Edilizia e Lavori Pubblici, si chiude un anno difficile

Si chiude un anno che abbiamo difficoltà a capire come definire. Principalmente per il fatto che tutte le riforme promesse nel comparto dei lavori pubblici ...

31/12/2016

Si chiude un anno che abbiamo difficoltà a capire come definire.
Principalmente per il fatto che tutte le riforme promesse nel comparto dei lavori pubblici ed in quello dell’edilizia sono in alto mare ed i segnali che arrivano da più parti non sembrano positivi.

Pur sperando di sbagliarci e mentre si avvicina la scadenza del 18 aprile 2017, data entro la quale il nuovo Codice dei contratti di cui al d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50 avrebbe dovuto essere corredato di tutti i provvedimenti attuativi previsti all’interno dell’articolato e che avrebbero dovuto sostituire integralmente il previgente Regolamento n. 207/2010, non possiamo non osservare come degli oltre sessanta provvedimenti previsti ne sono stati pubblicati soltanto 10 (vedi tabella allegata).

Ma c’è di più perché con la mancata pubblicazione del decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti relativo alle linee guida dell’attività di controllo del direttore dei lavori e del direttore di esecuzione previste all’articolo 111, commi 1 e 2 del nuovo Codice dei contratti, continua a permanere quel vuoto normativo da noi più volte denunciato. A tal proposito non si sa che fine a fatto il decreto che era stato predisposto dal Ministero sulla base delle linee guida approntate dall’ANAC e su cui il Consiglio di Stato aveva già espresso il proprio parere (n. 2282 del 3 novembre 2016) con condizioni ed osservazioni di entità tale che hanno inficiato l’impostazione stessa del decreto stesso (leggi news), con l’aggravante che a distanza di oltre due mesi da quel parere non se ne sa più nulla.

A tale proposito ed in riferimento ai notevoli ritardi relativi alla pubblicazione dei provvedimenti del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti non capiamo come mai la Cabina di regia non abbia preso alcun provvedimento visto che, come disposto dall’articolo 212, comma 1, lettera b) del nuovo Codice dei contratti ha, tra gli altri, il compito di “curare, se del caso con apposito piano di azione, la fase di attuazione del presente codice coordinando l’adozione, da parte dei soggetti competenti, di decreti e linee guida, nonché della loro raccolta in testi unici integrati, organici e omogenei, al fine di assicurarne la tempestività e la coerenza reciproca”.

E’ recente, poi, la notizia dell’insediamento della Cabina di regia prevista all’articolo 212 del nuovo Codice che ha, recentemente attivato insieme al Ministero delle Infrastrutture e all'Agenzia per l'Italia digitale la consultazione sui problemi attuativi del Codice appalti rivolta ai Responsabili unici della stazione appaltante (leggi news) e la cui scadenza è prevista per il 16 gennaio 2017..

Ci sono ancora in sospeso le audizione che le Commissioni congiunte di Camera e Senato stanno portando avanti da oltre due mesi relativamente all’indagine conoscitiva sullo stato di attuazione e sulle ipotesi di modifica della nuova disciplina sui contratti pubblici e a tal proposito il 10 gennaio prossimo saranno ascoltati i rappresentanti di Invitalia e dei Sindacati CGIL, CISL, UIL.

E’ lecito, quindi, pensare che si arriverà a gennaio inoltrato senza che si siano fatti ulteriori passi avanti né in merito ai provvedimenti attuativi che mancano né in merito ad idee chiare su un decreto correttivo che dovrebbe essere approvato entro il 18 aprile 2017 con le stesse procedure utilizzate per l’approvazione del d,lgs. n. 50/2016. Alla fine del mese di gennaio resteranno, quindi, sino al 18 aprile, circa 2 mesi e mezzo che è un tempo assolutamente insufficiente per varare un correttivo veramente ragionato. In pratica ci ritroveremo nello stesso pantano dei primi mesi del 2016 quando dopo aver utilizzato 21 mesi (dei 24 disponibili per il recepimento delle direttive europee) per predisporre il testo della legge delega, ne rimasero soltanto 3 per la predisposizione del decreto attuativo.

In pratica, a questo punto, il pallino del gioco sembra in mano soltanto della Cabina di Regia che avrà la possibilità di decidere come organizzare l’agognato correttivo con il Consiglio di Stato, il Parlamento e gli operatori del settore che potranno soltanto applaudire o fischiare il risultato senza poter intervenire in vere consultazioni previste al comma 2 della legge delega n. 11/2016 dove viene detto testualmente “Nell'esercizio delle deleghe di cui al comma 1, la Presidenza del Consiglio dei ministri coordina, di concerto con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e sentita l'ANAC, lo svolgimento delle consultazioni delle principali categorie di soggetti pubblici e privati destinatari della nuova normativa”. Nella speranza che tali consultazioni non si riducano, come nel caso di quelle effettuate prima dell’approvazione del d.lgs. n.50/2016, in semplici risposte ad un questionario.

Ma la speranza è l’ultima a morire e spero che il 2017 porti, d’incanto, un’accelerazione nella predisposizione dei provvedimenti che mancano ed un coinvolgimento degli operatori del settore nella stesura del correttivo ma, anche, la definitiva approvazione delle Norme tecniche per le costruzioni ed una rivisitazione complessiva del Testo unico dell'edilizia (D.P.R. n. 380/2001) che a distanza di oltre 15 anni dalla pubblicazione ha necessità di una pesante rivisitazione.

Buon 2017 a tutti i nostri lettori.

A cura di Arch. Paolo Oreto

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