Codice dei contratti e Sblocca Cantieri, Comodo (Fond. Inarcassa): 'Ok a riforma, ma più tutele per liberi professionisti'

Mentre il Ministro delle Infrastrutture ha già anticipato la pubblicazione su una delle Gazzette Ufficiali del decreto-legge recante "Disposizioni urgenti pe...

11/04/2019

Mentre il Ministro delle Infrastrutture ha già anticipato la pubblicazione su una delle Gazzette Ufficiali del decreto-legge recante "Disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici e misure per l’accelerazione degli interventi infrastrutturali” (c.d. Decreto Sblocca Cantieri), continuano le audizione in Commissione Lavori Pubblici del Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sui profili applicativi del Codice dei contratti pubblici.

L'ultima audizione ha visto protagonista Fondazione Inarcassa che non ha perso l’occasione per commentare e criticare le misure presenti nello Sblocca Cantieri ed, in particolare, la reintroduzione dell’incentivo del 2% per le attività di progettazione ad opera dei pubblici dipendenti, ritenendola "un vero e proprio passo indietro rispetto a quanto fatto in precedenza dal codice appalti del 2016", e l'appalto integrato, il quale "non ha infatti prodotto in passato grandi vantaggi in termini di tempi e qualità progettuale, ma piuttosto è apparso come un escamotage per celare l’incapacità delle PA di occuparsi di tutta la fase progettuale con risultati soddisfacenti sul piano della qualità".

Incentivo ai tecnici della P.A. per le attività di progettazione

Mentre eravamo favorevoli a limitare l’incentivo per i dipendenti delle PA alle sole attività di programmazione e controllo della spesa per investimenti e delle procedure di gara, nonché per le fasi tecniche della direzione lavori e del collaudo - afferma il Presidente Egidio Comodo - oggi, questa nuova modifica, significherebbe un duro colpo e un attacco alla dignità degli architetti e ingegneri che vivono di sola libera professione e che da anni soffrono di una grave crisi e un’importante contrazione dei redditi”.

Questa misura - aggiunge il Presidente Comodo - comporterebbe inevitabilmente uno svilimento del ruolo e della qualità del lavoro garantita dai liberi professionisti che operano nei confronti della pubblica amministrazione e avvantaggerebbe i soli dipendenti pubblici con un’integrazione importante del loro, già sicuro, stipendio”.

Ricordiamo che l'ultima bozza (presumibilmente l'ultima) dello Sblocca Cantieri prevede la modifica dell'art. 113, comma 2 stabilendo che l'incentivo ai dipendenti tecnici della P.A. possa essere dato non più per "le attività di programmazione della spesa per investimenti, di valutazione preventiva dei progetti, di predisposizione e di controllo delle procedure di gara e di esecuzione dei contratti pubblici” ma per “le attività di progettazione, di coordinamento della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione, di verifica preventiva della progettazione”.

Appalto integrato

In riferimento all'appalto integrato, il Presidente di Fondazione Inarcassa ha sottolineato la correttezza del pagamento diretto al progettista ma anche che "Il riscorso all’appalto integrato invece deve essere limitato ai soli casi particolari, quando ad esempio per complessità e particolarità tecnica dell’opera si necessita del supporto diretto dell’impresa. Il ricorso all’appalto integrato non ha infatti prodotto in passato grandi vantaggi in termini di tempi e qualità progettuale, ma piuttosto è apparso come un escamotage per celare l’incapacità delle PA di occuparsi di tutta la fase progettuale con risultati soddisfacenti sul piano della qualità”.

Siamo molto soddisfatti - ha concluso Egidio Comodo - che il Governo sia al lavoro per mettere finalmente mano al Codice degli Appalti e che il dl Sblocca-Cantieri preveda un apprezzabile tentativo di semplificazione. E’ necessario però che vengano adottate misure specifiche anche a favore dei liberi professionisti, non accentrando in primis tutti i compiti inerenti alla progettazione di un’opera pubblica in una centrale unica di progettazione, che invece auspichiamo possa svolgere un ruolo di supervisione, controllo e coordinamento tra tutte le stazioni appaltanti. Tra le misure più urgenti, la non gratuità delle prestazioni professionali con l’individuazione delle componenti del compenso professionale che non devono essere sottoposte a ribasso e l’istituzione di una Long List unica nazionale di professionisti, che garantisca la verifica del possesso dei requisiti e dalla quale le stazioni appaltanti possano attingere”.

A cura di Redazione LavoriPubblici

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