Istat e Indici prezzi al consumo settembre 2019: variazione negativa dello 0,6% rispetto mese precedente
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Settembre 2019; l'indice dei prezzi al consumo per le ...
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Settembre 2019; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, al lordo dei tabacchi, nel mese di settembre 2019 ha registrato una diminuzione dello 0,6% su base mensile e un aumento dello 0,3% su base annua (in lieve rallentamento da +0,4% di agosto); la stima preliminare era +0,4%.
Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Settembre 2019 ed il 14 Ottobre 2019, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2018 del +1,418830.
Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 sarà diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).
Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).
Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.
Nel mese di settembre 2019, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri una diminuzione dello 0,6% su base mensile e un aumento dello 0,3% su base annua (in lieve rallentamento da +0,4% di agosto); la stima preliminare era +0,4%.
La lieve decelerazione dell’inflazione è dovuta principalmente all’ampliarsi della flessione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da -1,0% a -2,6%) e al rallentamento della crescita di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da +1,7% a +0,4%) e in misura minore dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +1,5% a +1,1%); accelerano, invece, i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +1,0% a +1,4%) e registrano un calo meno marcato quelli dei Beni durevoli (da -1,2% a -0,8%).
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera lievemente da +0,5% a +0,6%, mentre quella al netto dei soli beni energetici rimane stabile a +0,6%.
La diminuzione su base congiunturale dell’indice generale è dovuta essenzialmente al calo dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-6,1%), per lo più ascrivibile a fattori stagionali.
L’inflazione decelera per i beni (da una variazione tendenziale nulla a -0,2%), mentre accelera per i servizi (da +0,8% a +0,9%); il differenziale inflazionistico rimane positivo e pari a +1,1 punti percentuali (era +0,8 ad agosto).
L’inflazione acquisita per il 2019 è +0,6% sia per l’indice generale che per la componente di fondo.
Sia i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona sia quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto registrano una crescita dello 0,4% (da +0,7% del mese precedente), prossima, in entrambi i casi, a quella riferita all’intero paniere.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dell’1,4% su base mensile, a causa della fine dei saldi estivi di cui il NIC non tiene conto, e dello 0,2% su base annua (da +0,5% del mese precedente); la stima preliminare era +0,3%.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una diminuzione dello 0,7% su base mensile e un aumento dello 0,1% rispetto a settembre 2018.
Per quanto concerne le locazioni l'indice
annuale, ridotto al 75%, si è attestato al
+0,075% e l'indice biennale al
+1,050%
L'Istat spiega che, nel mese di settembre 2019,
per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera
collettività, gli incrementi congiunturali più
significativi si sono verificati nei capitoli Bevande
alcoliche e tabacchi (+1,8%), Altri beni e servizi (+1,7%), Servizi
ricettivi e di ristorazione (+1,5%), Alimentari e bevande
analcoliche (+0,7%), Salute (+0,5%), Abbigliameno e calzature
(+0,2%).
Variazioni nulle si sono registrate nei capitoli Ricreazione, spettacoli e cultura, Mobili, articoli e servizi per la casa, Istruzione.
Variazioni congiunturali negative si sono verificate nei capitoli Comunicazioni (-7,3%), Trasporti, (-0,7%), Abitazione, acqua, energia (-0,3%).
Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli Tabacchi (+2,9%), Servizi vari (+1,5%), Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,4%).
Quelli più contenuti si sono registrati nei capitoli Servizi relativi ai trasporti (+0,4%), Beni alimentari (+0,6%), Servizi relativi all'abitazione (+0,7%).
Incrementi tendenziali nulli si sono registrati in nessun capitolo.
Gli incrementi tendenziali negativi si sono registrati nei capitoli Servizi relativi alle comunicazioni (-6,65%), Beni energetici (-2,8%), Altri beni (-0,1%).
Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Bari, Bolzano e Genova (+1,0%per tutte e tre), Trieste (+0,8%), Modena (+0,7%), Brescia, Milano e Napoli (+0,6% per tutte e tre), Catania (+0,5%), Catanzaro e Torino (+0,4% per entrambe), Firenze, Messina, Padova e Verona (+0,3% per tutte e quattro), Reggio Calabria e Roma (+0,2 % per entrambe), Reggio Emilia (+0,1%), Palermo, Parma, Perugia e Potenza (+0,0% per tutte e quattro), Venezia (-0,1%), Aosta, Cagliari e Livorno (-0,2% per tutte e tre), Trento (-0,3%), Bologna e Ravenna e (-0,4% per tutte e due), Ancona (-0,5%),
I prossimi indici saranno pubblicati il 15 novembre 2019.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it