Rischio Sismico: Scuole e Procure non dovrebbero danneggiarsi
Diffondere la cultura sismica dovrebbe essere il primo passo affinché si proceda poi con un piano di adeguamento o miglioramento delle strutture. Lo ha affer...
Diffondere la cultura sismica dovrebbe essere il primo passo affinché si proceda poi con un piano di adeguamento o miglioramento delle strutture. Lo ha affermato lo scorso 2 settembre a SKYTG24 l'ing. Andrea Barocci, autore del libro Rischio Sismico, che ha sottolineato un concetto fondamentale: la consapevolezza degli edifici che frequentiamo.
La casa che abitiamo, la chiesa dove andiamo a messa la domenica o le scuole dove mandiamo i nostri figli: chi è a conoscenza della data di costruzione di questi edifici, chi ne conosce lo stato di salute?Partendo da qui, lo Stato dovrebbe poi prevedere un Piano nazionale di adeguamento degli edifici stanziando fondi (e quindi non solo detrazioni fiscali) che sarebbero certamente inferiori a quelli che ogni volta vengono utilizzati attualmente per la gestione del dopo terremoto.
Con un'esposizione chiara e parole semplici, Barocci ha parlato della differenza sostanziale che esiste tra un intervento di miglioramento e uno di adeguamento sismico, e di come gli edifici strategici (scuole e procure su tutte) non dovrebbero danneggiarsi a causa dei terremoti ma servire per la gestione della fase dell'emergenza. Barocci ha citato, infatti, l'OPCM n. 3274/2003 per la quale è obbligatorio procedere a verifica, da effettuarsi a cura dei rispettivi proprietari, sia degli edifici di interesse strategico e delle opere infrastrutturali la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile, sia degli edifici e delle opere infrastrutturali che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso.
Dalla verifica della vulnerabilità delle strutture strategiche procedere poi al loro adeguamento e, in caso di oggettiva impossibilità, procedere con una delocalizzazione e ricostruzione.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it