Ape a 30 euro: nessuna meraviglia per Federarchitetti
In un articolo pubblicato ieri dal titolo "Ape a 30 euro: un nuovo bando pubblico che svaluta le competenze tecniche" siamo tornati nuovamente sul tema della...
In un articolo pubblicato ieri dal titolo "Ape a 30 euro: un nuovo bando pubblico che svaluta le competenze tecniche" siamo tornati nuovamente sul tema della svalutazione delle competenze professionali e dell'equo compenso, che si è scatenato a seguito dell'ormai famoso caso Catanzaro.
In particolare, vi informavamo dell'Avviso di indagine esplorativa pubblicato da A.L.E.R. (Azienda Lombarda di edilizia residenziale) di Pavia- Lodi (si tratta di un ente pubblico) per la selezione di un operatore economico a cui affidare il servizio relativo alla redazione degli attestati di prestazione energetica da allegare alla fine lavori dell’intervento di riqualificazione energetica dell’edificio di n. 98 alloggi a canone sociale in viale Pavia n.19 a Lodi ai sensi dell’art 36, comma 2 lett. a) del D.lgs. 50/2016 in cui a fronte di una prestazione, appunto consistente nella redazione di 98 attestati di prestazione energetica con un importo massimo presunto di 3.000,00 Euro ovvero poco più di 30 euro ad attestato.
Ricevo e pubblico la nota inviatami da Michele Cristaudo, Presidente di Federarchitetti Sezione territoriale Catania, che vi invito a leggere tutta.
La nota di Michele Cristaudo
Forse queste mie considerazioni andranno controcorrente rispetto all’indignazione generale delle professioni tecniche, ma credo che sia importante innanzitutto individuare l’ambito del settore e dell’argomento.
La figura del Certificatore energetico non è certo la principale attività professionale dell’Architetto o dell’Ingegnere e non ne riveste alcuna specificità, bensì è un ruolo che può essere coperto da svariate tipologie di tecnici laureati e diplomati:
Il ddl Destinazione Italia è intervenuto sul Dpr 75/2013 ampliando le categorie di laureati e diplomati che accedono direttamente alla professione di certificatore energetico senza seguire alcun percorso formativo aggiuntivo. Le lauree che danno accesso diretto alla professione di certificatore sono:
- architettura, ingegneria edile ingegneria edile-architettura;
- ingegneria chimica;
- ingegneria civile;
- ingegneria dei sistemi edilizi
- ingegneria della sicurezza;
- ingegneria elettrica;
- ingegneria energetica e nucleare;
- ingegneria gestionale;
- ingegneria meccanica;
- ingegneria per l’ambiente e il territorio;
- scienza e ingegneria dei materiali;
- scienze e tecnologie agrarie;
- scienze e tecnologie forestali ed ambientali;
- scienze e gestione delle risorse rurali e forestali.
A queste il ddl Destinazione Italia ha aggiunto:
- ingegneria aerospaziale e astronautica;
- ingegneria biomedica;
- ingegneria dell’automazione;
- ingegneria delle telecomunicazioni;
- ingegneria elettronica;
- ingegneria informatica;
- ingegneria navale;
- pianificazione territoriale urbanistica e ambientale;
- scienze e tecnologie della chimica industriale.
Per quanto riguarda i diplomi tecnici, l’esenzione dai corsi vale per i diplomati in:
- meccanica, meccatronica ed energia;
- elettronica ed elettrotecnica;
- agraria, agroalimentare e agroindustria (o perito agrario) ingegneria edile-architettura;
- costruzioni, ambiente e territorio (o geometra),
- perito industriale con specializzazione in edilizia, elettrotecnica, meccanica, termotecnica.
A questi il ddl Destinazione Italia ha aggiunto i diplomi di perito industriale con specializzazione in:
- aeronautica;
- energia nucleare;
- metallurgia;
- navalmeccanica;
- metalmeccanica.
Durata dei corsi
Nel caso in cui i tecnici non siano in possesso di tutti i requisiti e le competenze indicate dal Dpr 75/2013, possono collaborare con altri professionisti o frequentare un corso di formazione al termine del quale devono sostenere un esame. Il ddl Destinazione Italia ha modificato il decreto allungando a 80 ore la durata minima dei corsi. La versione originaria del Dpr 75/2013 prevedeva invece una durata minima di 64 ore.
Dalla lettura di questo elenco si dovrebbe comprendere che la qualità specifica di questa “nuova” figura professionale non solo non è definita ma al contrario è autorizzata in sostanza a tutti quanti lo volessero fare, a prescindere dalle conoscenze tecniche generali.
In questo contesto non è possibile rapportare questa attività alla figura dell’Architetto o dell’Ingegnere bensì ad un enorme mercato di competenze collaterali previste per l’ottenimento di certificazioni, attestazioni, perizie etc.
Ciò fa si che l’unico riferimento reale ai costi di questa attività sia purtroppo quello del mercato.
Entrando nello specifico delle metodologie previste per il rilascio dell’A.P.E., non potendosi fare più riferimento ai “minimi tariffari”, voglio fare notare come il costo di vacazioni orarie, previsto per figure con responsabilità e competenze professionali ben più importanti, come quelle dei Consulenti Tecnici di Ufficio, sia mortificante, senza che fino ad oggi si sia riusciti a produrre alcun cambiamento significativo:
- Legge 319 del 08/07/1980
- Decreto Ministero Grazia e Giustizia 30/05/2002
Costo delle prima vacazione (n°2
ore): € 14,68
Costo delle successive vacazioni (n°2 ore): €
8,15
Costo delle successive vacazioni (n°2 ore): €
8,15
Totale per n° 6 ore: € 30,98
Considerando che per la redazione di una certificazione A.P.E. su un’unità immobiliare, compreso il sopralluogo, si possono impiegare anche meno di 6 ore di lavoro, non dobbiamo meravigliarci del costo di 30 euro.
Dovremmo invece non solo meravigliarci ma indignarci per esserci ridotti a fare altro dalla nostra professione; tentiamo ancora di fare il nostro mestiere, mentre uno Stato e una Società ormai distanti non ci riconoscono più nei processi di progettazione, di trasformazione e rigenerazione delle città e del territorio, nella tutela dei beni, nella prevenzione e miglioramento antisismico del patrimonio edilizio esistente.
Nessuno di noi, Consigli Nazionali, Ordini, Associazioni di categoria etc, è stato in grado di incidere per invertire la rotta del ribasso e della mediocrità verso il ritorno alla qualità e della dignità professionale (vedasi in ultimo il “caso Lonetti-Catanzaro”); nonostante ciò, per quello che ci riguarda, continueremo a dedicare il nostro tempo e la passione alla tutela degli interessi degli Architetti e degli Ingegneri Liberi Professionisti ma, permettetemi, non a quanto costa un A.P.E.
Il principio con cui le Amministrazioni ci hanno abituato a convivere è quello delle certificazioni a dispetto delle azioni: la certificazione, come in passato i C.I.S. per le sanatorie ed oggi gli A.P.E., servono ad avere un responsabile, il professionista che certifica, senza alcun processo che anticipi o segua la certificazione.
Per edifici della metà del secolo scorso, ed estesa ai contratti di locazione, la certificazione A.P.E., così come oggi è normata, è soltanto uno dei tanti adempimenti burocratici che si può pagare anche 30 euro. Se invece alle certificazioni vogliamo provare a rispondere con le azioni potremmo cominciare a considerare che la Sicilia non ha lo stesso clima di Bolzano, che l’energia che consumiamo noi e i nostri edifici è in gran parte relativa al raffrescamento e non al riscaldamento; potremmo immaginare di avere protocolli regionali per l’efficientamento energetico nelle ristrutturazioni degli edifici esistenti, nei Centri storici, dove la Prestazione Energetica non sia più un’Attestazione ma una Qualificazione attraverso un Progetto, quello sì dell’Architetto e dell’Ingegnere e che non si può fare né in 6 ore e neppure a 30 euro.
Ringrazio Michele Cristaudo per gli
interessanti spunti di riflessione e lascio come sempre a voi
l'ultima parola.
#unpensieropositivo
A cura di Ing. Gianluca Oreto