Codice dei contratti e nuovo Regolamento unico: i tempi si allungano
Come previsto (leggi articolo), l'audizione dello scorso 5 dicembre 2019 dei soggetti interessati al nuovo Regolamento unico del codice dei contratti ha conf...
Come previsto (leggi articolo), l'audizione dello scorso 5 dicembre 2019 dei soggetti interessati al nuovo Regolamento unico del codice dei contratti ha confermato la nostra tesi circa l'impossibilità di arrivare ad un testo condiviso entro il 15 dicembre 2019.
Data troppo prematura considerato un testo del Regolamento non condiviso con le associazioni di settore e che sotto certi versi perde di vista l'obiettivo del Codice dei contratti (a proposito l'obiettivo è sempre quello di mettere il progetto al centro?). Nonostante questo, però c'è da registrare un'audizione dal clima positivo e propositivo, tenutesi presso la Commissione giuridica incaricata di predisporre lo schema del regolamento unico del codice appalti, presieduta da Raffaele Greco, in cui i soggetti interessati sono stati messi nelle condizioni di esprimere un giudizio su un testo conosciuto con un certo margine di anticipo.
Il commento dell'OICE
“Abbiamo molto apprezzato il clima costruttivo della Commissione - ha commentato l'OICE - che, nella consapevolezza che c’è molto da fare e in poco tempo, intende arrivare in tempi rapidi ad un testo certo, ben fatto e stabile nel tempo. Le aspettative del sistema delle costruzioni, dopo anni di normativa “fluida” sono infatti altissime perché ci sia stabilità e chiarezza”.
“Abbiamo ribadito innanzitutto, a tutela del principio della centralità del progetto esecutivo - ha affermato il presidente Gabriele Scicolone - la necessità condivisa anche da altri colleghi presenti di stralciare la norma che riaprirebbe, peraltro illegittimamente, all'affidamento dei lavori sulla base di un progetto di fattibilità”.
Ma soprattutto il Presidente dell’OICE ha chiesto che si riporti su un piano più equilibrato il rapporto fra stazioni appaltanti e operatori economici: “Vorremmo dire basta ad accordi quadro che rimangono sulla carta ma per i quali si devono anticipare ingenti somme prima ancora di stipulare i contratti attuativi; basta a gare i cui tempi di aggiudicazione durano dieci volte i tempi richiesti per formulare le offerte; basta con richieste di massimali di polizze professionali da decine di milioni che neanche le compagnie assicurative riescono a rilasciare, basta con bandi di gara sottostimati e con offerte di ribasso anomale che non si riescono ad escludere!”.
Per l’Associazione di Via Flaminia, infine, “occorre colmare molte lacune a partire dall’assenza totale dei temi legati alla digitalizzazione e al BIM; c’è molto da lavorare, mancano gli allegati, fondamentali per il nostro settore, e bisogna garantire l’accesso alle gare di verifica dei progetti su criteri di qualificazione analoghi a quelli dei servizi di ingegneria e architettura”.
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A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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