Decreto Semplificazioni e lavoro extra per professori e ricercatori, Fondazione Inarcassa: 'Proteggere i professionisti che operano nel libero mercato'
Decreto Semplificazioni e lavoro extra per professori e ricercatori, Fondazione Inarcassa: valorizzare i dipendenti pubblici ed i liberi professionisti
“Occorre puntare alla valorizzazione dei dipendenti pubblici e dei liberi professionisti”. Lo ha affermato una delegazione della Fondazione Inarcassa che ha incontrato il Ministro della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, con la quale ha affrontato la questione lavoro extra per i dipendenti della pubblica amministrazione, che ha visto nuovamente le luci della ribalta dopo la presentazione di un emendamento al ddl di conversione in legge del Decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76 recante “Misure urgenti per la semplificazione e l'innovazione digitale” (c.d. Decreto Semplificazioni), che dovrà arrivare entro il 14 settembre 2020.
Decreto Semplificazioni: ok al lavoro extra per professori e ricercatori a tempo pieno
Un emendamento al ddl di conversione del Decreto Semplificazioni ha, infatti, previsto l'inserimento dell'articolo dell'art. 21-bis che provvede ad effettuare un'interpretazione dell'art. 6, comma 10, della legge 30 dicembre 2010, n. 240, ammettendo la possibilità per professori ed ricercatori a tempo pieno di svolgere liberamente e indipendentemente dalla loro retribuzione attività di consulenza extraistituzionali realizzate in favore di privati, enti pubblici ovvero per fini di giustizia, anche come membri di consigli di amministrazione di società private, senza deleghe e/o poteri esecutivi, come indipendenti.
Possibilità che è stata fortemente criticata dalla Rete delle Professioni Tecniche e Inarsind e che adesso riceve la critica da parte di Fondazione Inarcassa che, attraverso una delegazione composta dal presidente Egidio Comodo e dal consigliere Roberto Brandi, ha chiesto al Ministro della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, un confronto sul tema del doppio lavoro che possa da un lato valorizzazione le competenze e i ruoli dei dipendenti pubblici dell’area tecnica e, dall’altro, proteggere i liberi professionisti che svolgono esclusivamente la libera professione.
"La contrazione del mercato dei servizi di architettura e ingegneria - rileva Fondazione Inarcassa - richiede oggi una riflessione ampia, sul piano normativo, finalizzata alla ricerca di un equilibrio dei ruoli, appunto, dei dipendenti pubblici e dei liberi professionisti. Ciò gioverebbe al miglioramento complessivo della qualità del lavoro sia dei dipendenti pubblici del settore tecnico, sia dei liberi professionisti, e favorirebbe l’emersione di prestazioni professionali esercitate nella c.d. economia sommersa, e la riduzione di fenomeni legati a possibili conflitti di interesse".
“L’interlocuzione con la Fondazione Inarcassa - rileva la delegazione - può essere molto utile per valorizzare, da una parte, i dipendenti dell’area tecnica della Pa e, dall'altra, per proteggere i professionisti che operano nel libero mercato. Una collaborazione importante, tuttavia, anche rispetto al percorso che abbiamo intrapreso di riqualificazione del personale e rafforzamento delle competenze tecniche e progettuali in seno alla Pubblica amministrazione, che deve essere in grado di rispondere alla grande sfida del rilancio degli investimenti e di un sempre miglior utilizzo delle risorse disponibili”.
“Ringraziamo la ministra Dadone per il tempo e la disponibilità che ci ha riservato per avviare insieme un confronto sul tema del doppio lavoro - ha dichiarato il presidente Egidio Comodo - Fondazione Inarcassa è da sempre attenta al tema del doppio lavoro in una prospettiva di valorizzazione delle experties dei liberi professionisti e, di conseguenza, dei dipendenti pubblici dell’area tecnica. La tutela della libera professione passa anche attraverso il principio una testa un lavoro, la sintesi promossa da Fondazione Inarcassa volta a distinguere i ruoli e le competenze di chi opera in ambito tecnico/edilizio e per noi costituisce il vero argine ai fenomeni corruttivi ed una delle strade possibili per il rilancio della libera professione”.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it