Superbonus 110% e Cessione del credito, Ingegneri Palermo: rivedere la norma
Il Presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Palermo Vincenzo Di Dio chiede a Governo e Parlamento di risolvere una problematica che rischia di mettere in crisi migliaia di professionisti
"Grazie alle detrazioni fiscali del 110% e al meccanismo di cessione del credito previsti dal Decreto Rilancio, il settore dell’edilizia è tornato a crescere, dopo oltre un decennio di recessione. Forse dovremmo dire che 'stava crescendo' visto che le modifiche apportate dal Decreto Sostegni-ter rischiano non solo di vanificare l'ottimo lavoro svolto sin’ora, ma di mettere in crisi professionisti, imprese e contribuenti che hanno pianificato il loro futuro calibrando il loro portafogli sulla base di regole cambiate in corso d'opera".
Queste le parole affidate alla nostra redazione dal Presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Palermo, Vincenzo Di Dio, in riferimento alle modifiche che sono state previste al meccanismo di cessione del credito di cui all'art. 121 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio).
Cessione del credito vero motore della ripresa
Il Presidente degli Ingegneri di Palermo ha sottolineato l'importanza della cessione del credito che ha rappresentato il vero motivo della ripresa del settore. "Il meccanismo di cessione del credito previsto dal Decreto Rilancio - afferma Di Dio - è il vero motore che ha spinto il settore verso numeri che non si vedevano da tempo. È lo strumento che ha consentito di riqualificare energeticamente e strutturalmente il patrimonio edilizio alla luce degli obiettivi europei".
Con i limiti alle cessioni nessuna misura antifrode
Entrando nel dettaglio di una modifica presentata come misura per contrastare le frodi fiscali, il Presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Palermo è molto determinato rilevando che in realtà il vero problema non sta nelle cessioni successive ma solo nella prima.
"È inammissibile prevedere una modifica di questa natura adducendo come giustificazione che si tratti di una misura anti-frode - afferma il Presidente Di Dio - Il reale problema non sono le cessioni successive ma solo la prima. Se la prima cessione non presenta profili di rischio non vi è alcuna necessità di bloccare le successive. Governo e Parlamento si adoperino celermente per risolvere una problematica che rischia di mettere in crisi migliaia di professionisti e imprese con un danno incalcolabile sull'economia reale".