Jobs Act Autonomi e Competenze professionali: atti pubblici rimessi alle professioni ordinistiche

Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l'articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato" (c.d. Jobs Act Autonomi)

01/06/2017

Tra le disposizioni più interessanti contenute all'intermo del ddl n. 2233-B recante "Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l'articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato" (c.d. Jobs Act Autonomi), approvato in via definitiva dal Senato il 10 maggio 2017, vi è certamente l'articolo 5 rubricato "Delega al Governo in materia di atti pubblici rimessi alle professioni ordinistiche".

L'articolo prevede che alcune disposizioni che hanno l'obiettivo di semplificare l’attività delle amministrazioni pubbliche e di ridurne i tempi di produzione che, come tutti quanti sappiamo, rappresenta uno dei principali talloni di Achille del nostro Paese.

Nel dettaglio, dalla pubblicazione in Gazzetta del Jobs Act, il Governo avrà 12 mesi di tempo per adottare uno o più decreti legislativi in materia di rimessione di atti pubblici alle professioni ordinistiche, nel rispetto dei seguenti princìpi e criteri direttivi:
a) individuazione degli atti delle amministrazioni pubbliche che possono essere rimessi anche alle professioni ordinistiche in relazione al carattere di terzietà di queste;
b) riconoscimento del ruolo sussidiario delle professioni ordinistiche, demandando agli iscritti l’assolvimento di compiti e funzioni finalizzati alla deflazione del contenzioso giudiziario e ad introdurre semplificazioni in materia di certificazione dell’adeguatezza dei fabbricati alle norme di sicurezza ed energetiche, anche attraverso l’istituzione del fascicolo del fabbricato.

I decreti del Governo avranno sia il compito di individuare gli atti amministrativi da rimettere alle professioni ordinistiche che il ben più gravoso e importante incarico di definire compiutamente "chi potrà fare cosa" al fine di evitare gli inutili e costosi contenziosi che hanno contraddistinto il tema delle competenze professionali, soprattutto nel settore dell'edilizia.

Quello delle competenze professionali è, purtroppo, un tema su cui si è dibattuto molto negli ultimi anni senza però trovare soluzioni che potessero da una parte "accontentare" i diversi attori coinvolti e dall'altra puntare diritti sull'obiettivo di massimizzare il bene e l'incolumità pubblica. Difficilmente, però, il Governo riuscirà a trovare bandolo della matassa sedendo ad un tavolo con le diverse professioni che negli anni, almeno nel settore dell'edilizia, hanno dimostrato scarsa capacità nel trattare l'argomento. Una delle dimostrazioni risiede nella nascita della Rete delle Professioni Tecniche, organismo creato dai diversi Consigli Nazionali dell'area tecnica, che tra i suoi obiettivi statutari non ha previsto la risoluzione dei conflitti sul tema competenze, probabilmente per evitare di trattare un argomento su cui ancora non si è trovato un accordo.

Nell'attesa della pubblicazione in Gazzetta del Jobs Act, vi chiediamo di lasciare un commento facendo una ricognizione degli atti pubblici da rimettere alle professioni ordinistiche, individuando, se possibile, le relative competenze.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

© Riproduzione riservata