La scuola post pandemica e il fattore R0: il privilegio di essere Architetto
Come sarà la scuola post COVID-19 e quale sarà il ruolo dell'architetto nella progettazione di soluzioni stimolanti, accoglienti e sicure?
In questi giorni abbiamo vissuto una vera rivoluzione del pensiero e del modo di concepire la scuola. Di pensare alla sicurezza connessa allo svolgimento di un servizio sociale che in primis non può essere interrotto o demandato ad altri.
La scuola post pandemica e il fattore R0
Ultimamente invece, la girandola di decreti, pare voglia quasi esclusivamente capire come riferire le responsabilità di un eventuale ipotetico contagio ad altri che non siano la scuola. Ma la scuola non potrà mai essere sicura al 100% da contagi, rischi, calamità, la scuola convive col rischio infezioni da sempre. Il fattore RO=0 non è reale.
Occorrerà conviverci e senza rinchiudere i ragazzi dentro ad una scatola o sotto ad una campana di vetro.
Inoltre da sempre le scuole hanno evidenziato pecche e carenze. Nonostante i parametri definiti con il DM del 1975 siano ancora per lo più attuali e coerenti, la scuola è evoluta, nonostante i limiti e l’assenza di fondi, generando modalità di apprendimento sempre più innovative.
Ripensare le strutture scolastiche
Occorre ora sfruttare l’occasione di ripensare le strutture scolastiche cercando di renderle maggiormente aderenti alle esigenze che sono andate mano a mano crescendo, senza per questo perdere di vista le grandi potenzialità di apprendimento che in queste strutture devono essere gestite.
Molte sono le scuole che durante la nostra professione abbiamo progettato, grandi e piccole, dalle scuole materne fino alle università. In tutti i progetti abbiamo cercato di porre lo studente al centro del nostro interesse. L'edificio scolastico non deve essere una scultura immutabile, ma un organismo vivente che ha bisogno di mutare per stare al passo con i tempi e la didattica. La progettazione delle scuole deve essere basata su principi didattico-pedagogici che favoriscano il dialogo tra spazi e didattica, superando il concetto di aula come unico luogo per l’apprendimento, puntando a nuovi ambienti modulari, polivalenti, multimediali, che trasformino la scuola in “terzo educatore”. Nella convinzione che la qualità degli spazi vada di pari passo alla qualità dell’apprendimento, Loris Malaguzzi ha definito lo spazio come “terzo educatore” (in quanto gli altri due sono: gli altri allievi, ed il maestro)
Luoghi che agevolano gli scambi interpersonali, dove incontrarsi, dialogare, socializzare, diventare adulti
Ci piace pensare che tutte le scuole prima o poi, disporranno di spazi ospitali, interessanti e complessi in grado di favorire l’incontro, il dialogo, la socializzazione, la collaborazione. Edifici duttili nei quali ciascun individuo sia in grado di trovare una chiave di lettura confacente al proprio sentire quotidiano [secondo la “teoria del campo” (Kurt Lewin), la percezione di uno spazio e degli stimoli che ci fornisce è fortemente condizionata dallo stato d’animo momentaneo dell’osservatore], nei quali si impari a esprimere le proprie idee, ad ascoltare quelle degli altri ed a sforzarsi di comprenderle. Dove ciascuno usi il "diritto alla parola" per stabilire regole e risolvere i conflitti, diventando adulto insieme agli altri.
Dove gli spazi siano non più minimi per ragioni di budget, ma ridondanti da permettere una possibile flessibilità della struttura e dell'educare e, perché no? Anche il finanziamento fisico se occorre.
E' indispensabile dialogare con proprietà ed utenti per individuare un concept attuale e condiviso per una scuola aperta a plurale
Essere architetto rappresenta un privilegio che porta con sé molte responsabilità: consente di immaginare ogni giorno volumi, spazi ed oggetti nuovi, ma impone anche il dialogo con il territorio e la cultura locale, richiede di comprendere le esigenze dei fruitori e di interpretarle coniugando materiali della tradizione e tecnologie in continua evoluzione, alcune delle quali non disponibili solo pochi anni fa.
In questa occasione è possibile per l'architetto dimostrare la propria capacità di immaginazione per individuare, con le poche risorse solitamente a disposizione e con le strutture attuali, le soluzioni migliori per trasformare edifici obsoleti, energivori, rigidi ed inadeguati, in vere e proprie fabbriche del sapere, in continua evoluzione e trasformazione.
Soluzioni edilizie tagliate su misura come un vestito sartoriale
Ogni scuola è diversa dall’altra. Non è possibile applicare ricette standard. Si realizza un progetto su misura (come un abito sartoriale), che tenga conto della posizione geografica, dell'incidenza dei fattori climatici, delle esigenze degli utenti, delle risorse economiche disponibili, etc... Con sempre maggiore frequenza, si richiede all’architetto di progettare edifici capaci di minimizzare il consumo di risorse non rinnovabili. Si vuole consapevolmente dare un piccolo ma significativo contributo individuale alla soluzione di un problema globale e percorrere un piccolo passo sul lungo cammino del rispetto dell’ambiente naturale.
Forme e colori connessi con il paesaggio
Abbiamo la fortuna di abitare paesaggi modellati dalla natura e città pazientemente costruite nel corso di millenni. Li utilizziamo, li viviamo, li contempliamo, godiamo delle opere d'arte e, quindi, profittiamo dell'impegno, dell'opera e del genio di chi ci ha preceduti; allo stesso modo, abbiamo il dovere di impegnarci per trasmettere, a nostra volta, qualcosa che abbia un valore, che possa essere utilizzato in futuro, che possa conferire “sicurezza, utilità e bellezza” [Tutte le costruzioni devono avere requisiti di solidità, utilità e bellezza” Marco Vitruvio Pollione (80 a.C. circa - 15 a.C. circa) è considerato il più famoso teorico dell'architettura di tutti i tempi] alla vita di quanti verranno dopo di noi.
Luoghi stimolanti ed accoglienti costruiti con materiali sani e naturali
Nel corso degli anni sono stati studiati e sperimentati materiali e tecnologie diversi, apprezzandone i pregi ed i limiti. Dovremo continuare, con curiosità, prudenza ed attenzione, a utilizzare ciò che il progresso tecnologico continuerà a mettere a disposizione del mercato delle costruzioni, con l’obiettivo di progettare per i nostri ragazzi edifici sempre più confortevoli ed efficienti.
Superfici durevoli nel tempo, facili da mantenere pulite, sicure, efficienti, trasformabili
L'esperienza pluriennale nella progettazione delle scuole ha portato il settore a selezionare un catalogo di soluzioni tecniche in grado di mantenere inalterate le proprie caratteristiche di funzionalità, igiene e bellezza. Pavimenti durevoli ed igienici, pareti costruite a secco che si possono smontare con facilità per aggiornare gli impianti, pitture che non rilasciano vapori nocivi, serramenti stabili e resistenti, soffitti acustici per ridurre il riverbero e consentire l’ascolto della voce degli insegnanti. Domotica per risparmiare energia, programmare i controlli, individuare ed eliminare i disservizi, aggiornare la tecnologia per essere sempre al passo con i tempi.
L'eventuale possibilità di sviluppare la formazione a distanza, ampiamente sperimentata in questa fine danno scolastico, ci ha portato a comprendere come notevoli investimenti dovranno essere fatti in tale direz6, per permettere l’eliminazione delle grandi disparità ancora presenti sul nostro territorio.
Tecnologie utilizzate per risparmiare energia e per comunicare la sostenibilità alle nuove generazioni
La limitazione delle dispersioni termiche, l’impiego di materiali naturali e lo sfruttamento di energie rinnovabili costituiscono solo il primo passo di un lungo percorso. Riteniamo che uno dei punti forza di tutti i progetti che afferiscono alla scuola, consista nel rendere leggibili i benefici che una buona progettazione apporta all’edificio scolastico ed alla vita quotidiana delle persone che lo abiteranno. Anche l’architetto è un insegnante, perché lascia sul paesaggio segni che devono durare nel tempo e da cui i giovani possono apprendere. L’architettura scolastica può, quindi, essere paragonata ad un libro, un sussidiario della sostenibilità, ad un mezzo che ti trasporta in un futuro che è già a nostra disposizione ma che non conosciamo.
Potremo pertanto considerare la domotica indispensabile non solo per risparmiare energia, programmare i controlli, individuare ed eliminare i disservizi, ma soprattutto per aggiornare la tecnologia per essere sempre al passo con i tempi.
Il giardino è l’aula più grande della scuola
“Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà” (S. Bernardo di Chiaravalle, 1090-1153) Il giardino è uno spazio chiave per l’edificio scolastico, dove ci si può svagare ma dove si possono anche creare innumerevoli interessanti pretesti per ampliare gli orizzonti cognitivi. Con la guida degli insegnati e la collaborazione delle famiglie (coltivazione, raccolta, cottura, ...), gli alunni potranno mettere alla prova tutti e 5 i sensi, nel giardino e con i prodotti del giardino.
In periodi come questi ultimi passati, avrebbero potuto permettere lo svolgimento in sicurezza delle lezioni, con la possibilità di svolgere quella funzione fondamentale della scuola: trasmettere esperienze, imparare dall’altro.
Partecipare per condividere le scelte, diventare protagonisti, valorizzare i contenuti latenti dell’edificio
La costruzione di una nuova scuola è un evento raro da valorizzare. È difficile ma non impossibile aprire il progetto alle esigenze di bambini ed insegnanti, affinché possano essi abitare un edificio piacevole, che li aiuti a diventare adulti. È naturalmente indispensabile trovare linguaggi e forme di comunicazione che rendano comprensibili a tutti gli utenti le scelte ed i contenuti tecnici. Il momento più interessante è la visita al cantiere, ove si toccano con mano i materiali utilizzati e si comprende che, oltre la pelle superficiale visibile, un organismo edilizio si compone di innumerevoli strati, come un essere vivente. Studenti ed insegnanti, in genere, partecipano con entusiasmo ed interesse. Il processo di coinvolgimento consente di approfondire concetti e conoscenze in ambito geografico, scientifico e tecnologico. Il processo porta a: sperimentare nuove modalità di interazione e collaborazione, sviluppare il bagaglio lessicale, stimolare la creatività ed il senso pratico.
Forse questa pandemia ci ha portati a riflettere sull’importanza dello spazio che viviamo. A maggior ragione deve farci riflettere sullo spazio che dobbiamo dedicare ai nostri ragazzi per crescere.
A cura di Arch. Laura Porporato