Inarcassa e Fondo Atlante 2: facciamo chiarezza
Un recente articolo de "Il Fatto Quotidiano" dal titolo "Assalto ai soldi delle pensioni per salvare le banche in crisi" riportava la notizia shock di un pre...
Un recente articolo de "Il Fatto Quotidiano" dal titolo "Assalto ai soldi delle pensioni per salvare le banche in crisi" riportava la notizia shock di un presunto incontro tra il Governo e le Casse previdenziali dei professionisti affinché queste ultime potessero partecipare al fondo salva istituti bancari "Atlante 2" con un versamento da 4 miliardi di euro.
Secondo il giornalista de "Il Fatto Quotidiano" il Governo avrebbe richiesto alle Casse di previdenza professionali di destinare almeno 4 dei 72 miliardi di euro del loro patrimonio al "Fondo Atlante 2" di prossima costituzione per sistemare gli istituti di credito in sofferenza.
Pronte sono arrivate (naturalmente) le dichiarazioni di molti delegati Inarcassa, preoccupati di dover destinare altri patrimoni oltre a quella già elargiti con la tassazione sui rendimenti dei patrimoni Inarcassa e sui costi di gestione.
Pronta è arrivata anche la replica del vertice Inarcassa che ha fatto sapere come "La questione Atlante si ferma a quel modesto coinvolgimento che il mondo Adepp ha avuto nella prima fase di costituzione del Fondo. Come noto, a tale fondo Inarcassa non ha partecipato e, allo stato, non vi è alcuna conoscenza né implicazione su eventuali evoluzioni successive".
Come specificato da una nota Inarcassa "Dal 1995 la missione delle Casse di previdenza, inquadrata nel dettato costituzionale dell’art.38 quali custodi dei diritti pensionistici, non è mutata. Al tempo stesso, la significativa proletarizzazione delle professioni non adeguatamente intercettata dai sistemi di tutela del Paese, spinge le casse ad ampliare la loro missione e a passare da forme di copertura meramente pensionistiche a forme di welfare integrato. Dalla privatizzazione le casse sono sempre state esortate a contenere il rischio e a finanziare la spesa pubblica (con titoli di stato), oggi il governo chiede che investano nell’economia reale. Ma da sempre le casse l’hanno sostenuta attraverso gli investimenti: obbligazionari secondo le regole dell’economia di mercato, immobiliari secondo il mercato delle costruzioni e delle infrastrutture, ed infine azionari comprando titoli di società quotate e non quotate. E solo per fare un esempio, recentemente le Casse tecniche hanno costituito Arpinge, ed infine quest’anno Inarcassa, Enpam e Cassa forense hanno investito in Banca d’Italia. Tutte operazioni che dimostrano come le Casse siano state capaci di assumersi la propria quota di rischio a fronte di un corretto ritorno previdenziale che deve garantire il futuro pensionistico degli iscritti".
Lo stesso Presidente Giuseppe Santoro ha precisato “L’impegno di Inarcassa nel sistema Italia è consolidato e certificato da tempo. Vorremmo ricevere, a fronte di questa responsabilità, proposte normative e fiscali che bilancino i nostri sforzi e siano una leva a proseguire in questa direzione”.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it