Istat e Indici prezzi al consumo febbraio 2017: Ritorna l’inflazione con un +1,6%
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Febbraio 2017; l'indice dei prezzi al consumo per le f...
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento
dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Febbraio
2017; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di
operai ed impiegati si è, dunque, attestato per il mese di
febbraio 2017 con la nuova base 2015 sul valore di
101,00 con una consistente variazione positiva
rispetto a quello del mese precedente.
La variazione mensile è stata del +0,4 % e quella
annua del +1,5%. Ai fini della determinazione del
trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel
periodo tra il 15 Febbraio 2017 ed il 14 Marzo 2017, occorre
rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2016 del
+0,773430%.
Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).
Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.
Nel mese di febbraio 2017, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,4% su base mensile e registra un aumento dell’1,6% rispetto a febbraio 2016 (la stima preliminare era +1,5%), da +1,0% di gennaio.
L’accelerazione dell’inflazione a febbraio 2017, è da ascrivere principalmente all’accelerazione della crescita dei prezzi delle componenti maggiormente volatili, ossia gli Alimentari non lavorati (+8,8%, era +5,3% a gennaio) e i Beni energetici non regolamentati (+12,1%, da +9,0% del mese precedente) alla quale si sommano la dinamica dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+2,4%, in accelerazione dal +1,0% di gennaio) e l’attenuazione della flessione di quelli dei Beni energetici regolamentati (-1,6%, dal -2,8% del mese precedente).
Di conseguenza, l’”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, sale di appena un decimo di punto (+0,6%, da +0,5% del mese precedente) mentre quella al netto dei soli Beni energetici si porta a +1,3%, da +0,8% di gennaio.
L’aumento congiunturale dell’indice generale dei prezzi al consumo è principalmente dovuto ai rialzi dei prezzi degli Alimentari non lavorati (+3,0%), dei Beni energetici regolamentati e non (rispettivamente +1,1% e +0,5%) e dei Servizi relativi ai trasporti (+1,0%).
Su base annua la crescita dei prezzi dei beni (+2,0%, da +1,2% di gennaio) segna un’accelerazione più marcata rispetto a quella dei servizi (+0,9%, da +0,7% del mese precedente). Di conseguenza, rispetto a gennaio, il differenziale inflazionistico negativo tra servizi e beni si amplia, portandosi a meno 1,1 punti percentuali (da meno 0,5 di gennaio).
L’inflazione acquisita per il 2017 è pari a +1,1% per l'indice generale e +0,1% per la componente di fondo. prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano dell’1,1% su base mensile e del 3,1% su base annua (era +1,9% a gennaio). I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto aumentano dello 0,7% in termini congiunturali e del 3,2% su base annua, da +2,2% del mese precedente.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,2% su base congiunturale e dell’1,6% su base annua (da +1,0% di gennaio), confermando la stima preliminare.
Per quanto concerne le locazioni l'indice
annuale, ridotto al 75%, si è attestato al
+1.175% e l'indice biennale al
+0,975%
L'Istat spiega che, nel mese di febbraio 2017, per
quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera
collettività, gli incrementi congiunturali più
significativi si sono verificati nei capitoli
Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+1,4%), Trasporti
(+0,7%), Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+0,5%),
Ricreazione, spettacoli e cultura (+0,3%), Altri beni e
servizi (+0,2%), Servizi sanitari e spese per la salute,
Comunicazioni, Servizi ricettivi e di ristorazione e (+0.1% per
tutti e tre).
Variazioni nulle si sono registrate nei
capitoli Bevande alcoliche e tabacchi, Mobili, articoli e servizi
per la casa, Istruzione.
Variazioni congiunturali negative si sono
verificate nel capitolo Abbigliamento e calzature (-0,1%).
Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli Trasporti (+4,9%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+3,8%), Bevande alcoliche e tabacchi (+1,8%), Servizi ricettivi e di ristorazione, Altri beni e servizi (+1,1% per entrambi),
Quelli più contenuti si sono registrati nei
capitoli Abbigliamento e calzature, Servizi sanitari e spese per la
salute (+0,4% per entrambi), Mobili articoli e servizi per la casa,
Ricreazione, spettacoli e cultura (+ 0,1% per entrambi).
Incrementi tendenziali nulli si sono registrati
nel capitolo Abitazione, acqua, elettricità e combustibili
Gli incrementi tendenziali negativi si sono
registrati nei capitoli Comunicazioni (-2,4%), Istruzione
(-0,9%).
Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti
tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati soltanto
nelle città di Trento e Bolzano (+2,2% per entrambe), Milano e
Napoli (+2,1% per entrambe), Genova e Bari (+1,9% per entrambe),
Trieste (+1,8%), Perugia e Catanzaro (+1,7% per
entrambe), Potenza e Aosta (+1,6% per entrambe), Venezia, Torino,
Palermo e Firenza (+1,5% per tutte e quattro), Roma (+1,4%),
Cagliari, (+1,3%), Bologna (+1,2%), Ancona (+1,1%),
I prossimi indici saranno pubblicati il 13 Aprile 2017.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it