corretto giudizio e spero che le Commissioni parlamentari competenti saranno in grado nei 30 giorni a loro disposizione, anche su segnalazione delle associazioni di categoria, di proporre le opportune modifiche.
A cura di arch. Paolo Oreto