Istat e Indici prezzi al consumo giugno 2020: variazione positiva dello 0,1% rispetto mese precedente
Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al -0,225% e l'indice biennale al +0,150%
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Giugno 2020; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, al lordo dei tabacchi, nel mese di giugno 2020 ha registrato un’aumento dello 0,1% su base mensile e una diminuzione dello 0,2% su base annua (come nel mese precedente), confermando la stima preliminare.
Trattamento di fine rapporto
Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Giugno 2020 ed il 14 Luglio 2020, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2019 del +0,750000.
Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 sarà diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).
Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).
Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.
Aumento dello 0,1% su base mensile e diminuzione dello 0,2% su base annua
A determinare l’inflazione negativa per il secondo mese consecutivo sono i prezzi dei Beni energetici (-12,1%), che sia nella componente regolamentata (-14,1%) sia in quella non regolamentata (-11,2%) confermano flessioni molto ampie. I prezzi dei Beni alimentari continuano invece a crescere (+2,3%), con un’accelerazione di quelli degli Alimentari non lavorati (da +3,7% di maggio a +4,1%) e un lieve rallentamento dei prezzi degli Alimentari lavorati (da +1,7% a +1,2%). A registrare tassi di crescita sopra il punto percentuale sono anche i prezzi dei Tabacchi (+3,0%) e dei Servizi vari (+1,4%) che contrastano, insieme a quelli dei Beni alimentari, le spinte deflazionistiche dei Beni energetici.
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici decelerano rispettivamente da +0,8% a +0,7% e da +1,0% a +0,9%.
Il lieve aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto per lo più alla crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+2,2%), sostenuta dai consueti fattori stagionali.
L’inflazione acquisita per il 2020 è pari a zero per l’indice generale e a +0,7% per la componente di fondo.
Rallentano i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +2,4% a +2,1%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto tornano a crescere (da una variazione nulla a +0,1%).
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra una variazione congiunturale nulla e una diminuzione dello 0,4% su base annua (da -0,3% di maggio), confermando la stima preliminare.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,1% su base mensile e una diminuzione dello 0,3% su base annua.
Nell’approfondimento si analizza l’impatto che l’inflazione, misurata dall’IPCA, ha avuto nell’ultimo semestre sulle famiglie distinte per livelli di consumo.
Gli indici dei prezzi al consumo di giugno sono stati elaborati nel contesto di progressiva riduzione della gravità dell’emergenza sanitaria e di riapertura graduale di buona parte delle attività commerciali di offerta di beni e servizi di consumo. Pur rimanendo sopra la norma, il numero di mancate rilevazioni è quindi diminuito. Le modalità con le quali è stata affrontata la nuova situazione che si è determinata per l’indagine sui prezzi al consumo sono illustrate nella Nota metodologica, alle pagine 24 e 25.
Indice annuale e biennale locazioni
Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al -0,225% e l'indice biennale al +0,150%.
Variazioni congiunturali
L'Istat spiega che, nel mese di giugno 2020, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Trasporti (+1,2%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+0,8%), Altri beni e servizi (+0,3%), Servizi sanitari e spese per la salute, Abbigliameno e calzature (+0,1% per entrambe)
Variazioni nulle si sono registrate nei capitoli Mobili, articoli e servizi per la casa, Abitazione, acqua, elettricità e combustibili, Istruzione.
Variazioni congiunturali negative si sono verificate nelle divisioni di spesa Servizi ricettivi e di ristorazione, Comunicazione (-0,8% per entrambe), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (-0,6%), Bevande alcoliche e tabacchi (-0,4%)
Variazioni tendenziali
Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli Prodotii alimentari e bevande analcoliche (+2,4%), Bevande alcoliche e Tabacchi (+2,0%), Altri beni e servizi (+1,7%), Istruzione (+1,2%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,7%), Abbigliamento e calzature (+0,9%), Servizi sanitari e per la salute (+0,6%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+0,5%)..
Incrementi tendenziali nulli si sono registrati in nessun capitolo.
Gli incrementi tendenziali negativi si sono registrati nei capitoli si sono registrati nei capitoli Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-4,4%), Trasporti (-3,7%), Comunicazioni (-4,0%), Servizi ricettivi e di ristorazione (-0,2%).
Variazioni tendenziali nelle 20 città capoluogo
Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Bolzano, Napoli e Perugia (+0,7% per tutte e tre), Trento (+0,4%), Ancona e Torino (+0,1% per entrambe), Bari, Livorno e (+0,0%), Palermo, Ravenna e Trieste (-0,1% per tutte e tre), Brescia, Cagliari, Catanzaro, Modena e Reggio Calabria (-0,2% per tutte e cinque), Catania e Potenza (-0,3% per entrambe), Messina (-0,4%), Padova e Roma (-0,5% per entrambe), Genova (-0,6%), Reggio Emilia e (-0,7%), Aosta, Bologna, Firenze, Milano e Parma (-0,8 per tutte e cinque), Verona (-1,0%), Venezia (-1,3%).
I prossimi indici saranno pubblicati il 15 agosto 2020.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it