Consiglio Nazionale Ingegneri: no al ripristino della tariffa, si alla definizione di standard professionali
No al ripristino dei minimi tariffari e si alla definizione di standard prestazionali. Nonostante una recente indagine del Consiglio Nazionale degli Ingegner...
No al ripristino dei minimi tariffari e si alla definizione di standard prestazionali. Nonostante una recente indagine del Consiglio Nazionale degli Ingegneri abbia messo in luce la necessità per l'86% dei professionisti di tornare ad avere delle tariffe di riferimento, il Presidente Armando Zambrano, prendendo atto dell'opposizione anche ideologica su tale argomento, ha affermato che la soluzione per orientare il committente privato e garantire il professionista sta nella definizione di standard di prestazione e di corrispettivi economici.
L'occasione per parlare dell'argomento forse più caro alla maggior parte dei professionisti del settore, è stato offerto dalla recente sentenza del Consiglio di Stato che ha dato torto agli avvocati in merito alla reintroduzione della vincolatività dei minimi tariffari contenuta in una circolare del Consiglio nazionale forense, confermando la multa da quasi un milione di euro inflitta dall’Antitrust (leggi articolo).
Ricordiamo che l'Antitrust aveva avviato un procedimento nei confronti del Consiglio Nazionale Forense (CNF) colpevole di aver pubblicato una circolare che reintroduceva di fatto l'obbligatorietà delle tariffe minime, non più vincolanti dopo la cosiddetta "riforma Bersani" del 2006 ed effettivamente abrogate nel 2012, e per aver adottato un parere contro i siti Internet che propongono ai consumatori associati sconti sulle prestazioni professionali. L'AGCM non solo aveva diffidato il CNF dal ripetere in futuro analoghi comportamenti, ma li aveva anche sanzionati per un importo pari a 912.536,40 euro. In seguito il TAR del Lazio aveva in parte accolto il ricorso degli avvocati, dimezzando la sanzione. Il Consiglio di Stato ha, infine, chiuso la questione ripristinando la sanzione originaria.
“Questa – ha dichiarato Zambrano – è una sentenza che va commentata su due piani differenti. Non c’è dubbio che sul mercato privato noi professionisti abbiamo un problema. Se nel settore pubblico la normativa consente di stabilire un corretto rapporto tra l’attività professionale prestata e il rispettivo valore economico, in quello privato l’abolizione delle tariffe ci ha privati di punti di riferimento. In tal senso è necessario un intervento e noi professionisti tecnici siamo pronti a fare la nostra parte”.
“Tuttavia – continua il Presidente del CNI – non chiediamo il ripristino dell’obbligatorietà dei corrispettivi, semplicemente perché allo stato occorre una forte apposizione anche ideologica a questa ipotesi, basata su un contestabile principio di “libera” concorrenza. A nostro avviso la soluzione non sta nel ripristino della tariffa professionale ma nella definizione di standard di prestazione e di corrispettivi economici, in modo da orientare e garantire adeguatamente la committenza privata. Ciò proprio sulla scorta dell’esperienza già maturata nel settore pubblico e nel pieno rispetto della normativa sulla concorrenza e del principio di parità di trattamento”.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it