Le soluzioni meno invasive per consolidare le fondazioni e risolvere il problema delle crepe nei muri causate da cedimenti
Il territorio italiano è per buona parte interessato da problematiche da dissesti idrogeologici, i cambiamenti climatici e gli eventi estremi di siccità e al...
Il territorio italiano è per buona parte interessato da problematiche da dissesti idrogeologici, i cambiamenti climatici e gli eventi estremi di siccità e alluvioni ogni anno si intensificano. Se a questo si aggiunge che anche nei centri storici non mancano problemi legati a perdite della rete idrica e fognaria che dilavano e rammolliscono il suolo, è facile comprendere come molto del patrimonio edilizio italiano sia interessato da problematiche di dissesto, con crepe e lesioni sui muri, dovute a cedimento del terreno e delle fondazioni.
Naturalmente la prevenzione in questi casi dovrebbe essere la prima arma e quindi il rispetto della normativa e la manutenzione di edifici, rete fognarie etc…. è la prima arma per evitare che questi problemi si manifestino. Quando però il problema è già presente sono principalmente due le tipologie di intervento per il consolidamento fondazioni che si possono attuare:
- consolidamento del nodo terreno - fondazione con iniezione di resine espandenti
- sottofondazioni profonde con micropali in acciaio che trasferiscano i carichi in profondità a terreni stabili.
Di seguito due esempi di applicazioni di queste metodologie
Consolidamento di un antico acquedotto romano con Pali Precaricati SYSTAB
Il consolidamento di strutture in muratura è complesso, a maggior ragione se sono realizzate interamente in pietra e ancora di più se si tratta di strutture di pregio che fanno parte del patrimonio storico del nostro paese.
In questo caso tecnologia con i pali in acciaio precaricati è stata scelta come la più idonea per intervenire sulle fondazioni di un antico acquedotto di epoca romana.
Visto la tipologia e lo stato di conservazione delle fondazioni in sasso si è proceduto nel seguente modo:
- realizzazione di un plinto di fondazione in c.a. con predisposti 4 tubi camicia direttamente connessi con le armature del plinto stesso
- a maturazione del getto avvenuta si è proceduto con l’infissione dei pali in acciaio, diametro 114 mm direttamente all’interno dei tubi camicia, sfruttando come contrasto il peso della struttura stessa
- grazie a più martinetti idraulici azionati simultaneamente è stato possibile infiggere i pali senza sollecitazioni dannose fino alla portata di progetto
- sono state applicate pressioni di installazione superiori a quelle di esercizio in modo da imporre il cedimento primario ed evitare assestamenti indesiderati
- prima di rimuovere i martinetti è stato eseguito il collegamento finale palo – struttura, saldando la testa palo direttamente al tubo camicia del plinto.
L’intervento ha permesso di installare 48 pali SYSTAB di diametro 114 mm impiegando circa 5 giorni lavorativi e con un intervento che ha consentito di:
- ridurre al minimo le opere di scavo
- evitare dannose vibrazioni e sollecitazioni
- operare con un cantiere asciutto senza impiego di fanghi ne malte cementizie e senza estrazione di terreno
- ridurre i tempi di realizzazione.
Consolidamento di un edificio di civile abitazione con iniezione di resine a lenta espansione SYSTAB
Anche consolidare una abitazione civile può non essere una passeggiata, soprattutto se si tratta di una abitazione finita e abitata e se i cedimenti riguardano sia i muri perimetrali che le murature portanti interne.
Il sistema basato sull’iniezione di resine a lenta espansione è una delle tecnologie meno invasive presenti sul mercato in quanto consente di consolidare il nodo – terreno fondazione eseguendo perforazioni di 25 mm di diametro, mediante attrezzature manuali che possono essere impiegate agevolmente anche all’interno senza scavi o demolizioni di alcun tipo.
Recentemente è stato eseguito il consolidamento di una abitazione civile sita in provincia di Firenze, sulle colline di Impruneta. Il fabbricato presentava cedimenti differenziali estesi a tutta una porzione della struttura, verosimilmente causati dalle infiltrazioni di acqua provenienti da una vecchia cisterna di raccolta delle acque piovane sita nella porzione più a monte della casa.
Le iniezioni di resine hanno consentito di:
- riempire i vuoti e compattare il terreno rammollito dall’acqua
- riattivare completamente l’impronta fondale dell’edificio
- migliorare le caratteristiche geomeccaniche del terreno argilloso riducendo i fenomeni di ritiro e rigonfiamento tipici di questi materiali.
L’intervento esteso a circa 60 metri lineari di fondazione ha richiesto 4 giorni lavorativi ed è stato eseguito monitorando la struttura con livelli laser ed eseguendo in corso d’opera la verifica dei risultati mediante esecuzione di prove penetrometriche pre e post iniezione.
Entrambe le tecnologie descritte possono essere una valida soluzione, conveniente ed a bassa invasività, ai problemi di cedimento delle fondamenta.
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