Superbonus 110%: stralciata la proposta di disapplicazione della legge sulla certezza dei pagamenti
Nella seduta del 28 dicembre 2020 l'ARS ha stralciato la proposta di modifica dell'art. 36 della L.R n. 1/2019 sulla certezza dei pagamenti
Ha fatto discutere (e arrabbiare) molti professionisti dell'area tecnica la proposta arrivata da tre Ordini provinciali degli Ingegneri (Catania, Ragusa e Trapani) di modifica della norma regionale sulla Certezza dei pagamenti.
Superbonus 110% e certezza dei pagamenti
La normativa prevista per le detrazioni fiscali del 110% (c.d. superbonus) creerebbe alcune problematiche applicative nelle Regioni in cui è prevista una norma per la certezza dei pagamenti, come nella Regione Siciliana.
In Sicilia vige l'articolo 36 della Legge Regionale 22 febbraio 2019, n. 1 che prevede l'obbligo per i professionisti di allegare alle istanze necessarie per il rilascio dei titoli edilizi:
- la lettera di incarico;
- una dichiarazione attestante il pagamento delle spettanze da parte del committente.
Soprattutto quest'ultima creerebbe non poche problematiche ai professionisti che presentano pratiche relative agli interventi che accedono al superbonus 110%. L'art. 121 del Decreto Rilancio ha, infatti, previsto la possibilità di esercitare una delle opzioni alternative alla fruizione diretta della detrazione fiscale del 110% (sconto in fattura e cessione del credito) per stati di avanzamento lavori (non più di due per ciascun intervento complessivo e con ciascun stato di avanzamento riferito ad almeno il 30 per cento del medesimo intervento).
In sostanza, grazie a questa possibilità, il contribuente avrebbe la possibilità di cedere il credito maturato pagando imprese e professionisti per stato di avanzamento lavori (o alla fine dei lavori, a seconda degli accordi presi).
Questa procedura mal si concilierebbe con l'art. 36 della L.R. n. 1/2019 che prevede, invece, la dichiarazione del professionista, attestante "il pagamento delle spettanze da parte del committente". Nel caso di presentazione dell'istanza (ad esempio) necessaria per l'ottenimento del titolo edilizio relativo ad uno degli interventi relativi all'art. 119 del Decreto Rilancio, il professionista dovrebbe essere pagato in anticipo.
Soluzione, per carità, che dovrebbe essere la prassi ma che vanificherebbe l'idea di consentire anche ai contribuenti senza grossi capitali di poter intervenire per la riqualificazione energetica e strutturale senza dover necessariamente avere grosse somme da anticipare.
La proposta dei tre Ordini provinciali di Catania, Ragusa e Trapani
Con una linea di pensiero diversa da quella della Consulta regionale degli Ingegneri e della Rete delle Professioni Tecniche della Regione Sicilia, i tre Ordini degli Ingegneri di Catania, Ragusa e Trapani hanno proposto una modifica all'art. 36 della L.R. n. 1/2019 che avrebbe "risolto" l'impasse normativa "disapplicando" l'obbligo di pagamento limitatamente agli interventi che accedono al superbonus 110%.
Proposta che ha portato da una parte imbarazzo, perché contro quella della Consulta regionale degli Ingegneri che dovrebbe portare avanti il volere unitario di tutti gli Ordini provinciali, e dall'altra la rivolta dei professionisti.
Il commento di Giampiero Trizzino (M5S)
La proposta dei tre Ordini provinciali è subito rimbalzata su tutti i social, portando al commento di uno dei padri dell'art. 36, Giampiero Trizzino del M5S e deputato all'ARS, che in un post sulla sua pagina Facebook ha ricordato la ratio della norma: "Hai bisogno di un architetto, un ingegnere, un geometra (ecc…) per un progetto che necessita di una autorizzazione che deve rilasciarti il Comune? Bene, dopo che il professionista avrà compiuto il suo lavoro, dopo che avrà prodotto i documenti necessari, per ottenere quella autorizzazione devi prima pagarlo. Soltanto dopo che avrai dimostrato di averlo pagato, il Comune ti darà l’autorizzazione".
Trizzino ha parlato di una norma che rende giustizia nel mondo delle professioni tecniche "Tu lavori, quindi vieni pagato. Cosa che invece spesso non accade nel mondo delle libere professioni, ve lo dice uno che prima di fare il politico ha fatto l’avvocato".
Per quanto riguarda l'impasse creata dal superbonus 110%, Trizzino ha riconosciuto di aver ricevuto parecchie segnalazioni che "hanno manifestato la preoccupazione che essa potrebbe entrare in conflitto con il “superbonus 110%”, nella parte in cui quest’ultimo (essendo una misura complessa) necessita di diverse autorizzazioni che, a quanto pare, subirebbero dei ritardi, qualora fossero “bloccate” dai singoli pagamenti delle spettanze del professionista che cura il progetto".
Su questo ha registrato "opinioni discordanti: alcuni sono dell’avviso di sospendere la norma sulla “certezza dei pagamenti” per tutti i progetti di “superbonus 110%”, altri di prevedere misure più attenuate, altri ancora di non modificare nulla".
Per questo motivo, prima di assumere qualsiasi decisione, Trizzino ha chiesto ai rappresentanti degli Ordini professionali un tavolo tecnico per decidere entro i primi giorni dell’anno nuovo cosa fare.
Stralciata la proposta dei tre Ordini provinciali
Nel frattempo, la proposta di emendamento presentata all'interno del disegno di legge n. 893/A (che ricalcava la richiesta dei tre Ordini provinciali) è stata stralciata dalla Presidenza nella seduta n. 238 del 28 dicembre 2020.
Si attendono aggiornamenti in materia.
A cura di Ing. Gianluca Oreto