Superbonus 110% tra caro materiali e rischio sospensione cantieri
Il superbonus 110% rappresenta una grande possibilità per riqualificare gli immobili che rischia di essere vanificata dal rincaro dei materiali da costruzione
A parte gli spot iniziali del "tutto gratis" e le problematiche di start up che hanno portato ad un susseguirsi di modifiche, domande, interpelli, FAQ e guide, in questo 2021 i buoni propositi di superbonus 110% hanno cominciato a tradursi in cantieri. Non tanti quanti se n'erano preventivati ma quanto basta per fare emergere nuove criticità, oltre a quelle applicative che già conoscevamo.
Superbonus 110%: caro materiali
Con l'avvio dei primi cantieri è, infatti, arrivato un nuovo imprevisto a sparigliare le carte: il caro prezzi dei materiali da costruzione. Una problematica già segnalata dai costruttori edili dell'ANCE, unitamente alla preoccupazione che un aumento indiscriminato delle materie prime da costruzione comprimerà ulteriormente i bilanci delle imprese già falcidiate da un anno di pandemia con ripercussione che potrebbero riguardare anche i progetti del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza (PNRR).
Nel corso di questo 2021 sono tanti i materiali da costruzione che hanno visto un netto aumento dei costi: dal metallo, le materie plastiche, il calcestruzzo, il rame, il bitume, il petrolio, con aumenti anche di oltre 100% che chiaramente andranno ad incidere sui margini preventivati dalle imprese nei loro computi.
Caro materiali nei lavori pubblici e in quelli privati
E mentre nei lavori pubblici il tema delle riserve diventa di fondamentale importanza, nell'edilizia privata di soluzioni ne abbiamo poche perché, soprattutto per i cantieri avviati per il superbonus, tutte le imprese hanno allineato i loro preventivi ai prezzi stabiliti dal Decreto del MiSE 6 agosto 2020 (Decreto Requisiti tecnici) e se il ferro delle armature in un determinato periodo raggiunge prezzi di oltre il doppio rispetto al normale, l'unica è sospendere i cantieri in attesa che le acque si calmino.
Soluzione che però non va di pari passo con la necessità e la voglia di ripresa del Paese e su cui il Governo, il Parlamento e l'Antitrust dovranno correttamente vigilare. Il rischio è, infatti, quello di vanificare tutti gli sforzi economici messi in campo con le detrazioni fiscali per l'edilizia.
Le risoluzioni alla Camera
Sul caro materiali sono diverse le interrogazioni presentate alla Camera tra cui quella del Deputato Paolo Trancassini (FDI) che lo scorso 28 aprile ha evidenziato il problema al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dello Sviluppo economico. "Nei primi mesi del 2021 - afferma il deputato - si stanno verificando significativi aumenti di prezzo delle materie prime che stanno mettendo in difficoltà numerosissime imprese a livello nazionale e colpiscono in modo particolare anche le attività di ricostruzione in corso nelle zone in cui hanno avuto luogo gli eventi sismici degli ultimi anni".
Entrando più nel dettaglio "il prezzo del legno tra ottobre 2020 e marzo 2021 è aumentato del 7 per cento, quello della gomma è aumentato del 10 per cento, il rame, il ferro e il petrolio hanno registrato aumenti, rispettivamente, del 26, 38 e 53 per cento".
Secondo Paolo Trancassini "Gli aumenti sembrano derivare, oltre che dalla pandemia e dalle difficoltà di trasferimento delle merci, dalle dinamiche dell'economia mondiale e, per quanto riguarda l'Italia, da un aumento della domanda. Le conseguenze sul settore dell'edilizia e dell'impiantistica, e quindi, sulla ricostruzione dei territori colpiti da eventi sismici si stanno già dimostrando particolarmente gravose e molti cantieri si sono già fermati".
E proprio su questo è stato evidenziato l'allarme delle associazioni di categoria che hanno rilevato come "le aziende abbiano sottoscritto contratti che non solo non sono più remunerativi, ma rischiano di non coprire più nemmeno i costi, con conseguenze facilmente immaginabili".
Il problema dei prezzari
Stando alle associazioni di categoria "per il futuro e in presenza di prezzari assolutamente inadeguati le imprese non potranno più sottoscrivere nuovi contratti con gravissime conseguenze sia per tutte le opere legate al Superbonus 110 per cento che alla ricostruzione post-sisma". Risulta evidente che il Governo dovrà assumere delle iniziative urgenti per salvaguardare le misure messe in campo nell'ultimo anno ma che rischiano di essere vanificate.
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