Istat e Indici prezzi al consumo ottobre 2016: Nuove tendenze deflazionistiche
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Ottobre 2016; l'indice dei prezzi al consumo per le fa...
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento
dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Ottobre
2016; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di
operai ed impiegati si è, dunque, attestato per il mese di
ottobre 2016 con la nuova base 2015 sul valore di
100,00 con nessuna variazione rispetto a quello
del mese precedente.
La variazione mensile è stata del -0,0 % e quella
annua del -0,1%. Ai fini della determinazione del
trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel
periodo tra il 15 Ottobre 2016 ed il 14 Novembre 2016, occorre
rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2015 del
+1,320093%.
Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).
Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.
Nel mese di ottobre 2016, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, diminuisce dello 0,1% su base mensile e dello 0,2% su base annua (la stima preliminare era -0,1%) mostrando nuovamente tendenze deflazionistiche dopo la ripresa (+0,1%) di settembre.
La flessione tendenziale dell’indice generale continua a essere determinata dai Beni energetici il cui calo si accentua lievemente (-3,6% dal -3,4% di settembre) per effetto di una più intensa flessione dei prezzi di quelli regolamentati (-6,0%, era -3,8% a settembre) e di un parziale rientro della contrazione dei Beni energetici non regolamentati (-0,9%, da -2,7% del mese precedente). Ulteriori contributi deflazionistici derivano dagli andamenti di altre tipologie di prodotto tra le quali spiccano gli Alimentari non lavorati (-0,4%, da +0,4% di settembre) e i Servizi ricreativi, culturali e della cura della persona; la cui crescita si azzera dal +0,6% di settembre.
Pertanto, l’inflazione al netto dei beni energetici rallenta in misura significativa, attestandosi a +0,2% (era +0,5% il mese precedente). Analogamente, al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, l’“inflazione di fondo” scende a +0,2% (da +0,5% di settembre). L’inflazione acquisita per il 2016 risulta pari a -0,1% (lo stesso valore registrato a settembre). Il lieve calo su base mensile dell’indice generale è dovuto alle diminuzioni dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-1,2%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,4%) solo in parte compensate dall’aumento dei prezzi dei Beni energetici nonregolamentati (+0,9%).
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano dello 0,1% su base mensile e registrano una diminuzione dello 0,2% su base annua (la variazione era nulla a settembre). I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto aumentano dello 0,1% in termini congiunturali e registrano una crescita su base annua stabile allo 0,2%. L’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA) aumenta dello 0,2% su base mensile e diminuisce dello 0,1% su base annua, (da +0,1% di settembre), confermando la stima preliminare.
Per quanto concerne le locazioni l'indice
annuale, ridotto al 75%, si è attestato al
-0,075% e l'indice biennale al
-0,075%
L'Istat spiega che, nel mese di ottobre 2016, per
quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera
collettività, gli incrementi congiunturali più
significativi si sono verificati nei capitoli Altri beni e
servizi (+0,2%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche,
Abbigliamento e calzature, Abitazione, acqua, elettricità e
combustibili, (+0,1% per tutti e tre).
Variazioni nulle si sono registrate nei sei
capitoli Bevande alcoliche e tabacchi, Mobili articoli e servizi
per la casa, Servizi sanitari e spese per la salute.
Variazioni congiunturali negative si sono
verificate nei capitoli Istruzione (-1,4%), Servizi ricettivi e di
ristorazione (-0,4%), Trasporti e Comunicazioni (-0,3% per
entrambi), Ricreazione, spettacoli e cultura (-0,1%).
Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli Bevande alcoliche e tabacchi (+2,0%),
Quelli più contenuti si sono registrati nei
capitoli Abbigliamento e calzature, Altri beni e servizi
(+0,4% per tutti e due), Mobili articoli e servizi per la
casa, Servizi sanitari e spese per la salute (+ 0,3% per tutti e
due), Trasporti (+0,2%),
Incrementi tendenziali nulli si sono registrati in
nessun capitolo.
Gli incrementi tendenziali negativi si sono
registrati nei capitoli Abitazione acqua elettricità e combustibili
(-1,9%), Comunicazioni (-1,3%), Istruzione (-1,0%), Servizi
ricettivi e di ristorazione (-0,4%), Prodotti alimentari e bevande
analcoliche (-0,2%),.
Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti
tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati soltanto
nelle città di Bolzano e Napoli(+0,5% per entrambe), Cagliari,
Venezia e Trieste (+0,4% per tutte e tre), Aosta (+0,3%), Firenze
(+0,1%); nelle città di Perugia, Catanzaro e Trento non si sono
registrati aumenti tendenziali, mentre nelle altre città sono tutti
negativi: a Genova (-0,1%), Bari e Bologna (-0,2% per entrambe),
Roma, Torino, Ancona e Palermo (-0,3% per tutte e quattro), Potenza
(-0,6%), Milano (-1,8%).
I prossimi indici saranno pubblicati il 14 Dicembre
2016.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it