Equo compenso, la Regione Lazio approva la legge a tutela dei liberi professionisti
Dopo Calabria, Basilicata, Piemonte, Campania e Sicilia, anche la Regione Lazio ha approvato all'unanimità (36 voti favorevoli su 36) la legge sull'equo comp...
Dopo Calabria, Basilicata, Piemonte, Campania e Sicilia, anche la Regione Lazio ha approvato all'unanimità (36 voti favorevoli su 36) la legge sull'equo compenso, frutto della collaborazione con la Federazione degli Ordini degli Ingegneri del Lazio e di altre categorie professionali.
Si tratta della legge n. 69 che, nei limiti delle competenze regionali, ha lo scopo di introdurre strumenti che garantiscano l’equo compenso per le opere professionali svolte in favore della Regione, degli enti strumentali e delle società controllate.
Soddisfazione da parte della Fondazione Inarcassa. "L’adozione della legge sull’equo compenso - ha commentato il Presidente Egidio Comodo - anche nel Lazio è un importante passo in avanti a tutela del lavoro e della dignità delle libere professioni. Adesso ci aspettiamo che questo tema abbia la stessa attenzione da parte del governo anche a livello nazionale. L’affermazione del principio dell’equo compenso non è solo uno strumento a difesa dei liberi professionisti ma anche una garanzia di qualità delle opere e dei servizi erogati ai cittadini”.
La situazione normativa sull'equo compenso è, infatti, la seguente:
- Legge 3 agosto 2018, n. 25 - Regione Calabria
- Legge 30 novembre 2018, n. 41 - Regione Basilicata
- Legge 17 dicembre 2018, n. 19 (art. 140) - Regione Piemonte
- Legge 29 dicembre 2018, n. 59 - Regione Campania
- Legge 22 febbraio 2019, n. 1 (art. 36) - Regione Sicilia
L'ultima legge per la Regione Lazio arriva dopo che da più parti è stata sollevata l'esigenza di una norma nazionale che la stessa Fondazione Inarcassa ha sollecitato in occasione dell’incontro tenutosi lo scorso mese a Roma e promosso dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.
“La legge approvata sull’equo compenso - ha affermato Eleonora Mattia (Pd), presidente della IX Commissione regionale lavoro e prima firmataria, insieme a Salvatore La Penna, della legge - è la risposta della Regione Lazio ad un governo centrale il cui il concetto ‘uno vale uno’ si trasforma nello svilimento delle professionalità e della formazione universitaria, con migliaia di laureati che ogni anno lasciano il Paese. La crisi economica non ha risparmiato i liberi professionisti, vittime di interventi di riforma che, anno dopo anno, hanno generato una concorrenza al ribasso, con conseguente impoverimento dell’opera professionale prestata”.
“Nel Lazio - continua Eleonora Mattia - le disposizioni sull’equo compenso interessano circa 175 mila professionisti, motivo per cui questa legge ha trovato la convergenza di tutte le altre forze politiche che l’hanno condivisa e votata all’unanimità, sia in Commissione che in aula. Nei limiti delle competenze legislative regionali con questa legge andiamo ad introdurre strumenti per garantire che la Regione, le società controllate e gli enti strumentali riconoscano compensi equi ai professionisti dei quali si avvalgano. Allo stesso tempo andiamo ad assicurare al professionista di ricevere il pagamento delle spettanze dal privato, pena la sospensione del procedimento amministrativo in cui figura la prestazione del professionista. Vengono inoltre negate le autorizzazioni a chi non paga il progettista e fornito uno strumento utile a contrastare l’evasione fiscale”.
“Tra gli obiettivi che ci siamo fissati - conclude Mattia - quello di frenare l’incessante calo dei redditi dei professionisti italiani che, tra il 2005 e il 2017, si è attestato al 19%. Il dato che preoccupa di più è quello legato all’età e al genere, visto che il reddito medio di un professionista sotto i 40 anni arriva al 50% di quello di un over 45 mentre il reddito delle donne non va oltre il 56% di quello degli uomini”.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it