Superbonus 110%, urge una task force
Le difficoltà dovute all'utilizzo del Decreto Legge e gli innumerevoli chiarimenti scoordinati hanno fatto nascere l'esigenza di una task force sul superbonus
In un articolo del 30 dicembre scorso ho parlato della grande opportunità offerta dal Decreto Rilancio con il superbonus 110%. Opportunità di rilancio sia per l'economia del Paese che per il benessere del costruito che si è, però, schiantata contro un provvedimento che ha necessitato di 139 per completare il suo percorso e innumerevoli chiarimenti e risposte scoordinate da parte dei soggetti a diverso titolo interessati, che hanno creato più confusione che altro.
Il superbonus e l'ipertrofia normativa
Commentando le disposizioni previste dal Decreto Rilancio per le detrazioni fiscali del 110%, ho fatto notare che dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto-Legge n. 34/2020 (c.d. Decreto Rilancio), il settore delle costruzioni ha dovuto attendere 139 prima della pubblicazione degli ultimi due provvedimenti normativi del MiSE (i decreti Requisiti tecnici e Asseverazioni).
Quattro mesi e mezzo in cui contribuenti, professionisti e imprese hanno atteso prima di avviare qualsiasi cantiere. Con un danno certificato persino dal Cresme nel rapporto "Il recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: una stima dell'impatto delle misure di incentivazione".
Come se non bastasse, all'ipertrofia normativa si sono aggiunti i chiarimenti dell'Agenzia delle Entrate, dell'Enea e del Governo, con risposte (come quella sull'impianto termico) scollegate e spesso in contraddizione tra loro e con l'impianto normativo stesso.
Superbonus 110%: il paradosso normativo
Se ne sono accorti anche Fondazione Inarcassa e l'Ordine degli Architetti di Roma che in un comunicato congiunto hanno evidenziato quello che è stato definito un paradosso normativo.
"Siamo di fronte a un paradosso - sostiene il Presidente di Fondazione Inarcassa Franco Fietta - prima il Governo interviene con un provvedimento di urgenza per introdurre il superbonus, poi abbiamo atteso diversi mesi prima che si completasse la normativa con i decreti attuativi di competenza del MISE. In rappresentanza dei 170 mila architetti e ingegneri liberi professionisti chiediamo al Governo e agli enti competenti un coordinamento chiaro sulla normativa di accesso alla misura, senza inutili e rigidi vincoli burocratici. Se vogliamo che il superbonus liberi energie e risorse per il sistema Paese, oltre ad estendere le scadenze il più possibile, occorre semplificare le procedure e chiarire una volta per tutte l'ambito di applicazione della misura".
“Il Superbonus - afferma Flavio Mangione, Presidente Oar - è un provvedimento normativo di notevole importanza e prezioso per la ripresa post-Covid e per la rigenerazione urbana, finalizzata alla sostenibilità e alla sicurezza sismica. Tuttavia stenta a decollare: sono serviti 139 giorni per avere un quadro normativo completo, ci sono continui aggiornamenti e interpretazioni che spesso si contraddicono tra loro”. La confusione, aggiunge Mangione, sarebbe dovuta “all’ipertrofia normativa sul tema Superbonus, a cui si aggiungono le risposte ai quesiti di tre Soggetti distinti: ENEA, Agenzia delle Entrate, MEF, che rispondono a quesiti e interpelli in maniera autonoma e non coordinata”.
Il ruolo del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici
Sul tema, Fondazione Inarcassa e l'Ordine degli Architetti di Roma hanno parlato del ruolo fondamentale che potrebbe svolgere il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (CSLP), presso il quale è stata istituita una commissione consultiva in tema di Sismabonus e Superbonus. Ma ciò che hanno voluto sottolineare maggiormente è l'importanza di “stabilizzare la norma ed evitare continui aggiornamenti e modifiche in corso d’opera, che agiscono da detrattore per i committenti, per non vanificare l’importante obiettivo normativo di riqualificare dal punto di vista energetico e sismico il nostro patrimonio edilizio”.
Urge una task force
Altrettanto urgente l’avvio di “una task force per effettuare controlli nei confronti, soprattutto di General Contractor ed ESCO che, in alcuni casi, come risulta dalla voce dei nostri iscritti, acquisiscono incarichi promuovendo interventi a costo zero, su cui il cittadino non ha alcun controllo e competenza; tutto questo per monitorare il processo e per verificare la serietà delle operazioni, evitando ricadute in termini di danno patrimoniale per lo Stato che, in caso di controlli dell'Agenzia delle Entrate, si potrebbe poi ripercuotere sui singoli proprietari con l’aggravio di sanzioni e interessi. Gli stessi poi si dovrebbero rivalere su queste società con ulteriori spese legali e lunghi e faticosi iter giudiziari. Nel Bonus facciate, per esempio, con l’inserimento della cessione del credito e dello sconto in fattura, non essendoci la congruità dei costi, sul mercato sono in molti ad offrire sconti in fattura ai condomini facendo levitare gli importi dei lavori del 30-40% per recuperare i costi finanziari”.
A cura di Ing. Gianluca Oreto