Valutazione Impatto Ambientale (VIA) in fase preliminare: gli ambientalisti non ci stanno
Cambiamento sulle norme che regolano la VIA (Valutazione Impatto Ambientale) per le Grandi Opere, come linee ferroviarie, autostrade, ponti e gasdotti come i...
Cambiamento sulle norme che regolano la VIA (Valutazione Impatto Ambientale) per le Grandi Opere, come linee ferroviarie, autostrade, ponti e gasdotti come il Tap.
Secondo il Ministero dell'Ambiente, il decreto legislativo, trasmesso alla Presidenza il 16 marzo 2017, serve a recepire la direttiva europea sulla semplificazione delle procedure dei lavori, evitare procedure d'infrazione per l’Italia e sbloccare opere infrastrutturali, territoriali, paesaggistiche bloccate.
Nuova VIA che non piace alle associazioni ambientaliste, che imputano al ministro Gian Luca Galletti di aver voluto in questo modo favorire le imprese delle grandi opere, consentendo l’inizio lavori, di un tunnel o di un'autostrada, già in fase di progetto preliminare e non più definitivo.
Al palo – secondo il Ministero - ci sono investimenti bloccati per 21 miliardi di euro, incastrati nelle procedure di valutazione ambientale, lungaggini che si trascinerebbero da un anno per l'assoggettabilità di un progetto alla VIA, e altri tre per l’iter della valutazione, a in certi casi può arrivare a durare anche sei anni.
Dura la replica degli ambientalisti, con Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, in testa, e poi a seguire Italia Nostra, WWF, FAI, che si oppongono alla concessione della Via in fase preliminare.
"Le lungaggini - sostengono le associazioni ambientaliste - non dipendono dalla Via, ma da progetti in molti casi mal fatti. Come quelli del dopo Legge Obiettivo, dove dal 2001 al 2016, i costi delle infrastrutture lievitarono da 125 a 375 miliardi, seguite da inchieste giudiziarie, ai rilievi dell'Anac, e portato il governo ad approvare nel 2016 un Codice degli appalti che superasse la Legge Obiettivo".
La nuova Via non convince nemmeno Maria Rosa Vittadini che ha diretto la Commissione Via in passato: "L'Europa chiede sì una Via più veloce ma anche una Via che contempli la biodiversità, i mutamenti climatici, che presti attenzione alla salute, al paesaggio. Sarebbe utile – continua Vittadini - dividere la Via in due fasi: una su un progetto più avanzato rispetto al preliminare del ministero, e un'altra su un progetto definitivo, e in entrambi i casi considerare le posizioni delle amministrazioni locali, delle associazioni ambientaliste e dei cittadini".
In allegato il documento Trasmesso alla Presidenza il 16 marzo 2017
A cura di Salvo Sbacchis
Documenti Allegati
Schema di decreto legislativo