Istat e Indici prezzi al consumo marzo 2020: variazione positiva dello 0,1% rispetto mese precedente
Nel mese di marzo l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, è aumentato dello 0,1% su base mensile
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Marzo 2020; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, al lordo dei tabacchi, nel mese di marzo 2020 ha registrato un aumento dello 0,1% sia su base mensile sia su base annua confermando la stima preliminare.
Trattamento di fine rapporto
Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Marzo 2020 ed il 14 Aprile 2020, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2019 del +0,448171.
Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 sarà diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).
Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).
Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.
Aumento dello 0,1% sia su base mensile sia su base annua
Nel mese di marzo 2020, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,1% sia su base mensile sia su base annua (da +0,3% di febbraio), confermando la stima preliminare
La decelerazione dell’inflazione è imputabile prevalentemente alla dinamica dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (che registrano un’inversione di tendenza da +1,2% a -2,7%) e dei Servizi (che rallentano la loro crescita da +1,0% a +0,8%); tali andamenti sono stati solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi dei Beni alimentari lavorati (da +0,5% a +1,1%) e dei Tabacchi (da +1,5% a +2,5%).
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici rimangono stabili a +0,7%.
La variazione congiunturale dell’indice generale è dovuta all’aumento dei prezzi dei Tabacchi (+2,3%) e dei Beni alimentari lavorati (+0,8%), solo in parte compensato dalla diminuzione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (-2,2%).
L’inflazione acquisita per il 2020 è pari a zero per l’indice generale e +0,2% per la componente di fondo.
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona accelerano da +0,3% di febbraio a +1,0%, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto rallentano da +0,8% a +0,6%, registrando in entrambi i casi una crescita più sostenuta di quella riferita all’intero paniere.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta del 2,2% su base mensile, per effetto della fine dei saldi invernali dell’abbigliamento e calzature, e dello 0,1% su base annua (da +0,2% del mese precedente), confermando la stima preliminare.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,1% sia su base mensile che su base annua.
Indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati
Gli indici dei prezzi al consumo di marzo sono stati elaborati nel contesto dell’emergenza sanitaria dovuta al diffondersi del Coronavirus in Italia, con la sospensione di attività di ampi segmenti dell’offerta di beni e servizi di consumo. L’impianto dell’indagine sui prezzi al consumo, basato sull’utilizzo di una pluralità di canali per l’acquisizione dei dati, ha consentito di ridurre gli effetti negativi dell’elevato numero di mancate rilevazioni.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,1% su base mensile e un aumento dello 0,1% rispetto a marzo 2019.
Indice annuale e biennale locazioni
Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al +0,075% e l'indice biennale al +0,675%
Variazioni congiunturali
L'Istat spiega che, nel mese di marzo 2020, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nei capitoli Bevande alcoliche e tabacchi, Altri beni e servizi (+1,9% per entrambi), Istruzione (+1,2%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+1,1%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+0,8 %), Servizi sanitari e spese per la salute (+0,7%), Mobili, articoli e servizi per la casa, Abbigliameno e calzature (+0,6 per entrambi%) (+0,4%).
Variazioni nulle non si sono registrate in nessun capitolo.
Variazioni congiunturali negative si sono verificate nei capitoli Comunicazioni (-5,8%), Abitazione, acqua, energia (-2,9%), Trasporti (-0,3%), Ricreazione, spettacoli, cultura e (-0,2%).
Variazioni tendenziali
Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli Tabacchi (+2,5%), Servizi vari (+1,8%), Beni alimentari (+1,1%).
Quelli più contenuti si sono registrati nei capitoli Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,8%), Servizi relativi ai trasporti (+0,5%), Servizi relativi all'abitazione (+0,4%), Altri beni (+0,1%).
Incrementi tendenziali nulli si sono registrati in nessun capitolo.
Gli incrementi tendenziali negativi si sono registrati nei capitoli Beni energetici (-5,7%), Servizi relativi alle Comunicazioni (-2,6%).
Variazioni tendenziali nelle 20 città capoluogo
Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Bolzano (+1,3%), Napoli (+0,7%), Palermo e Trento (+0,6 per entrambe), Bari (+0,5), Trieste e Perugia (+0,4 per entrambe), Catania (+0,3%), Cagliari e Padova (+0,2% per entrambe), Roma, Catanzaro, Livorno, Reggio Calabria, Verona e Milano (+0,1% per tutte e sei), Messina, Ravenna, Brescia, Torino, Firenze e Genova (+0,0% per tutte e sei), Ancona (-0,1%), Reggio Emilia (-0,2%), Bologna, Modena e Potenza (-0.3% per tutte e tre), Venezia(-0,5%), Parma e Aosta (-0,7 per entrambe).
I prossimi indici saranno pubblicati il 15 maggio 2020.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it