Banca d’Italia: Sondaggio congiunturale mercato abitazioni
Trend del mercato nel 1° trimestre nel sondaggio congiunturale delle Banca d’Italia in collaborazione con Tecnoborsa e Agenzia delle Entrate
Con un’indagne condotta presso 1.323 agenti immobiliari, dal 29 marzo al 30 aprile 2021 Banca d’Italia in collaborazione con Tecnoborsa e l’Agenzia delle Entrate (OMI) ha raccolto informazioni relative al trend del mercato nel primo trimestre dell’anno.
Si tratta del Sondaggio congiunturale del mercato delle abitazioni condotto trimestralmente che coinvolge un campione di agenti immobiliari in merito alle opinioni sugli andamenti, correnti e attesi, di compravendite, quotazioni, canoni e contratti di locazione.
Stabilità dei prezzi
Nell’ultimo sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni relativo al 1° trimestre 2021 condotto su 1.323 agenti immobliari, il 61,5% degli agenti intervistati ha segnalato una sostanziale stabilità dei prezzi di vendita nel 1° trimestre 2021, senza variazioni sensibili rispetto al trimestre precedente; la percentuale di operatori che ravvisa un calo delle quotazioni è diminuita, passando dal 33,7% del trimestre precedente al 27,1%, dell’attuale.
Rimangono stabili anche le quotazioni sul fronte degli affitti, ma vengono segnalati prezzi in discesa soprattutto nelle aree urbane e metropolitane. Così come per le compravendite, il margine medio di sconto rispetto alle richieste iniziali del locatore scende, passando dal al 4,8% al 4,3%.
Domanda in calo nelle grandi città ed in miglioramento nelle aree non urbane
Il 2021 del mercato immobiliare abitativo si apre, quindi, con una sostanziale stabilità dei prezzi di vendita e con un calo delle quotazioni per le locazioni nelle grandi città. La domanda nelle aree non urbane nei primi mesi dell’anno è migliorata, ma l’andamento dei nuovi incarichi a vendere è rimasto ovunque negativo.
Il lavoro nelle agenzie
Il numero di agenzie immobiliari che ha dichiarato di aver
venduto almeno un immobile nel trimestre gennaio-marzo è lievemente
aumentato, passando dall’82,1% all’83,6%, ritornando a valori
appena al di sotto rispetto a quelli registrati nel periodo
precedente l’epidemia, con un miglioramento della domanda
soprattutto nelle aree non urbane.
Per vendere casa c’è voluto meno tempo, 7 mesi anziché 7 mesi e
mezzo come a fine 2020, e il motivo principale per cui gli
incarichi a vendere sono cessati è dovuto sempre al divario tra
prezzi offerti e prezzi domandati. Restano stabili, invece, la
quota di acquisti finanziata da mutuo ipotecario (72,9%) e la quota
di mutuo rispetto al valore dell’immobile (76,2%).
Le prospettive per i prossimi mesi
Le opinioni degli operatori rispetto all’andamento del proprio mercato di riferimento nei prossimi mesi restano sempre negative, ma è aumentata la percentuale di chi vede la luce in fondo al tunnel, soprattutto se si considera un orizzonte temporale più ampio. Per i prossimi due anni, per esempio, il 48,2% degli agenti intravede prospettive positive, mentre il 19,7% ritiene che la situazione sarà peggiore. Attese migliori anche se si considera non solo il proprio ma anche il mercato delle abitazioni a livello nazionale: la quota di agenti che si attende un impatto positivo dell’epidemia sulla domanda di abitazioni è notevolmente aumentata, divenendo prevalente su quella di chi si attende effetti negativi.
L’8 giugno il consuntivo dell’Osservatorio del mercato immobiliare
I dati definitivi sull’andamento delle compravendite effettivamente registrate nel primo trimestre 2021 saranno resi pubblici l’8 giugno prossimo dall’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle entrate, all’interno del report Statistiche trimestrali. In particolare, verranno analizzati i dati sui trend del mercato del mattone desunti proprio dalle note di trascrizione degli atti di compravendita registrati presso gli uffici di Pubblicità Immobiliare dell’Agenzia, che saranno incrociati con le informazioni provenienti dagli archivi del catasto edilizio urbano.