Istat e Indici prezzi al consumo ottobre 2020: variazione negativa dello 0,2% rispetto mese

L'indice dei prezzi al consumo al lordo dei tabacchi a ottobre 2020 ha registrato l'aumento dello 0,2% su base mensile e la diminuzione dello 0,6% su base annua

di Redazione tecnica - 18/11/2020

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Ottobre 2020; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, al lordo dei tabacchi, nel mese di ottobre 2020 ha registrato un aumento dello 0,2% su base mensile ed una diminuzione dello 0,3% su base annua (da -0,6% del mese precedente), confermando la stima preliminare.

Trattamento di fine rapporto

Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Ottobre 2020 ed il 14 Novembre 2020, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2019 del +1,250000.

Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 sarà diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).

Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).

Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.

Aumento dello 0,2% su base mensile e diminuzione dello 0,6% su base annua      

Nel mese di ottobre, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,2% su base mensile e una diminuzione dello 0,3% su base annua (da -0,6% del mese precedente), confermando la stima preliminare.

Pur registrando per il sesto mese consecutivo un’inflazione negativa a causa per lo più dei prezzi dei Beni energetici (-8,7%), la flessione dell’indice NIC si dimezza rispetto al mese precedente. Ciò è dovuto all’accelerazione dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +2,7% di settembre a +3,5%) e alla minore ampiezza della diminuzione, che rimane sostenuta, di quelli degli Energetici regolamentati (da -13,6% a -7,2%). Accentuano invece la flessione i prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da -8,2% a -9,4%)

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi e quella al netto dei soli beni energetici accelerano entrambe, rispettivamente da +0,1% a +0,2% e da +0,2% a +0,5%.

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei Beni energetici regolamentati (+10,5%) e, in misura minore, di quelli dei Beni alimentari non lavorati (+0,9%), solo in parte compensata dal calo dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-1,1%).

L’inflazione acquisita per il 2020 è pari a -0,2% per l’indice generale e a +0,5% per la componente di fondo.

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona accelerano (da +1,0% a +1,2%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto continuano a registrare una flessione (da -0,1% a -0,2%).

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,6% su base mensile e diminuisce dello 0,6% su base annua (da -1,0% di settembre), confermando la stima preliminare.

L’aumento congiunturale dell’IPCA, più marcato rispetto a quello del NIC, è spiegato dalla fine dei saldi estivi prolungatisi anche a settembre e di cui il NIC non tiene conto. I prezzi di Abbigliamento e calzature registrano infatti un aumento congiunturale pari a +4,9% e una marcata attenuazione della flessione su base annua (da -2,3% a -0,2%). La flessione tendenziale dell’IPCA invece, pur attenuandosi, rimane più marcata di quella del NIC poiché da un lato in alcuni casi i saldi continuano anche a ottobre e dall’altro i prezzi dei Servizi sanitari e delle spese per la salute si confermano in calo per l’IPCA (da -0,8% a -0,7%), mentre crescono per il NIC (+0,7% come a settembre), a causa dell’abolizione del super ticket intervenuta già a settembre e di cui il NIC non tiene conto.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,1% su base mensile e una diminuzione dello 0,4% su base annua.

Per le modalità con le quali è stata affrontata, per le stime di ottobre e nei mesi precedenti, l’emergenza sanitaria si veda la Nota metodologica alle pagine 19, 20 e 21.

Indice annuale e biennale locazioni

Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al -0,300% e l'indice biennale al -0,300%.

Variazioni congiunturali

L'Istat spiega che, nel mese di ottobre 2020, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Altri beni e servizi (+2,0%), Bevande alcoliche e tabacchi (+1,7%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+1,4%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,8%), Servizi sanitari e spese per la salute (+0,7%), Abbigliameno e calzature (+0,7%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+0,3%),

Variazioni nulle si sono registrate nei capitoli Servizi ricettivi e di ristorazione

Variazioni congiunturali negative si sono verificate nelle divisioni di spesa Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-2,1%%), Istruzione (-3,5%), Trasporti (-4,0%), Comunicazione (-5,1%).

Variazioni tendenziali

Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli Altri beni e servizi (+2,0%), Bevande alcoliche e Tabacchi (+1,7%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+1,4%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,8%), Abbigliamento e calzature (+0,7%), Servizi sanitari e per la salute (+0,7%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+0,3%).

Incrementi tendenziali nulli si sono registrati nel capitolo Servizi ricettivi e di ristorazione.

Gli incrementi tendenziali negativi si sono registrati nei capitoli Comunicazioni (-5,1%), Trasporti (-4,0%), Istruzione (-3,5%), Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-2,1%).

Variazioni tendenziali nelle 20 città capoluogo

Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Bolzano (+1,0%), Perugia  (+0,7%), Trento (+0,6%),  Napoli (+0,5%), Trieste e Genova (+0,3%per entrambe), Bari (+0,2%), Reggio Calabria, Palermo, Messina e Catanzaro (0,0% per tutte e quattro), Ravenna, Potenza, Modena, Livorno, Cagliari e Ancona -0,1% per tutte e 6), Torino (-0,2%), Catania (-0,3%), Brescia (-0,4%), Reggio Emilia, Parma e Padova (-0,6% per tutte e tre), Aosta (-0,7%), Verona, Firenze e Bologna (-0,9% per tutte e tre), Roma (-1,0%), Milano (-1,2%),  Venezia (-1,4%).

I prossimi indici saranno pubblicati il 15 dicembre 2020.        

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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