Gare BIM per progettazioni e servizi tecnici: ancora rilevante la disomogeneità e l'assenza di capitolati informativi
L’incremento dei bandi dimostra che il BIM è una realtà consolidata presso gli operatori economici, società di progettazione, imprese o stazioni appaltanti
“Assicurare investimenti per l’innovazione dei processi e per la formazione dei tecnici”. È quanto chiede l’OICE, l'Associazione delle società di ingegneria e architettura, a commento della presentazione dei dati del quarto Rapporto sulle gare pubbliche 2020 che prevedono l’utilizzo delle metodologie digitali BIM nell’ambito delle procedure di affidamento di servizi di ingegneria e architettura.
I dati del Rapporto OICE sul BIM
I dati dimostrano, dopo la crescita del 2019 (+58,3% sul 2018), un ulteriore balzo del 17,2% sul totale del numero delle gare dell’anno precedente ed evidenziano come progetti in BIM siano chiesti anche per importanti accordi quadro.
Nel 2020 sono stati pubblicati 560 bandi BIM; in valore si tratta di 711,6 milioni di euro, rispetto al totale di 2.412 milioni di tutto il mercato dei servizi di ingegneria e architettura (il 29,5% del totale). Altro dato di rilievo, di segno invece non positivo, riguarda la diminuzione del numero di capitolati informativi allegati ai disciplinari di gara: nel 2020 sono stati 94, pari al 16,8% del totale delle gare BIM, mentre erano stati 110 nel 2019, pari al 23,0% delle gare pubblicate. Interessante anche il frequente richiamo negli atti di gara a figure quali i BIM Manager e i BIM Specialist da inserire nel team di progettazione, a volte anche con richiesta di competenze certificate.
Il Rapporto OICE nel dettaglio
Coerentemente con la tabella del D.M. n. 560/97 (che prevede l’obbligo di BIM per fasce di importo sotto la soglia UE soltanto a partire dal 2023), il Report evidenzia come la maggiore parte dei bandi BIM per servizi di ingegneria e architettura posti a base di gara nel 2020 si collochi nel mercato delle gare sopra soglia, il 65,4% del totale in numero e il 97,1% in valore.
Ciononostante le gare sotto la soglia dei 100.000 euro arrivano al 16,6% in numero e allo 0,7% in valore, e quelle comprese tra i 100.000 e i 221.000 raccolgono il 18,0% in numero e il 2,2% in valore. E’ questo il segno che alcune stazioni appaltanti, seppure non obbligate, hanno comunque fatto riferimento agli strumenti di modellazione elettronica.
Bandi BIM sul totale bandi per S.A.I.
La distribuzione geografica per macroregioni dei bandi BIM rilevati nel 2020 vede le regioni del Centro con un ruolo preponderante: hanno emesso complessivamente 200 bandi, pari al 35,7% del totale mentre al livello più basso si collocano anche nel 2020 le regioni isolane con 41 bandi che rappresentano il 7,3% di tutte le gare bandite. Il Meridione con 168 bandi segue il Centro e rappresenta il 30,0% del totale, il Nord-Ovest con 84 bandi raggiunge il 15,0% del totale e infine il Nord-Est con 67 bandi è al 12,0%.
In analogia con lo scorso anno, appare di un certo interesse evidenziare che 151 bandi BIM su 560, pari al 26,9% del totale, hanno riguardato procedure per affidamento di accordi quadro, una percentuale di molto superiore al valore riscontrato nel 2019 (6,90%).
Accordi quadro con BIM compresi nelle gare BIM per S.A.I.
Nel 2020 le stazioni appaltanti più attive sono state le Amministrazioni dello Stato che hanno pubblicato 185 gare e raggiunto il 33,0% del totale, seguite dai Comuni che, con 135 bandi, arrivano al 24,1% del totale delle procedure rilevate, dalle Concessionarie che con 133 bandi, sono al 23,8%, dalle Province che con 36 bandi sono al 6,4%, dagli Ospedali USL e ASL che con 31 bandi si collocano al 5,5% del totale, dalle Regioni che con 25 bandi sono al 4,5% del totale e dalle Università e dagli Istituti di ricerca che con 11 bandi arrivano al 2,0%.
L’ente che si è dimostrato fra i più attivi nel 2020 come già avvenuto negli anni precedenti, è stato l’Agenzia del Demanio che ha emesso 111 bandi, 22 dei quali nel mese di dicembre 2020.
La divisione per tipologia di opera del complesso dei bandi di gara, vede all’80,4% le opere puntuali con 450 bandi e al 19,6% le opere lineari con 110 bandi.
Dopo le opere di edilizia direzionale e per uffici, la restante parte di opere puntuali nel 2020 ha riguardato l’edilizia scolastica, con 56 bandi pari al 12,4% del totale, l'edilizia sanitaria, con 49 bandi pari al 10,9% del totale.
La maggior parte degli interventi riguarda opere di ristrutturazione, sono 297 (il 59,0% dei bandi totali) i bandi che richiedono servizi di architettura e ingegneria su manufatti edilizi esistenti.
Dal punto di vista dell’analisi qualitativa sui contenuti degli atti di gara, pur considerando la diversa entità del numero delle gare fra un anno e l’altro, anche quest’anno va segnalata l’incompletezza e indeterminatezza del quadro regolatorio, ancora non completato dopo la scelta compiuta dal legislatore del decreto “sblocca cantieri” di ritornare ad un corpus di norme basato sul binomio Codice-regolamento, che ha superato l’impostazione di 5 anni fa che faceva perno sulla cosiddetta “soft law”. In allegato al presente Report sono riportate le sintetiche disposizioni contenute nell’ultima bozza del regolamento attuativo del Codice appalti (versione del 24 settembre 2020), frutto del lavoro della Commissione ministeriale nominata dall’ex Ministro Paola De Micheli.
Lo schema è ancora nei cassetti degli Uffici di Porta Pia e anche se ne fosse avviato oggi l’iter, ci vorrebbero mesi prima che possa vedere la luce.
Venendo invece ai rilievi emersi nell’osservazione delle 560 procedure di gara, intanto si può notare un certo aumento del numero dei bandi che citano il BIM genericamente senza attribuire punteggi specifici, ma solo considerandolo elemento contrattuale della prestazione: si passa infatti dall’ 11,1% del totale delle gare registrate nel 2019, al 29,5% del 2020.
Sono sempre un certo numero (sia pure in leggero calo rispetto al 2019) i casi di bandi che fanno riferimento all’utilizzo di strumenti BIM senza allegare un capitolato informativo. Nel 2020 sono stati infatti messi a disposizione dalle stazioni appaltanti 94 capitolati informativi su un totale di 560 gare, pari al 16,8% del totale, mentre erano 110 nel 2019, pari al 23,0% delle gare pubblicate. In altre parole si è ridotto del 14,5% il numero di bandi senza capitolati informativi.
Bandi BIM con capitolato informativo in numero
Emerge poi con evidenza la tendenza di alcune stazioni appaltanti a fare riferimento al BIM per selezionare gli operatori economici, ammettendo alla gara soggetti che devono dimostrare la loro capacità tecnica e professionale attraverso pregresse esperienze in BIM (sia come servizi svolti nel decennio, sia come servizi di punta).
Sono nettamente in diminuzione, rispetto allo scorso anno, i bandi in cui il BIM è richiesto sotto forma di esperienza pregressa, necessaria per l’accesso alla gara. Si tratta di 9 bandi di gara nei quali l’avere in passato svolto servizi di ingegneria e architettura utilizzando il Building Information Modeling rappresenta un elemento necessario, una pre-condizione, per la partecipazione alla gara.
Molto più numerose (145 bandi di gara) sono state le procedure in cui la stazione appaltante, al fine di provare la capacità tecnica del concorrente, inserisce nel bando o nel disciplinare di gara un requisito di idoneità professionale, generalmente richiesto a pena di esclusione, al pari degli altri requisiti minimi di accesso alla gara (siano essi generali o specifici, ai sensi dell’articolo 83 del codice appalti). In particolare la stazione appaltante articola i requisiti di queste figure professionali all’interno della voce “requisiti del gruppo di lavoro” siamo all’interno di una casistica che riguarda 124 gare (154 nel 2019) dove viene posta l’attenzione sulla presenza nel gruppo di lavoro di esperti BIM.
Di un certo interesse è poi notare che sono stati complessivamente 11 i casi (erano 9 nel 2019) di specifico riferimento, in sede di offerta, alle figure di BIM Manager o BIM Coordinator “accreditati”. Va messo in particolare risalto che nel 2020 sono state solo 10 le gare (24 nel 2019) in cui si è chiesto di documentare la presenza di esperti BIM con competenze certificate (generalmente riferite alle norme UNI 11337).
Esiste poi un pacchetto di 165 gare classificate come “generica richiesta di progettazione in BIM”, pari al 29,5% del totale delle gare dove il BIM viene citato in termini assolutamente generali come elemento della prestazione da svolgere, ma senza alcuno specifico apprezzamento (punteggio) in sede di offerta, o quantificazione come livello minimo per l’accesso alla gara.
Anche quest’anno si conferma come l’impiego del BIM abbia assunto un particolare rilievo quale elemento di premialità attribuito all’offerente nell’ambito dell’utilizzo del criterio di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa (OEPV) per l’affidamento di servizi di ingegneria e architettura di importo pari o superiore a 40.000 euro: è accaduto in 258 gare su 560, cioè nel 46,1% delle gare.
Modalità di richiesta BIM in sede di valutazione dell’offerta (OEPV) in numero
Nella maggiore parte dei casi le stazioni appaltanti hanno valutato il BIM nella metodologia si tratta di 128 casi con punteggi che variano complessivamente da 1 a 20 punti, con una media del punteggio pari a 7, seguiti dalla valutazione sia della professionalità e adeguatezza dell’offerta tecnica, sia delle caratteristiche metodologiche, guardando contemporaneamente alle esperienze pregresse dei tre progetti/servizi analoghi e a come sarà resa la prestazione richiesta. Si tratta di 59 i casi, con punteggi che variano complessivamente (somma dei punteggi attribuiti ai due elementi) da 6 a 35 punti, con una media del punteggio pari a 20,9.
Dal punto di vista delle procedure l’analisi conferma che la maggiore parte dei bandi BIM sono stati emessi con procedura aperta: 431 procedure (pari a circa al 77,0% del totale degli affidamenti). Si tratta però di un dato in diminuzione (dal 69,8% sul totale dei bandi del 2017 all’81,8% del 2018 all’86,6% del 2019) che ha determinato, in termini di valore assoluto dei bandi, un aumento del 140,2% rispetto al 2019.
Il commento dei protagonisti
Per il presidente OICE, Gabriele Scicolone: “l’incremento percentuale a doppia cifra dei bandi dimostra che il BIM è una realtà consolidata presso gli operatori economici, siano essi le società di progettazione, o le grandi imprese, o ancora le stazioni appaltanti e committenze, vuoi pubbliche vuoi private, strutturate. Anche quest’anno assistiamo ad un aumento delle gare BIM, con un peso rilevante negli accordi quadro che fanno riferimento ad Anas e RFI. Nel Recovery Plan si parla di digitalizzazione, tema fondamentale che nel nostro settore è realtà da decenni. Adesso occorre fare un salto importante in vista del prossimo anno quando in tutte le gare sopra soglia UE si dovrà chiedere la progettazione BIM: assicurare risorse per l’accelerazione dell’innovazione dei processi e per formare adeguatamente dipendenti pubblici e privati”.
Per Francesca Federzoni, consigliere OICE il punto è che “ancora bisogna fare molto per assicurare omogeneità e correttezza degli atti di gara. Il richiamo al BIM oramai deve essere maturo e quindi i capitolati informativi dovrebbero essere sempre presenti. È necessario un grande sforzo anche di cultura internamente alle stazioni appaltanti e per questo l’OICE è a disposizione per condividere il know how dei propri associati.”
Per Antonio Vettese, coordinatore di Oice Academy “i benefici attesi dalla digitalizzazione dei processi di Committenza, di progettazione, di costruzione e di manutenzione e gestione connessi con il ciclo di vita di un ‘opera, sono subordinati ad una efficace connessione tra i processi decisionali e le informazioni sviluppate nelle fasi di progettazione e di costruzione a partire da dati di progetto completi di Committenza rappresentativi di tutte le esigenze da soddisfare con la realizzazione di un’opera, comprese quelle di manutenzione e gestione. Le tentazioni di derive meramente tecnologiche e le suggestioni conseguenti di sovrastrutturazioni della governance del progetto in capo alle varie entità che intervengono nel ciclo di vita, a scapito di un effettivo aumento dell’efficacia e dell’efficienza nei processi, devono essere condizionate dall’applicazione dei principi dell’information management esaustivamente declinati nelle ISO 19650 e dalla cultura di Project Management posta alla base della loro applicazione. La definizione di esaustivi Requirement di Committenza (capitolati informativi/dati di progetto) su schemi univoci e possibilmente basati su standard e best practice internazionali, il rafforzamento del ruolo del Project Manager nella governance dei processi e, in particolare, nell’interconnessione tra informazioni e processi decisionali sono must ineludibili: anche il Codice degli Appalti lo richiede.”