Codice dei contratti: Inarsind interviene sul decreto relativo ai collaudi
Riceviamo da Inarsind e pubblichiamo il seguente comunicato stampa diffuso in seguito alla notizia dell’approvazione da parte del Consiglio superiore dei Lav...
Riceviamo da Inarsind e pubblichiamo il seguente comunicato stampa diffuso in seguito alla notizia dell’approvazione da parte del Consiglio superiore dei Lavori pubblici del decreto sul collaudo di cui all’articolo 102 del Codice dei contratti.
“Per l’ennesima volta in tema di Codice degli Appalti assistiamo ad un groviglio normativo che porta a disattendere delle norme vigenti: è di qualche giorno fa la notizia che il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha approvato lo schema di decreto attuativo del Codice dei contratti sull’affidamento delle prestazioni di collaudo statico e tecnico amministrativo - che, ricordiamo, a norma dell’art. 102 del D.Lgs. 50/2016 viene prioritariamente riservato all’interno della P.A. e solo in subordine per comprovata mancanza di organico o competenze specifiche a professionisti esterni - prevedendo che per i Dipendenti pubblici sia requisito sufficiente all’assunzione dell’incarico l’iscrizione all’Albo dei collaudatori di cui al Capo VI del Decreto, mentre per i Liberi Professionisti resta necessaria l’iscrizione all’Albo professionale da almeno 10 anni.
INARSIND ritiene indispensabile che la decennale iscrizione all’Albo sia resa obbligatoria anche per i Pubblici Dipendenti ad evitare l’ennesima disparità di trattamento tra questi ed i Liberi Professionisti, soprattutto data l’importanza della figura di collaudatore nell’esecuzione di un’opera e la garanzia che questo metta a disposizione la massima competenza in materia; è fondamentale che figure professionali che svolgono la stessa funzione siano soggette alle stesse regole ed agli stessi vincoli quali quelli del Codice Deontologico.
In alternativa le prestazioni dovrebbero essere riservate ai soli Liberi Professionisti, soggetti esterni e dunque terzi, che operano sotto il controllo degli ordini professionali deputati, per legge, alla garanzia dell’operato dei propri iscritti nei confronti della collettività. Questo forse è un altro film ma che porterebbe senz’altro ad una svolta positiva nel mondo degli appalti pubblici, in modo da non vedere più coincidere controllore e controllato elemento senz'altro non di garanzia per la perfetta esecuzione di un’opera.
E’ legittimo pensare che anche questo decreto voglia essere l'ennesimo passo verso l’eliminazione della Libera Professione?”
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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