Il futuro dei liberi professionisti: ma ci vogliono davvero?
“Ancora una volta assistiamo all’attacco dei dipendenti pubblici nei confronti dei liberi professionisti e alla contestazione sull’applicazione del “Decreto ...
“Ancora una volta assistiamo all’attacco dei dipendenti pubblici nei confronti dei liberi professionisti e alla contestazione sull’applicazione del “Decreto parametri” (D.M. 17/06/2017) nelle gare della P.A…….”così iniziava un articolo datato luglio 2018 a firma del Consigliere nazionale Inarsind ing Saverio Foti, dopo le varie contestazioni avvenute al Bando per il PSC del Comune di Catanzaro (leggi articolo).
Cambiano le città, le Pubbliche Amministrazioni ma gli attori sono sempre quelli: da un lato le Pubbliche Amministrazioni che recitano la parte da leone (le cui redini sono tenute da nostri colleghi), dall’altro i liberi professionisti (decisamente parte debole). Si evidenzia a tal proposito una scomoda convivenza all’interno degli organismi di categoria, vedi ordini professionali, tra dipendenti e liberi professionisti che perseguono due fini differenti seppur entrambi al servizio della collettività. In uno stato democratico e civile il lavoro è principio costituzionale e dovrebbe essere universalmente riconosciuto e di conseguenza remunerato. Tutto ciò accade nel resto del mondo, perché in Italia il lavoro dei liberi professionisti è schernito, confuso con il volontariato e si pretende che esso sia gratuito, tutto ciò in barba alle norme di legge che proibiscono l’affidamento di incarichi gratuito a partire dall'art. 24 del Codice dei contratti, che ai commi 8, 8bis e 8ter dispone l'obbligo di utilizzo del decreto Parametri (DM 17/06/2016) per i servizi di ingegneria e architettura.
Ma le leggi, si sa, in Italia sono emesse per essere eluse, questo purtroppo devono constatare i liberi professionisti. I fatti ci presentano episodi, non più sporadici, ma quasi routine, nei quali, proprio dalle Pubbliche Amministrazioni che dovrebbero essere di esempio per tutti, garanti di legalità e sicurezza, parte la violazione della norma di legge, si sfornano cosi bandi di affidamento incarico a cifre irrisorie, o addirittura gratuiti, a partire da lontano possiamo ricordare il Comune di Manziana, passando per i recenti di Catanzaro, Solarino, Picerno etc. (leggi articoli). Questa scorretta abitudine ha portato a proteste che hanno condotto all’approvazione della legge per l’equo compenso (art. 19-quaterdecies del D.L. n. 148/2017 convertito dalla legge n. 172/2017), ma ciò non è stato sufficiente. “I liberi professionisti, architetti ed ingegneri dal loro lavoro potrebbero trarre utilità economica” questo scrivono alcuni TAR, specificando che “non è possibile rinnegare a priori appalti di servizi a titolo gratuito qualora al professionista può corrispondere un’utilità economica in senso lato, quale il ritorno di immagine, diversa da quella meramente finanziaria”.
FOLLIA PURA…..
Ed ecco che, forti di queste teorie elaborate da chissà quale grande filosofo o teorico, esce anche il Comune di Molfetta (leggi articolo). Esso richiede diplomati e/o laureati iscritti ai rispettivi Albi professionali per un incarico a titolo gratuito "in quanto il corrispettivo, prescindendo da una stretta utilità economica e spostandosi su leciti elementi immateriali inerenti il fatto stesso del divenire ed apparire esecutore della prestazione richiesta dall'Amministrazione, si concretizza come effetto di potenziale promozione esterna dell'affidatario, come conseguenza della comunicazione al pubblico dell'esecuzione della prestazione professionale" (n.d.r. bando poi corretto leggi articolo). DI NUOVO FOLLIA eppure supportata da una Sentenza, quella del Consiglio di Stato 3 ottobre 2017, n. 4614, emessa dopo il caso Catanzaro.
A parte l’umiliazione della categoria di liberi professionisti, ci si domanda "come mai lo stesso trattamento non venga riservato a tutti i lavoratori, quindi sia dipendenti che liberi professionisti?"
Risulta pertanto un forte discrimine tra cittadini, l’aver creato un popolo di liberi professionisti che non riescono neanche più a garantire il sostentamento della propria famiglia, in barba dell’art 36 della costituzione del nostro paese ed i dipendenti che sono gli artefici di questi bandi “illegali”.
Forti di tali eventi, ora anche gli Amministratori politici si sentono in dovere di promettere lavori gratuiti.
È il caso di Monreale, che due giorni fa, dopo la riapertura dei bandi per il progetto “Sport e Periferie”, ha deciso di aderire. Nella discussione sulle modalità di redazione dei progetti intervengono i consiglieri Guzzo e Giuliano che rivolgendosi al Sindaco dicono:
“Stavolta però l’amministrazione ci faccia sapere prima se
non è in grado di far redigere per tempo anche un semplice progetto
di fattibilità, considerata l’immane mole di lavoro che tende ad
affidare sempre all’ufficio tecnico, spesso troppo intasato delle
pratiche più disparate e oltremodo oberato di lavoro rispetto a
quelle che sono le esigue unità di personale impiegate in un
ufficio tanto nevralgico che invece dovrebbe essere la locomotiva
per un comune.
Nel caso, lo anticipiamo, noi consiglieri Giuliano e Guzzo ci
mettiamo a completa disposizione dell’amministrazione per impiegare
dei tecnici disposti a farlo anche a titolo gratuito. L’occasione è
troppo importante, non possiamo permetterci di perderla, non
un’altra volta”, concludono i consiglieri di opposizione.
Se i nostri politici non riusciranno a comprendere il ruolo strategico dei liberi professionisti, riconoscendo che debbano essere remunerati per il loro lavoro, il nostro paese è destinato a soccombere essendo sempre meno competitivo con il resto del mondo nel settore dei servizi di architettura ed ingegneria, che invece rappresentano ancora una delle potenzialità del nostro paese.
A tal proposito occorre ricordare che nonostante la crisi i servizi di ingegneria nel 2017 hanno rappresentato una quota pari all’1,5% del PIL pari a a 25,9 miliardi di fatturato.
Il Centro Studi CNI calcola, tuttavia, che dei 25,9 miliardi di giro d’affari stimati per il 2017, almeno 11,5 miliardi siano attribuibili ad attività di ingegneria pura, ovvero alle sole attività intellettuali legate alla progettazione, direzione dei lavori, verifica, analisi, studi in ambito tecnico.
Allora, è opportuno domandarsi "perché mai in Italia serve una legge che obblighi a rispettare le leggi? Perché non si punta anche sui liberi professionisti?"
Inarsind da anni combatte contro questi abusi, poiché di abusi stiamo parlando, ha segnalato prima alla Autorità di Vigilanza sui LL.PP, poi all’Anac, provvede a diffidare le amministrazioni ad annullare e ritirare i bandi in palese violazione di legge , purtroppo però i risultati stentano ad arrivare.
Manca la cultura della legalità perché a tali bandi anche i nostri colleghi dovrebbero evitare di partecipare, se andassero deserti le Amministrazioni desisterebbero e perché non applicare provvedimenti disciplinari da parte dell’ordine di appartenenza sia al funzionario pubblico che emana il bando illegittimo e ai colleghi che partecipano? Inarsind dal canto suo continuerà le azioni di contrasto e punterà con azioni specifiche ad aumentare il senso di responsabilità e della legalità sia nei cittadini che nel mondo delle libere professioni, consci però che purtroppo, alcuni colleghi , assaliti da una profonda crisi, a volte, per garantire un pasto alla famiglia, sono costretti ad umiliarsi, ma mentre noi scriviamo, formiamo i professionisti, l’Ordine degli architetti di Bari ha raggiunto l’accordo col comune di Molfetta ed il bando è stato rettificato, per cui ai giovani professionisti che avranno l’opportunità di entrare a far parte del gruppo di lavoro, incarico che andrà comunque ad arricchire il loro curriculum, verrà corrisposto un compenso forfettario (€2000) superando la gratuità dell’incarico.
TUTTE LE NOSTRE BATTAGLIE RESE VANE IN UN COLPO DI SPUGNA…..
A cura di arch Natalia Guidi
Consigliere Nazionale Inarsind